Stablecoin vs CBDC: le strade opposte di UE e USA

Stablecoin vs CBDC

Forse ci voleva Donald Trump per arrivare all’Euro digitale. Mai come negli ultimi mesi le due sponde dell’Atlantico sono sembrate su posizioni assai lontane. E questo sta avvenendo anche nella digitalizzazione della moneta: gli USA puntano sulle Stablecoin, la UE sulla moneta digitale di banca centrale (CBDC, Central Bank Digital Currency). Che, per inciso, negli Stati Uniti è stata appena vietata con una misura legislativa apposita.

Stablecoin e CBDC sono le ultime tappe (per ora) di un percorso che ha preso il via con la nascita di bitcoin. Un percorso tortuoso, sia chiaro: con mille incertezze, diffidenze e un dibattito che dura ancora oggi.

Ma è grazie in primis a BTC che si è imposta l’idea che la moneta potesse assumere una forma diversa rispetto a quelle che già conoscevamo (e pazienza se bitcoin, nel frattempo, si sta candidando al ruolo di “oro digitale“).

A questa spinta si è sommata la fortissima instabilità geopolitica internazionale, con la caduta di certezza prima incrollabili, quali la coesione dell’Occidente. E si è così arrivati, sia negli Stati Uniti sia in Unione Europea, alla definizione di un quadro regolamentare che istituzionalizza i criptoasset e ne consentirà lo sviluppo. In direzioni, come abbiamo detto, praticamente opposte.

Il GENIUS Act e la scelta privatistica

Il Presidente americano Donald Trump era stato chiarissimo sui criptoasset già nel corso della campagna elettorale. No al dollaro digitale, sì alle Stablecoin e all’iniziativa privata, portando gli Stati Uniti in un ruolo di protagonista dello scenario cripto internazionale.

E nella cosiddetta “crypto week” di luglio 2025 sono passate tre norme fondamentali. Il pilastro del nuovo sistema è il GENIUS Act, che definisce le regole per emettere e gestire Stablecoin in territorio americano.

Oltre a prevedere requisiti tecnici e di gestione del rischio, come audit regolari e rispetto della normativa AML, la normativa impone agli emittenti di mantenere riserve liquide a copertura totale. In pratica, dollari e Titoli di Stato americani a breve termine. Un assist perfetto al debito americano, che potrà continuare a crescere e rafforzarsi contro i tentativi di de-dollarizzazione dell’economia portati avanti dai BRICS.

Già oggi il dollaro americano, cioè i “verdoni” cartacei, sono accettati senza problemi nella maggioranza dei paesi emergenti, e spesso addirittura preferiti alla valuta locale, perché ritenuti più sicuri contro l’inflazione. Proprio il proteggersi dalla volatilità della valuta fiat nazionale è una delle ragioni che porta molti cittadini di questi paesi ad acquistare bitcoin e criptovalute: volatili pure loro, questo è certo, ma comunque percepiti come più sicuri.

Figuriamoci quanto successo potrebbero avere delle Stablecoin digitali, facilmente acquistabili dall’estero, e collegate al dollaro. Già oggi ben 182 miliardi di dollari di titoli USA sono riconducibili agli emittenti di Stablecoin, con la sola USDT di Tether a quota 125 miliardi.

E, per togliere ogni dubbio, sono stati approvati anche l’Anti-CBDC Act, che impedisce alla Federal Reserve l’emissione di un dollaro digitale; e il Clarity Act, che distingue tra commodity e securities in ambito cripto.

La via europea: regolamento MiCA...

L’Unione Europea, sul fronte Stablecoin, ha approvato il Regolamento MiCA, che impone agli emittenti di Stablecoin una serie di adempimenti, tra cui quello di depositare sì delle riserve, ma presso banche commerciali. Rinunciando così a vedere in questo strumento una qualche forma di sostegno al debito pubblico nazionale.

… ed Euro Digitale

Per quanto riguarda la CBDC, invece, è stato avviato da qualche anno un prudente progetto di preparazione all’eventuale emissione di un Euro Digitale. L’aggettivo prudente è voluto: quando si parla di questo tema, anche le fonti ufficiali mettono sempre le mani avanti.

E infatti sull’Euro Digitale abbiamo sentito dire tutto e il contrario di tutto. I toni piuttosto entusiastici dei discorsi ufficiali (specie in Italia) sono spesso accompagnati da commenti decisamente più scettici a microfoni spenti.

Il rapido cambiamento degli ultimi mesi, però, tra il ciclone Trump e il rischio che la UE finisca a fare il vaso di coccio tra gli USA da un lato e la Cina con il supporto russo dall’altro, ha completamente trasformato lo scenario.

Anche per l’Euro Digitale: la crescente distanza dagli alleati statunitensi sta portando l’Unione Europea a cercare maggiore autonomia. Energetica, militare e anche monetaria.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di settembre 2025 di AziendaBanca. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.

 

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