Poco credito, ma mirato, e tanti servizi per gestire l’attività quotidiana. È questa la svolta del modello di relazione tra banca e impresa, che nasce dallo scatenarsi di diversi fattori, alcuni endogeni e altri esogeni al mercato italiano.
Si intrecciano così temi storici come la caratteristica dimensione medio piccola delle aziende del Made in Italy, che porta le imprese a mantenere liquidità sui conti per fare fronte alle emergenze di cassa, soprattutto in un contesto economico di bassa crescita. A cui si sommano le crisi geopolitiche, sociali ed energetiche che frenano la capacità produttiva.
«In questo difficile contesto, accentuato dalla difficoltà ad accedere al credito, troppo costoso per le PMI, bisogna cambiare modello di gestione della clientela, che non può basarsi su credito e tassi attivi: le banche devono migliorare l’offerta di credito finalizzandolo a progetti concreti, con un costo competitivo rispetto ai prezzi di mercato – racconta Paolo Gatelli, Senior Research Manager Cetif, Università Cattolica del Sacro Cuore.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di ottobre 2025 di AziendaBanca. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.