Le tensioni internazionali che occupano le cronache stanno ridefinendo lo scenario militare globale, segnando una nuova fase di riarmo tecnologico. L’impiego di droni, laser, e armi autonome non è più confinato alla sperimentazione: è già realtà in numerose operazioni.
La Russia ha già impiegato centinaia di droni e missili in attacchi coordinati sull’Ucraina, colpendo infrastrutture, postazioni militari e aree civili.
Il ruolo degli Autonomous Weapon Systems
In questo contesto, i sistemi d’arma autonomi (AWS) assumono un ruolo centrale. Queste armi si caratterizzano per la capacità di operare senza un intervento umano diretto, grazie alla combinazione di sensori, sistemi di riconoscimento visivo, algoritmi e intelligenza artificiale avanzata.
Questi sistemi vengono generalmente classificati in tre categorie: quelli in cui ogni decisione richiede l’approvazione umana; quelli semi-autonomi, capaci di selezionare e attaccare obiettivi in autonomia ma soggetti a una supervisione umana limitata; e infine quelli completamente autonomi, in cui l’intero ciclo di ingaggio - dalla rilevazione del bersaglio alla sua neutralizzazione - avviene senza alcuna supervisione o intervento umano dopo l’attivazione iniziale.
Ad oggi, oltre 30 Paesi possiedono sistemi d’arma autonomi o semi-autonomi. Non sorprende quindi che il mercato globale delle tecnologie militari avanzate abbia raggiunto un valore di 22,17 miliardi di dollari nel 2025, con previsioni di crescita fino a 38,10 miliardi entro il 2034 (Precedence Research, 2024).
Manca una definizione giuridica condivisa
L’assegnazione di crescente autonomia alle macchine solleva interrogativi tutt’altro che marginali, poiché tocca il modo stesso in cui concepiamo l’esercizio della forza, la responsabilità morale e il valore della vita umana.
È evidente come queste tecnologie mettano in discussione i fondamenti stessi del diritto internazionale umanitario, della responsabilità individuale e collettiva e, più in generale, dell’etica che dovrebbe orientare ogni decisione che riguarda l’esistenza umana. Nonostante ciò, a livello globale manca ancora una definizione giuridica condivisa di “sistema d’arma autonomo”.
La collaborazione con Stop Killer Robots
Proprio di fronte a questo vuoto normativo e ai rischi connessi, Etica Sgr – che nel 2025 celebra 25 anni di attività – rafforza il proprio impegno a promuovere una finanza al servizio della pace e a contrastare gli impatti negativi dell’industria bellica su persone, territori ed equilibri economici.
Con questa prospettiva, in collaborazione con la coalizione internazionale Stop Killer Robots, Etica Sgr lancia un appello urgente alla comunità degli investitori istituzionali, invitandoli a sottoscrivere l’Investor Statement.
Questa dichiarazione sollecita i governi di tutto il mondo ad avviare negoziati per l’adozione di una norma giuridicamente vincolante sui sistemi d’arma autonomi, ponendo due obiettivi centrali: vietare lo sviluppo e l’impiego di armi autonome progettate per colpire esseri umani e garantire un controllo umano significativo in tutte le decisioni relative all’uso della forza.
Investire in società quotate che producono armamenti significa infatti favorirne la diffusione sul mercato, aumentare il rischio di impiego e generare instabilità politica. Con le armi autonome il pericolo cresce ulteriormente: senza un trattato internazionale vincolante, sempre più Paesi e attori privati potranno sviluppare e commercializzare queste tecnologie, amplificando le minacce alla sicurezza globale.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di ottobre 2025 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.