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Difficile accesso al credito. Tink, serve l’open banking: solo metà delle banche lo usa

open banking prestiti Tink

I criteri di accesso al credito si sono inaspriti e i modelli di valutazione creditizia delle banche sono rimasti indietro: la metà degli istituti italiani non usa l'open banking.

Il rischio è non erogare credito anche a chi avrebbe le carte in regola.

A dichiararlo è Tink in una recente indagine che ha coinvolto 380 dirigenti finanziari in tutta Europa.

I dati dello studio: la situazione in Italia

Secondo la piattaforma di open banking, un numero significativo d'istituti di credito in Italia non ha ancora adottato modelli di valutazione dell'accessibilità che creerebbero processi di prestito più equi.

Il report riporta infatti come il 62% degli istituti di credito italiani abbia inasprito i criteri di accessibilità ai prestiti dopo la pandemia, dato che sale al 73% quando si parla di prestiti alle imprese.

Questo ha fatto sì che ad alcuni clienti sia stato negato inutilmente l'accesso al credito.

Gli istituti di credito italiani affermano che tra i motivi principali per cui alle persone viene negato il credito vi è l'impossibilità di stimare i costi variabili (38%), la difficoltà di classificare i comportamenti a rischio (35%) e l’incapacità di verificare il patrimonio (31%), così come di accedere allo storico dei pagamenti (29%).

Metà degli istituti bancari italiani non usa l’open banking

Attualmente, il 55% degli istituti di credito italiani non utilizza ancora questa tecnologia per generare un punteggio di credito basato sui dati delle transazioni, mentre il 50% non la utilizza per valutare le spese e l'accessibilità complessiva.

Tuttavia, i risultati di Tink indicano una crescente propensione ad abbracciare le tecnologie basate sull'open banking, con il 42% che prevede di adottare punteggi di credito basati sui dati delle transazioni nei prossimi 12 mesi.

«Molti istituti si affidano ancora ai controlli tradizionali del credito per determinare l'idoneità ai prestiti – commenta Nicola Venditti, Business Development Manager di Tink in Italia – ma è necessario comprendere che i nuovi modelli si basano sulla tecnologia open banking».