Il mercato del factoring è pronto a chiudere l’anno in positivo e a crescere anche nel 2026. I dati Assifact sui primi nove mesi dell’anno registrano un turnover cumulativo di 208,28 miliardi di euro: un incremento del 3,75%, con anticipi e corrispettivi erogati in aumento (+6,31%).
In particolare, il mese di settembre si è distinto per la crescita del volume delle operazioni, che è aumentato del 16,4% rispetto allo stesso mese del 2024.
Il factoring vale il 13% del PIL
I risultati positivi di questo 2025 sono emersi in occasione dell’Osservatorio sul mercato del factoring, organizzato a Milano presso la sede di BNP Paribas da Assifact: il settore vale il 13% del PIL e fornisce servizi di smobilizzo dei crediti, accesso alla liquidità e gestione del capitale circolante a più di 32mila imprese italiane.
Le previsioni per la fine dell’anno e per il 2026
Il mercato del factoring chiuderà l’anno in positivo e crescerà anche nel 2026: la variazione attesa del turnover per il 2025, considerando il rapporto factoring/PIL, oscilla tra +3,16% e +4,83%, mentre per il 2026 si attende mediamente un +3,26%.
Inoltre, gli operatori del mercato del factoring si aspettano una crescita del turnover nel quarto trimestre del 2025 pari a +4,36% e sono ottimisti anche per il 2026 (+3,20%).
«Il factoring – ha affermato Alessandro Carretta – si trova di fronte ad alcuni passaggi importanti che possono liberare risorse decisive per la crescita delle imprese e la competitività del Paese. Le nuove linee guida dell’European Banking Authority sul default, attese dopo la consultazione, segnano un passo avanti importante con l’estensione del termine da 30 a 90 giorni per lo scaduto tecnico, una misura che riconosce almeno in parte la specificità del nostro settore. In generale, si stima che un maggiore riconoscimento delle specificità possa liberare, a parità di rischio, circa due miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi a favore delle PMI e dei fornitori della Pubblica Amministrazione. Parallelamente, Assifact sta portando all’attenzione di Governo e Parlamento un pacchetto di proposte per semplificare la normativa e rimuovere ostacoli, con l’obiettivo di rendere più agevole per le imprese lo smobilizzo dei crediti, l’accesso alla liquidità e la gestione del capitale circolante. Interventi che possono liberare ulteriori risorse per diversi miliardi di euro di liquidità per PMI e fornitori della Pubblica Amministrazione, sostenere investimenti e occupazione e rafforzare la resilienza dell’economia italiana».
Le proposte di semplificazione di Assifact
Il factoring è una leva strategica per la competitività delle imprese italiane, soprattutto piccole e medie. Tuttavia, il suo pieno potenziale è frenato da ostacoli normativi e operativi che impediscono o rendono più complesso lo smobilizzo dei crediti e riducono le possibilità delle imprese di accesso alla liquidità.
Assifact propone quindi un pacchetto di interventi per rimuovere queste barriere e favorire la crescita dell’economia reale.
Le misure principali che si propone di attuare sono:
- Definizione armonizzata di default: adeguare le regole EBA alle specificità del factoring, evitando classificazioni anomale di default per ritardi nei pagamenti, specie verso la PA.
- Trattamento prudenziale proporzionato: introdurre requisiti patrimoniali coerenti con il rischio effettivo del factoring, consentendo di sostituire il rischio del cedente con quello del debitore e adottare approcci più granulari.
- Aggiornamento della disciplina della revocatoria: coordinare la normativa con il nuovo Codice della Crisi d’Impresa, riducendo i termini del periodo sospetto e allineandoli alle operazioni di cartolarizzazione.
- Divieto di clausole di incedibilità dei crediti: rendere inefficaci o inopponibili al cessionario le clausole che impediscono la cessione, in linea con le indicazioni europee, per ampliare le opzioni di finanziamento delle PMI.
- Semplificazione delle cessioni verso la Pubblica Amministrazione: eliminare formalità burocratiche (atto pubblico, autenticazione notarile), consentendo la stipula con scrittura privata e modalità digitali.
- Superamento del privilegio della Pubblica Amministrazione di rifiuto della cessione: abolire il diritto di rifiuto indiscriminato, garantendo certezza operativa e parità di trattamento rispetto alle cessioni tra privati.
Definizione di default e consultazione EBA
L’European Bankin Authority (EBA) ha svolto una pubblica consultazione, avviata all’inizio di luglio e conclusa il 15 ottobre, sull’aggiornamento delle linee guida sulla definizione di default (“DoD”), in attuazione del mandato affidatole dal Capital Requirements Regulation 3, il regolamento europeo entrato in vigore il 1° gennaio 2025 che stabilisce nuove e più stringenti norme sui requisiti patrimoniali delle banche.
Nel documento in consultazione, EBA ha proposto di modificare il trattamento del factoring, accogliendo una richiesta - a lungo promossa dal settore - di estendere da 30 a 90 giorni il termine per lo scaduto tecnico.
La modifica è molto rilevante perché concede alle società di factoring più tempo per verificare le cause dei ritardi di pagamento, rendendo le tempistiche più coerenti con le reali scadenze operative.
L’iniziativa rappresenta anche un riconoscimento della specificità del factoring, che richiede regole diverse rispetto ai prestiti bancari.
Assifact ha dunque espresso il pieno supporto all’allungamento a 90 giorni ma sottolinea il fatto che resta irrisolto il tema dei crediti verso la Pubblica Amministrazione, ancora penalizzati nonostante l’assenza di perdite.