Le banche accelerano sull’adozione del cloud, ma con una serie di cautele, legate anche alla normativa. «Come Red Hat stiamo lavorando molto con il banking per quanto riguarda la parte applicativa – spiega Giuseppe Bonocore, Principal Solution Architect di Red Hat – mentre a livello di settore c’è sicuramente maggiore cautela sugli aspetti infrastrutturali, anche per preoccupazioni oggettive sugli aspetti normativi. In generale, comunque, le banche proseguono il loro journey to cloud e in alcune aree tecnologiche le banche nella nuvola sono ormai la maggioranza».
Cloud a rischio lock-in?
Un journey che deve confrontarsi anche con il tema del lock-in legato alle tecnologie cloud. «Red Hat è da sempre legata all’open source – premette Bonocore – stiamo quindi lavorando per uniformare l’approccio al cloud nei servizi finanziari e aiutare le banche a strutturare le applicazioni in modo cloud-agnostico. Diversi fattori, dalle modalità contrattuali e di billing fino alle funzionalità verticali di un cloud provider, presentano dei rischi di lock-in: Red Hat, insieme a IBM, propone un approccio alle soluzioni multicloud e ibride, che mitigano questi rischi con wayout tecnologici e uniformando le skill per implementare determinate tecnologie sia nel cloud sia on premise».
Cambia il modello operativo
Il tema del lock-in è particolarmente importante perché nel cloud non parliamo di una singola tecnologia ma dell’intero stack, dalla connettività al dato. «Parliamo di scelte che spostano il modello operativo della banca – prosegue Bonocore – qualcosa di diverso rispetto al tradizionale outsourcing bancario. Dobbiamo anche considerare che alcuni vendor cloud sono attori globali che hanno offerte di servizi molto ampie, anche in competizione con quella bancaria. La matrice di collaborazione è complessa e una certa dose di prudenza, da parte degli incumbent, è comprensibile».
API come servizio gestito
Red Hat ha reso disponibile come managed service OpenShift API Management, «per rendere sicura l’esposizione di API, un ambito in cui le banche hanno finora agito più in ottica di compliance che di sviluppo del business – commenta Bonocore. L’esposizione di API è il culmine della modernizzazione applicativa per superare i sistemi legacy, ma le banche hanno bisogno di una funzionalità che riduca l’impatto economico degli investimenti, rendendo più prevedibili i costi. La collaborazione con le FinTech è in crescita e queste soluzioni permettono di rendere i servizi scalabili economicamente, e non solo tecnologicamente. L’API Management può, ad esempio, essere utilizzato inizialmente come managed service per accelerare l’adozione e magari in seguito adottato in premises, se conveniente».
Senza standard, non c’è collaborazione
Nel cloud come per le API, l’open source e gli open standard restano fondamentali nella visione di Red Hat. «Siamo membri di BIAN, che fa della standardizzazione in ambito bancario una sua missione, e vediamo i primi miglioramenti nella complessa creazione di standard per le API – conclude Bonocore. Del resto la tecnologia Red Hat è un candidato ideale per implementare soluzioni standard, aperte e semplici da implementare e gestire. Meno standardizziamo e più sprechiamo occasioni di mettere a fattore comune gli investimenti, di collaborare con un ecosistema di attori. È l’open a rimettere in circolo l’innovazione».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di giugno 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop .