
Tre categorie per le banche che innovano
Accenture ha mappato queste differenze nel suo osservatorio permanente sul FinTech. A seconda del grado di implementazione delle soluzioni digitali, le banche possono essere raggruppate in 3 categorie: le banche Digital Focused, che hanno messo in atto un piano di trasformazione digitale avanzato, coinvolgendo tutti gli aspetti operativi del business e che collaborano con altri player in una logica di ecosistema; le banche Digital Active, che hanno invece utilizzato il digitale a un minore livello di intensità; e infine altre banche, ancora in ritardo nell’implementazione del digitale.
Chi e cosa ci guadagna
L’analisi si concentra poi sul ritorno di queste aperture al FinTech. Il gruppo delle Digital Focused ha ottenuto naturalmente maggiori benefici in termini di premio di valutazione da parte del mercato: l’uso del digitale per trasformare tutti i processi aziendali ricompensa in termini di price-to-book value più elevati (fino a 1,18 volte). Mentre raggiungono valori meno alti le banche Digital Active (0,99x) e le altre banche (0,83x).
Come collaborare
Ma anche i modelli di collaborazione, a ben vedere, sono differenti da banca a banca. La maggior parte ha intrapreso la strada della classica partnership (39%, di cui 22% alleanze, 11% accordi di white label e 6% collaborazioni), altre hanno scelto di essere acceleratori o incubatori (29%), mentre una su quattro ha deciso di investire nel FinTech tramite Corporate Venture Fund. Meno frequenti, invece, le acquisizioni strategiche, dove chi investe ha acquistato più del 50% delle quote di capitale della società target, che rappresentano il 7%.
Quali FinTech hanno attirato le banche?
Circa il 40% delle FinTech che collaborano con le banche si distingue per servizi tecnologici e infrastrutturali all’interno della value chain, con l’obiettivo di migliorare i processi operativi: la cybersecurity, il cloud, gli analytics, la blockchain, l’utilizzo di API. E in Europa più della metà degli accordi di collaborazione sono focalizzati sul front end, mentre il 40% riguarda il back end, con investimenti che migliorano l’efficienza operativa e puntano a una graduale eliminazione del legacy.
Sei aree di sviluppo del FinTech
Digital identity, AI, wealth management, alternative lending, open banking e InsurTech sono le sei aree che, secondo Accenture, promettono di crescere maggiormente nei prossimi anni, e sui cui quindi le banche dovrebbero concentrarsi maggiormente.
• L’Intelligenza artificiale, invece, è una tecnologia in rapida evoluzione e porta grandi benefici alle banche: i player che hanno investito in AI possono incrementare i propri ricavi del 32% nell’arco di 5 anni, con un impatto positivo anche sull’occupazione, che crescerebbe del 9%.
• Guardando alla consulenza finanziaria, i top player bancari globali stanno già proponendo strategie di investimento costruite sulle nuove tecnologie, ma la posta in gioco sul mercato italiano è decisamente alta, tanto che Accenture stima una crescita di mille miliardi di AUM nel risparmio gestito nei prossimi 5 anni.
• Intanto, prosegue la crescita del mercato dell’Alternative Lending (che si stima supererà i 25 miliardi di euro nel 2022) e per quanto riguarda l’Italia si prospetta una opportunità di oltre 45 miliardi di euro di nuovi prestiti e 1,3 miliardi di ricavi addizionali, grazie alla inclusione di clienti che oggi non sono serviti e al potenziale utilizzo di nuove fonti di dati per il credit scoring.
• L’opportunità dell’open banking ha un grande valore: a livello europeo vale oltre 60 miliardi di euro al 2020 e per l’Italia peserà poco meno del 5% delle revenue totali, con un impatto di circa 3,5 miliardi. Sia il mondo delle imprese, sia quello dei privati, investirà quindi su specifici ambiti di prodotto: in primis il mondo del lending (55% del valore generato), a seguire i conti correnti (20%) e i pagamenti digitali (15%).
• Cresce e continuerà a farlo anche l’InsurTech: nel 2018 a livello globale gli investimenti sono aumentati sia in termini di numero di accordi (+11%) sia di investimenti ricevuti (+80,4%), con l’Europa in testa come area a maggiore crescita. Spetta dunque alle compagnie assicurative l’operazione di rebundling, per sostituire alcune componenti poco efficienti della catena del valore con soluzioni e servizi offerti dalle InsurTech.