Si conclude la fase preparatoria per l’Euro digitale, dove pionieri e visionari hanno testato idee e sperimentato il potenziale della CBDC.
Ne sono emersi numerosi casi d’uso: la valuta digitale potrebbe essere utilizzata infatti in 4 contesti, secondo il documento della BCE.
1. E-receipts
L’Euro digitale potrebbe infatti trovare spazio nel mercato delle fatture elettroniche integrate: gli utenti possono accedere ai propri documenti da un unico luogo, un archivio certificato dove conservare tutte le ricevute sfruttando la crittografia, in modo che solo acquirente e venditore possano visualizzare i dettagli della transazione.
Informazioni non disponibili invece all’Eurosistema né alle terze parti.
Queste e-receipts aiuterebbero quindi i comercianti nella gestione di resi, garanzie e note spese, riducendo al contempo l’impiego di documentazione cartacea.
2. Pagamenti condizionati
I visionari puntano molto sui pagamenti condizionati: funziona come un “paga alla consegna”, o un pay per use, e quindi prevede l’automazione della transazione solo dopo la verifica di determinate condizioni prestabilite. Un mix tra automazione e sicurezza, dove si è cimentato il gruppo dei pioneri, portando avanti test tecnici in un ambiente simulato di euro digitale.
L’Eurosistema ha fornito le funzionalità tecniche di base, mentre i PSP hanno definito e gestito le condizioni di esecuzione dei pagamenti.
Gli scenari testati hanno riguardato diversi settori, dimostrando come i pagamenti condizionati possono sostenere servizi innovativi, ad esempio nell’e-commerce, nei servizi finanziari o nei trasporti.
3. Trasporti
L’euro digitale potrebbe migliorare l’accessibilità e ridurre la frammentazione delle soluzioni esistenti un ambito trasporti.
Nei servizi di mobilità condivisa e nel trasporto pubblico, l’euro digitale potrebbe abilitare pagamenti “tap-and-go” e il calcolo automatico della tariffa più conveniente; nei sistemi di pedaggio, invece, consentirebbe regolamenti istantanei e automatizzati in tutta l’area dell’euro.
4. Inclusione finanziaria
Infine, l’euro digitale potrebbe offrire funzioni più avanzate rispetto ai metodi digitali esistenti, ad esempio portafogli dedicati con identità digitale integrata per bambini e studenti, interfacce accessibili o agenti di intelligenza artificiale per supportare utenti con esigenze diverse.
I gruppi di lavoro
Questa iniziativa ha riunito un gruppo eterogeneo di attori – tra cui commercianti, banche, prestatori di servizi di pagamento (PSP), società fintech, fornitori IT, accademici e istituzioni finanziarie – per fornire indicazioni cruciali sia dal punto di vista concettuale sia tecnico sul futuro euro digitale.
La storia dell’Euro digitale
Il 1° novembre 2023, l’Eurosistema ha avviato una fase preparatoria di due anni per gettare le basi di una possibile emissione dell’euro digitale.
Un obiettivo chiave di questa fase è stata ovviamente sperimentare e raccogliere esperienze concrete, per migliorare la progettazione tecnica e l’esperienza d’uso dell’euro digitale per consumatori e commercianti.
Nell’ottobre 2024, la Banca Centrale Europea (BCE) ha lanciato quindi la Digital Euro Innovation Platform per favorire la collaborazione con il mercato, testare idee ed esplorare il potenziale innovativo dell’euro digitale.
Nell’ambito di questa iniziativa, da febbraio a maggio 2025 la BCE ha coordinato due gruppi di lavoro: i “visionari” (visionaries) e i “pionieri” (pioneers).
I visionari si sono concentrati su idee che mostrano come l’euro digitale possa sbloccare e favorire l’innovazione all’interno dell’area dell’euro.
I pionieri, invece, si sono dedicati ai test tecnici dei pagamenti condizionati, ossia pagamenti che vengono eseguiti solo quando determinate condizioni sono soddisfatte, ad esempio alla consegna di un pacco.