Nexi. Open banking: è l’anno dei pagamenti IBAN based

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Sara Zanichelli, Responsabile Open Banking Products di Nexi

Crescono gli use case per l’open banking italiano: da nuovi servizi di pagamento, sicuri e ideati per una user experience digitale, a soluzioni di onboarding della clientela sempre più accurate. Così si va verso l’open finance

Con oltre 80 terze parti operanti in produzione e 67 milioni di chiamate API nel 2021, la piattaforma CBI Globe PSD2 Gateway ha registrato una crescita superiore al 130% rispetto all’anno scorso. Quando le call erano 29 milioni. «La crescita è costante, in particolare guardando ai dati trimestrali: nel quarto trimestre dell’anno scorso le call sono state 23 milioni, ben superiori ai 17 milioni del terzo trimestre 2021 – precisa Sara Zanichelli, Responsabile Open Banking Products di Nexi. Lo stesso vale per le terze parti autorizzate, che sono 82 contro le 66 di 2 anni fa».

Spazio ai PISP

Al momento le chiamate API riguardano in particolare l’accesso ai dati dei conti correnti, quindi i veri protagonisti sono gli AISP (Account Information Service Provider), ma «il 2022 è l’anno dei pagamenti IBAN based e vedremo crescere le call per i PISP (Payment Initiation Service Provider), che si affermeranno sempre più sul mercato – precisa Zanichelli. Proprio in quest’ottica Nexi ha lanciato a fine 2021 un nuovo servizio di incasso account-to-account, IBAN based, che sfrutta l’open banking per abilitare incassi omnichannel e offrire una user experience digitale e mobile first alla clientela».

Pagamenti account-to-account in due modalità

La soluzione, chiamata PagoinConto, è dedicata ai corporate merchant per incassare in sicurezza, oltre che rapidamente, grandi importi: i cosiddetti large ticket, scontrini superiori ai 500 euro. Con due modalità differenti: al check-out sul sito di e-commerce, grazie alla integrazione con il gateway Xpay, selezionando la voce PagoinConto; oppure in store, attivando dalla app Nexi Business la modalità di pagamento pay by link, che consente al cliente retail di ricevere un link sullo smartphone, o su un altro dispositivo, per finalizzare il pagamento dal proprio conto. «Il pagamento account-to-account è stato pensato per gli esercenti del settore travel, del lusso e dell’hospitality. L’obiettivo è riscuotere con maggiore sicurezza i large ticket, che in Italia sono per lo più incassati con metodi obsoleti, contanti, assegni, ma anche con bonifici non contestuali. Dove il rischio di frode è più alto – spiega Zanichelli. I pagamenti PIS sono irrevocabili, immediati e, di fatto, ottimizzano anche il flusso di cassa dei commercianti: sono ridotti i pagamenti tardivi, di importo errato e i possibili problemi di rendicontazione ex post».

I vantaggi anche per il cliente

Anche lato clientela retail, PagoinConto offre diversi vantaggi: «in primis, si possono pagare importi che superano i limiti imposti per legge sui pagamenti in contanti oppure il tradizionale plafond della carta di credito – aggiunge Zanichelli. E si limita naturalmente il rischio di furto o smarrimento degli assegni, ad esempio».

Lo Smart Onboarding

Altro use case potenzialmente interessante, e soprattutto utile alle banche per allargare la platea di clienti e di volumi, è quello dell’identità digitale applicata all’open banking: «un primo passo è già stato realizzato con il lancio, insieme a CBI, di Check IBAN: questa soluzione consente di verificare che un determinato IBAN sia corretto e corrisponda al codice fiscale o alla partita IVA del cliente, limitando i casi di frode – racconta Zanichelli. Il passo successivo è lo Smart Onboarding: le chiamate API hanno il vantaggio di velocizzare e semplificare questo processo, ottenendo in tempo reale i dati sull’utente, previo consenso, direttamente dall’istituto bancario di radicamento del conto. Inoltre, prosegue l’impegno per semplificare la user experience in tutti i processi che richiedono la compilazione di form online, con dati che l’utente sicuramente conosce ma che sono già presenti anche nella banca dove ha aperto il conto».

Troppa frammentazione tarpa le ali

Un ulteriore trend trasversale all’open banking è poi l’internazionalizzazione dei servizi.

«Il mercato dell’open banking oggi è frammentato: esistono diversi standard API, che cambiano da banca a banca e da Paese a Paese, e rendono le comunicazioni sui dati difficoltosa – sottolinea Zanichelli. Il mercato italiano dell’open banking sta dimostrando di avere un buon potenziale ma non riesce, ancora, a esprimerlo. Le condizioni per una internazionalizzazione delle iniziative di open banking, però, sono favorevoli e quest’anno ci aspettiamo che questo impegno sia più visibile. Stiamo lavorando molto sulla user experience e sulla semplificazione delle procedure di strong customer authentication, proprio in questo senso».

Oltre i dati sui pagamenti

Si procede dunque verso l’open finance e l’open data. Normali evoluzioni dell’open banking. «Se al momento le iniziative e le call API sono principalmente legate all’ambito dei pagamenti, e quindi ai dati sulle transazioni, il perimetro di informazioni reperibili si sta ampliando e tocca anche il mondo degli investimenti e i dati non prettamente bancari. Progetti dedicati all’identità digitale, come il Check IBAN e lo Smart Onboarding, anticipano questa evoluzione: le call API si estendono a tutte le informazioni associate al cliente e non si limitano più alla sfera dei dati di pagamento – conclude Zanichelli. Sicuramente, per abilitare lo sviluppo di questi nuovi servizi bisogna fare ecosistema e con Nexi Open possiamo abilitare l’open finance e trovare gli use case a valore aggiunto, grazie a un numero sempre maggiore di fintech che si affidano al nostro ecosistema».

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di marzo 2022 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop

 

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