Pagamenti: vince la carta di debito

Gli italiani amano la carta di debito, mentre frena la crescita delle carte di credito in circolazione. Procede invece a ritmo stabile l’avanzata della prepagata. Lo rivela il 15esimo Osservatorio di CRIF, Assofin e GfK.

Crif carte

Carte di debito vs. carte di credito

Le carte di debito in circolazione sono aumentate per l’esattezza del 6,6% nel 2016 rispetto all’anno precedente. Crescono anche l’importo medio e il numero di operazioni effettuate a un ritmo molto vicino a quello del 2015 (+17% circa). Contrazione invece per le carte di credito (-2,2% a/a), con un valore medio delle transazioni in calo (dagli 83 euro del 2015 agli 80 euro del 2016). Si registra un’accelerazione tuttavia sul numero di transazione effettuate (+9,8%).

Nessuno stop per il trend positivo della prepagata

Un caso a parte la prepagata, apprezzata soprattutto dai più giovani e strumento preferito per gli acquisti online. La crescita delle carte prepagate corre a un ritmo più contenuto rispetto al 2015: dal +12,8% si è passati a un +3,7%. Stabili invece il numero di transazioni e il valore medio degli acquisti, cresciuti circa del 30% nel 2015. Vanno ancora forte poi le cosiddette carte conto, le carte prepagate con l’IBAN, scelte spesso come alternativa al conto corrente.

In aumento le carte opzione/rateali

Conservano il segno più anche le carte opzione/rateali: a fine 2016 erano 9,5 milioni, il 2,15% in più rispetto all’anno precedente. Crescono sia il numero di operazioni (+9,2%), sia i volumi transati (+6,2%). La scelta dei consumatori ricade quasi sempre sulle carte a opzione, che permettono di scegliere tra la modalità di rimborso a saldo e quella rateale: a vincere è la modalità di rimborso a saldo (è così per l’80% delle transazioni). Anche il rischio di credito del resto è in miglioramento rispetto al 2015: il tasso di sofferenza è passato dal 2,3% all’1,8%.

Pagamenti digitali: l’Italia in ritardo

Il cashless si fa quindi sempre più strada in Italia, anche se restiamo comunque indietro rispetto agli altri Paesi europei e del resto del mondo. I pagamenti effettuati senza contanti sono cresciuti in generale dell’8,7% ma non è una percentuale sufficiente. In più permane una forte dipendenza degli italiani dal contante e un problema legato alle commissioni per i merchant. Il cambiamento potrebbe arrivare con l’entrata in vigore della PSD2 e grazie alla rapida diffusione del mobile payment e del P2P. Le potenzialità ci sono tutte: la domanda si sta allargando anche a nuovi target, come le donne e i millennials.