Longobardi, Presidente di Unimpresa, commenta come una assurdità la possibilità di escludere dal rimborso dei crediti della P.A. gli enti con dissesto finanziario. Un decreto che potrebbe danneggiare imprese legate alla sanità e all'edilizia. E ipotizza anche un ricorso alla Corte Costituzionale
E’ assurdo escludere dal rimborso dei crediti della pubblica amministrazione gli enti in dissesto finanziario. E’ questo il commento di Paolo Longobardi, Presidente di Unimpresa, sui decreti relativi ai ritardi nei pagamenti della P.A. in cui si è ipotizzata l’esclusione dal rimborso degli enti in dissesto finanziario. “Una fetta rilevante dei 70-100 miliardi di euro in ballo, spiega Longobardi, è ascrivibile ai debiti delle Asl che non pagano le aziende fornitrici e perciò, se si tagliassero le regioni con i piani di rientro approvati, tra cui la Campania, potrebbero rimanere a bocca asciutta migliaia di imprese che lavorano nel comparto della sanità e attendono i pagamenti da 1o 2 anni. I danni sarebbero enormi e i fallimenti a valanga la logica conseguenza". L'altro settore "a rischio è quello dell'edilizia: anche i costruttori e le imprese di manutenzione sono in fila d'attesa con comuni, province e regioni che hanno smesso di pagare le fatture".
“Ci auguriamo, afferma Longobardi, che vengano messe in campo tutte le condizioni affinché si evitino le paventate disparità di trattamento territoriali sul rimborso dei crediti della pubblica amministrazione: la creazione di differenze creerebbe una sorta di serie A e di serie B fra le imprese italiane, ed è l'ultima cosa di cui ha bisogno il Paese per uscire dalla recessione. Stiamo seguendo passo passo la questione e attendiamo di leggere i decreti approvati lunedì dal Governo non appena verranno diffusi i testi ufficiali: in questa fase, comunque, non escludiamo alcuna ipotesi, nemmeno quella del ricorso alla Corte costituzionale per violazione dei principi sulla parità di trattamento sanciti dalla Legge fondamentale dello Stato".
“Ci auguriamo, afferma Longobardi, che vengano messe in campo tutte le condizioni affinché si evitino le paventate disparità di trattamento territoriali sul rimborso dei crediti della pubblica amministrazione: la creazione di differenze creerebbe una sorta di serie A e di serie B fra le imprese italiane, ed è l'ultima cosa di cui ha bisogno il Paese per uscire dalla recessione. Stiamo seguendo passo passo la questione e attendiamo di leggere i decreti approvati lunedì dal Governo non appena verranno diffusi i testi ufficiali: in questa fase, comunque, non escludiamo alcuna ipotesi, nemmeno quella del ricorso alla Corte costituzionale per violazione dei principi sulla parità di trattamento sanciti dalla Legge fondamentale dello Stato".