L’adeguamento all’obbligo di collegamento tra POS e cassa sarà uno dei temi centrali per l’evoluzione del mercato dei terminali di pagamento nel 2025. Che darà una spinta sia a nuovi modelli sia a nuove collaborazioni.
«Nel 2024, la quota di POS Android collocati sul mercato è tornata preponderante rispetto a quella dei terminali legacy – premette Andrea Zucchiatti, co-founder e Direttore Generale di Pax Italia – anche se questi ultimi restano il punto di riferimento per l’interfacciamento con le casse. L’adeguamento all’obbligo normativo, che prevede anche il conferimento telematico dei corrispettivi, è il grande trend da valutare. Sicuramente ci sarà una spinta verso prodotti smart con uno schermo più grande, come il nostro A8700».
La newco per registratori di cassa smart
In questo ambito, PAX ha annunciato una collaborazione con CustomPay, per integrare un modulo di pagamento in una delle loro casse. «Ma è stata anche costituita una società ad hoc, Zolon Technology – racconta Zucchiatti –, controllata al 100% da PAX Technology, che si occuperà specificamente di realizzare registratori di cassa smart, basati su Android. Sono previste diverse linee di prodotto: alcune pensate per delle postazioni di pagamento fisse, altre orientate a modelli flessibili, ad esempio per le esigenze della ristorazione, dove il cliente vuole pagare al tavolo, o dello shopping di lusso. Un elemento che accomuna i prodotti di Zolon è la ricerca di un design e di materiali decisamente accattivanti, come l’alluminio, anziché la plastica».
Superare le ultime criticità del c-less
Sempre lato hardware, un’altra novità riguarda l’entry level, «con il nuovo POS A99 – prosegue Zucchiatti – che è pensato per superare una piccola criticità del contactless. Con i terminali tradizionali, il cliente visualizzava l’importo prima di digitare il PIN. Con lo spostamento della landing zone del c-less, in alcuni modelli può capitare di “tappare” senza vedere l’ammontare della transazione. L’A99 sul lato frontale ha sia una stampante sia un piccolo schermo che permette al cliente di vedere quanto sta pagando».
Verso terminali tutto in uno
Il mondo dell’unattended conferma così il proprio orientamento verso terminali all in one, sempre più presenti nelle vending machine e in forte diffusione per le colonnine di ricarica dei veicoli elettrici.
Un ambito, quest’ultimo, in cui le difficoltà del mercato auto e il sostanziale stallo delle vendite di e-car stanno rallentando le operazioni degli operatori di ricarica di dimensioni minori. Ma in cui è ben presente la consapevolezza di dovere semplificare l’esperienza di pagamento dell’utente, affiancando alle app proprietarie anche delle opzioni di pagamento aperte, basate cioè su carta e NFC wallet.
Produzione in house per avere maggiore efficienza
Sono poi state avviate anche le fabbriche di proprietà di PAX, che consentiranno all’azienda di produrre i propri terminali in house, ottimizzando il controllo della filiera e la compliance alla certificazione ESG.
«In Italia, poi – approfondisce Zucchiatti – siamo stati tra i protagonisti del pilota e della stesura delle specifiche per l’accessibilità dei terminali POS. I nostri prodotti sono certificati con questo standard, diventato obbligatorio per le specifiche di pagamento Bancomat, che garantiscono una user experience inclusiva degli dei non vedenti e ipovedenti per attività fondamentali come la digitazione del PIN e la conferma dell’importo».
Gli interventi nel mondo software
Lato software, invece, continua il miglioramento delle attività di installazione e manutenzione dei POS Android, «con componenti aggiuntive per la diagnostica del terminale e le attività di manutenzione predittiva – elenca Zucchiatti –, l’assistenza da remoto per le macchine e, in generale, il censimento e l’enrollment dei terminali in maniera semplificata. Si può fare ancora moltissimo per rendere la vita facile all’esercente e permettergli di installare il POS in totale autonomia, oppure con un’assistenza da remoto, riducendo il costo dell’onboarding in termini di tempo e di denaro, come già fatto da alcuni player che lavorano su un modello diretto».
I limiti attuali del softPOS
Tutto da vedere, infine, l’effettivo impatto dei softPOS. «Anche PAX ha certificato una propria soluzione – conferma Zucchiatti – ma bisogna capire come veicolarla sul mercato. Il softPOS, infatti, presenta dei costi di gestione e di manutenzione importanti che non lo rendono così conveniente rispetto a un PINpad. È qualcosa che abbiamo già visto accadere con gli mPOS, altra soluzione che si è rivelata assai costosa dal punto di vista della manutenzione e del dialogo con i sistemi operativi iOS e Android. Mi sembra che il softPOS si porrà in concorrenza soprattutto con gli mPOS e PAX, in questa fase, punta soprattutto sul modello A50, un terminale smart delle dimensioni di un telefono e che permette anche di archiviare le ricevute elettroniche e di interagire con una stampante».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2024 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.