Sostenibilità nel settore dei servizi finanziari: come le banche utilizzano la tecnologia per superare la crisi

Sostenibilità nei servizi finanziari
Elisabetta Cassini, Sales Director di OpenText Italia

Il cambiamento climatico sarà la più grande minaccia emergente per le banche nei prossimi cinque anni, come confermato dal 90% dei Chief Risk Officer (CRO) e dei Board che hanno preso parte all’undicesima indagine annuale sulla gestione del rischio bancario condotta da EY/IIF.

Negli ultimi 18 mesi, questo ha spinto le aziende che operano nel settore dei servizi finanziari a rivedere in modo significativo le priorità in materia di clima.

Il riscaldamento globale comporta infatti due tipi principali di rischi per queste realtà: quelli fisici (come gli eventi meteorologici estremi e i cambiamenti climatici a lungo termine, che possono avere un impatto sulla sede fisica o sulle operation di banche e clienti); e quelli relativi alla transizione energetica (per cui le strategie di riduzione delle emissioni di carbonio si ripercuotono su prodotti e servizi delle banche).

Perché le banche stanno cambiando il loro approccio?

Le motivazioni alla base della trasformazione possono essere suddivise in tre aree principali.

In primo luogo, le crescenti pressioni normative: in tutto il mondo, le autorità che regolano le attività bancarie stanno formalizzando nuove regole per la gestione del cambiamento climatico.

Ad esempio, ad aprile 2022 la Banca d’Italia ha emanato un primo documento di “Aspettative di Vigilanza sui rischi climatici e ambientali”, contenente indicazioni non vincolanti in merito all’integrazione dei rischi nei sistemi di governo e controllo.

Inoltre, Etica Sgr è l’unica società italiana di gestione del risparmio che ha istituito fondi comuni di investimento sostenibili e responsabili, rivolti sia ai privati sia a investitori istituzionali, con l’obiettivo di rappresentare i valori della finanza etica nei mercati finanziari.

Iniziative simili sono in corso anche da parte della BaFin (l'Autorità federale di vigilanza finanziaria) e della Commissione Europea, ed è probabile che questo tipo di regolamentazioni diventi sempre più diffuso con il passare del tempo.

Il secondo fattore da tenere in considerazione è l'evoluzione delle aspettative dei clienti.

Negli ultimi anni, questi hanno cominciato a chiedere sempre di più alle aziende con cui si interfacciano, in termini sia di servizi offerti, sia di impegno dei confronti dell’ambiente: sembra che la pandemia abbia notevolmente accelerato l’impegno dei consumatori nei confronti della tutela dell’ambiente e della sostenibilità.

Inoltre, con l’aggravarsi degli eventi metereologici, sempre più estremi, e con la sensibilizzazione portata avanti da diversi gruppi di attivisti, i consumatori stanno assumendo maggiore consapevolezza in fatto di cambiamento climatico.

Il divario generazionale su questo tema tuttavia persiste: una recente ricerca condotta dalla società di consulenza Cornerstone Advisors ha rilevato che gran parte delle principali banche degli Stati Uniti, tra cui Bank of America e Wells Fargo, stanno perdendo clienti, soprattutto tra i Millennial.

Si tratta di un trend preoccupante, a fronte del quale gli istituti bancari più tradizionali dovranno cominciare a riconsiderare le proprie strategie.

Il terzo fattore di cambiamento è il coinvolgimento dei dipendenti.

Gli ultimi anni hanno rivoluzionato il mercato del lavoro anche grazie al fenomeno delle “Grandi Dimissioni”, una tendenza registrata a livello globale.

Ad esempio, l’indagine di PwC “Hopes and Fears Global Workforce Survey” ha evidenziato che in Italia il 25% dei lavoratori è pronto a cambiare impiego entro un anno, mentre solo il 51% è pienamente soddisfatto della propria occupazione.

Tra le giovani generazioni, poi, il malcontento aumenta: ben il 37% della Gen Z e il 32% dei Millennial vorrebbero infatti trovare un nuovo lavoro entro un anno.

Più che mai, i dipendenti sentono la necessità di dare uno scopo alle loro mansioni e stanno per questo chiedendo alle aziende di mettere in atto una vera trasformazione: in Italia, ad esempio, tra i fattori che determinano la ricerca di un nuovo impiego si annoverano la cultura, la mission e le policy di inclusione aziendali.

La combinazione tra le nuove normative e le pressioni esercitate da clienti e dipendenti lascia poco spazio di manovra alle banche: a meno che non siano disposte a perdere fatturato e talenti, le realtà che si occupano di servizi finanziari devono cominciare a dare priorità al clima, mettendo in atto strategie di gestione efficaci in tempi rapidi.

Come soddisfare le nuove aspettative?

Il primo passo verso la sostenibilità è garantire che tutte le operation e i processi interni rispettino a pieno l’ambiente.

Non esiste un solo e unico approccio per raggiungere questo obiettivo: ci si può invece arrivare attraverso una varietà di mezzi, come adottare le tecnologie pulite o, più semplicemente, ridurre la documentazione cartacea relativa ai processi finanziari personali e aziendali tradizionali, trasformandoli e facendoli diventare più digitali.

Si tratta di una strategia che non solo rispetta l’ambiente, ma contribuisce a creare un’esperienza più fluida per clienti e dipendenti.

Le banche devono poi garantire che prodotti e servizi siano sempre in linea con gli obiettivi di sostenibilità prefissati: a tal proposito, l'introduzione di processi di supply chain più sostenibili e la digitalizzazione della supply chain stessa sono strategiche.

Non solo: gli istituti bancari, approvando o meno prestiti alle grandi realtà, possono a loro volta esercitare pressioni sulle aziende, spingendole a essere più sostenibili.

E ancora, alcune banche e istituti di credito hanno iniziato a offrire "mutui verdi", ovvero mutui con tassi di interesse migliori, a chi si trasferisce in case ad alta efficienza energetica o costruite in edilizia ecologica.

L’adozione di un approccio di CustomerLife Cycle Information Management (CLIM) dovrebbe essere preso in considerazione per migliorare le proprie prestazioni in termini di sostenibilità: questo consentirebbe di consolidare le informazioni in un’unica vista cliente per l’intera organizzazione, migliorandone la gestione.

Inoltre, l’approccio CLIM può essere utilizzato per commercializzare, organizzare, analizzare e gestire le informazioni e le attività relative ai clienti, migliorando in ultima analisi le prestazioni di sostenibilità dell’azienda stessa.

L’obiettivo non è quello di cambiare le cose da un giorno all’altro, ma di fare un passo alla volta.

Anche se in modo graduale, lentamente cominceranno a vedersi i primi cambiamenti che contribuiranno al benessere non solo delle banche e degli individui, ma soprattutto a quello del nostro pianeta.

 

La Rivista

Settembre 2025

Le nuove sfide dell'AML

L'attenzione di normativa e vigilanza verso i fenomeni emergenti, tra cui crypto, IBAN virtuali, finanziamenti con garanzia pubblica...

Tutti gli altri numeri