Secondo uno studio dell’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena per molti Paesi dell’area Euro si prospetta un anno caratterizzato da un forte rallentamento economico. Il Pil dell’Italia si contrarrà dell’1,1%. A rischio anche la crescita tedesca, per via del rallentamento dell’export, e quella francese, investita da una riduzione dei consumi finali nazionali
Per l'Italia si prevede un clima di recessione, secondo i dati sul Pil nel III trimestre 2011 che registrano un -0,2% trim/trim, con un trend negativo di produzione, ordinativi e consumi, e un mercato del lavoro che si mostra estremamente debole. Secondo le stime dell’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena, nel 2012 l’Italia continuerà a registrare un calo del Pil pari all’1,1%, a causa di una flessione della domanda interna.
L’allungamento dei tempi di soluzione della crisi europea penalizza anche il nostro Pese: le tre manovre restrittive (le due estive più quella di Monti) peseranno infatti sul Pil dei prossimi tre anni per, rispettivamente, il 3,1%, il 4,9% e il 5,2%. L’80% degli interventi per il 2012 prevedono, difatti, maggiori tasse, con un impatto negativo sui consumi delle famiglie che, per l’anno in corso, sono attesi in calo dello 0,9%.
Anche il settore degli investimenti continua a perdere terreno (-2,1%), evidenziato dal forte rallentamento degli ordinativi, fenomeno comune d’altronde a tutte le principali economie dell’area Euro (Germania e Francia). In questo scenario non aiuterà né la dinamica della spesa pubblica (-1,2%) né il calo delle esportazioni (-3% a/a).
Se il decreto “Cresci Italia” dovesse avere effetti positivi sulla crescita, l’ipotesi della recessione per il 2012 rimarrebbe comunque confermata, anche se meno marcata (-0,6%). Al contrario, qualora il decreto non desse i frutti sperati, e nel caso in cui la situazione Europea dovesse deteriorarsi ulteriormente (le tensioni saranno particolarmente forti nei primi sei mesi del 2012 quando, in area Euro, saranno emessi 456 Mld di euro di titoli con cedola dei totali 800 Mld di euro previsti per il 2012) la contrazione del Pil potrebbe superare l’1,5% (-1,6%).
Le esigenze di liquidità del sistema bancario italiano aumentano: le banche, negli ultimi mesi, han fatto ricorso alla liquidità messa a disposizione dalla Bce, ottenendo un finanziamento di 210 Mld di euro, quattro volte superiore al dato di un anno prima.
Anche la situazione sul mercato interbancario sta diventando piuttosto delicata: il differenziale tra i tassi Euribor, quotati sul mercato interbancario europeo, ed i corrispettivi tassi quotati sul mercato italiano E-Mid, ha iniziato ad allargarsi da fine 2010 su tutte le scadenze. Come conseguenza, sebbene i volumi scambiati sul mercato italiano siano modesti, prendere a prestito su questo mercato costa circa il doppio rispetto alle operazioni effettuate sul mercato europeo.
La situazione degli altri principali paesi europei non è molto diversa: Francia e Germania stanno già assistendo ad un sensibile rallentamento del Pil.
La Germania, paese in cui le esportazioni nette contano per oltre il 6% del Pil, affronta un notevole rallentamento dell’export, in linea con il ridimensionamento della domanda mondiale. Se questo trend dovesse proseguire, la vendita delle merci tedesche all’estero subirebbe una contrazione del 5% per l’intero 2012.
Per quanto riguarda la Francia, mentre rallentano i nuovi ordinativi, i dati del Pil mostrano già una contrazione dei consumi, la prima dal secondo trimestre 2009. Dopo il declassamento di S&P è atteso in diminuzione anche il contributo della spesa pubblica, che nei primi tre trimestri del 2011 è stato di uno 0,2% sulla crescita tendenziale del Pil.