L’80% dei lavoratori impegnati nel settore finance ha sperimentato almeno un sintomo di “burnout”, ovvero stress da lavoro.
Questo quanto emerge dalla ricerca BVA Doxa con un focus sul settore della finanza commissionata da Mindwork.
I numeri nel dettaglio
Almeno 1 persona su 10 è stata affetto da stress di lavoro. Nello specifico, il 74% tra questi ha effettuato più di 5 giorni di assenza da lavoro a causa del burnout, contro il 55% di altri “colletti bianchi” attivi in altri settori.
Il 61% dei lavoratori del settore finance che sperimenta malessere psicologico sul lavoro, vive la stessa condizione anche a casa. Mentre il 37% di loro sperimenta condizioni di stress elevato. In generale, emerge una correlazione tra stress e frequenza degli straordinari.
Tra GenZ e Millennials i numeri più alti
L’ambiente di lavoro si conferma il luogo meno adatto a esprimere il proprio malessere emotivo (40% comparto finance e 39% white collar). Più della metà degli intervistati nel settore finance afferma di aver lasciato il lavoro per motivi di malessere emotivo a esso correlato (52%) durante la propria carriera.
Un dato in linea con la popolazione generale white collar (53%). Tale fenomeno è particolarmente evidente per Gen Z e Millennials, in cui la percentuale sale rispettivamente al 66% e al 57%.
Le aziende devono curarsi anche del benessere psicologico
Oltre 9 persone su 10 ritengono essenziale la promozione del benessere psicologico da parte dell’azienda (98% comparto finance e 94% white collar) ma solo il 21% ritiene che la cultura della propria azienda sia a tutti gli effetti inclusiva del benessere mentale.
Tuttavia, si registra un’elevata presenza di supporto psicologico all’interno delle imprese del comparto finanziario (38%), rispetto alle altre realtà impiegatizie del settore white collar (26%) – principalmente all’interno delle multinazionali estere con sede in Italia (79%).
Il dato relativo alla genitorialità
Per il 96% di lavoratori e lavoratrici del comparto finance con figli, il ruolo genitoriale ha un impatto significativo sul proprio benessere psicologico (87% per i white collar). Infatti, più di 1 genitore su 2 del settore finanziario dichiara l’esigenza di un supporto nella gestione dei propri figli da parte dell’azienda (56%), ma solo il 34% ritiene di riceverlo.
Uno scenario complesso
«Uno scenario questo molto complesso che necessità una vera e propria trasformazione culturale all’interno delle organizzazioni: le imprese sono oggi chiamate non solo a far crescere professionalmente le proprie persone, ma anche – e prioritariamente – a farle fiorire come persone in quanto tali.
L’inclusione del benessere psicologico nei processi aziendali è imprescindibile e deve – giocoforza – partire da CEO e prime linee, che hanno il coraggio di ispirare comportamenti e scegliere persone emblema di un nuovo corso organizzativo.
In particolar modo nel settore finanziario, il cambio di paradigma è fondamentale per attrarre talenti che oggi vedono nella gratificazione salariale solo un di cui dell’esperienza lavorativa nel suo complesso», afferma Mario Alessandra, Fondatore e Amministratore Delegato di Mindwork.
Dato indicativo quello riguardante i caregiver del comparto finance, il cui 90% dichiara che questo ruolo abbia un impatto considerevole sul proprio benessere psicologico - dato allineato a quello del target white collars (91%).
All’interno dell’ambito finance, la porzione di caregiver che dichiara un’elevata necessità di supporto da parte dell’azienda nella gestione del proprio ruolo è inferiore rispetto al settore impiegatizio in generale (49% vs 61%).
Nonostante ciò, il supporto percepito da parte dell’azienda è maggiore nel primo caso (35% finance, 16% white collars).