JuicyFields: cronaca di un finto crowdsourcing per la marijuana terapeutica

9 arresti per la truffa juicyfields

Nove arresti e sequestri per quasi 10 milioni di euro. Sono i numeri dell’operazione condotta dalle autorità di diversi Paesi europei, con il supporto dell’Europol, nell’ambito dell’inchiesta sul portale online JuicyFields, che avrebbe mietuto almeno 186mila vittime con il classico Schema Ponzi.

Lo scorso 11 aprile, lo sforzo congiunto di oltre 400 investigatori in 11 paesi ha portato all’arresto di 9 persone e alla perquisizione di 38 immobili, con il sequestro di 4,7 milioni di euro su conti correnti, a cui si sommano 1,5 milioni in crypto asset, 106mila euro in contanti e immobili per un valore equivalente di 2,6 milioni.

Nel sospetto bottino rientrano anche molti oggetti di lusso: automobili, opere di arte, dispositivi elettronici. E molti documenti per approfondire la vicenda.

JuicyFields: che cosa è successo

JuicyFields si presentava come un crowdfunding per investire nella cannabis a scopo terapeutico. Secondo il sito, si poteva investire una somma minima di 50 euro in quattro diverse varietà di cannabis: il rimborso dell’investimento sarebbe arrivato nelle tasche dei risparmiatori dopo 90 giorni con un rendimento anche del 100% o più.

Mica male. E infatti le autorità hanno subito sospettato il classico Schema Ponzi. Nel 2021 la polizia tedesca (la società aveva dapprima sede in Germania ma poi si è spostata in Olanda) ha avviato una indagine. Poi si è mossa la Bafin.

Intanto, migliaia di persone continuavano a investire il loro denaro su JuicyField, attirati da promettenti e martellanti pubblicità diffuse sui social media.

L’utente medio, attirato dalle mirabolanti promesse delle pubblicità, testava il terreno con un primo investimento, della cifra minima di 50 euro: una somma sufficientemente bassa da tentare anche gli scettici.

Dopo 3 mesi, l’investitore si vedeva accreditare sul conto i 100 euro promessi, a volte anche di più. E aveva quindi la fortissima tentazione di riprovarci, aumentando la cifra investita fino a salire, più o meno rapidamente, fino al massimo consentito dalla piattaforma, cioè 2.000 euro.

Come nel più classico Schema Ponzi, i presunti rendimenti che i primi investitori si vedevano arrivare sul conto venivano in realtà pagati dalle nuove vittime del sistema, oppure da chi sceglieva di aumentare l’importo investito. Finché c’era un flusso costante di denaro fresco che arrivava in piattaforma, era possibile rimborsare gli investimenti precedenti, simulando l’esistenza di un business incredibilmente profittevole e portando gli utenti a investire sempre di più.

Troppo bello per essere vero. E infatti a un certo punto il meccanismo si è rotto e sempre più utenti denunciavano l’impossibilità di ottenere il rimborso del loro investimento. A luglio 2022, JuicyFields sparisce dai social e congela i conti dei suoi 550.000 utenti, di cui almeno 186.000 hanno attivamente investito nella piattaforma. Gran parte di loro sono cittadini europei.

La banda e il bottino

JuicyFields ha mietuto vittime in diversi Paesi dell’Unione Europea e non solo. L’Europol ha quindi supportato un’indagine guidata dalle autorità tedesche, spagnole e francesi, con il sostegno di quelle di molti altri Paesi.

Un lavoro complesso che ha portato ai primi 9 arresti. Uno dei principali sospetti, di nazionalità russa, è stato raggiunto in Repubblica Dominicana grazie alla collaborazione delle autorità locali. È di cittadinanza russa anche la maggioranza dei sospetti, ma tra loro figurano anche italiani, americani, tedeschi, olandesi, lituani, maltesi, giordani e venezuelani.

Il bottino totale di JuicyFields ammonterebbe ad almeno 465 milioni di euro, in base alle denunce e alle segnalazioni raccolte. Ma la cifra totale potrebbe essere molto più alta: molte vittime, infatti, hanno preferito non denunciare, per diverse ragioni.

 

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