Pagamenti: un’occasione per le banche ma bisogna fare presto

Pagamenti banche
Antonino Massimo Gueli, Managing Partner C2Partners

Due notizie arrivano alle banche dal fronte dei sistemi di pagamento. Una è buona: gli italiani stanno finalmente abbandonando il contante.

Questo vuol dire che si aprono interessanti prospettive di crescita per una fonte di ricavi commissionali che, storicamente, non ha sempre contribuito in modo adeguato nei bilanci (mentre, grosso modo, potrebbe rappresentare oltre il 20% delle commissioni totali) ed è stata per questo oggetto di minore attenzione nelle strategie di sviluppo commerciale (ad esempio le carte di pagamento come accessorio del conto corrente).

L’altra, invece, è una notizia preoccupante. L’evolvere della tecnologia digitale, che disintermedia progressivamente i pagamenti, sta moltiplicando operatori e offerte competitive.

Come dire che, appena emersa, l’opportunità rischia di ridimensionarsi.

Il 45% degli italiani paga smart

Vediamo in dettaglio che cosa sta accadendo e che cosa converrebbe fare alle banche.

In Italia, i pagamenti cash (per anni stabili al 90% del totale) si sono drasticamente ridotti a favore dei pagamenti digitali che, nel 2022, hanno raggiunto i 400 miliardi di euro, considerando sia le carte di pagamento (fino al 50% delle transazioni, on site e da remoto), sia i pagamenti digitali in genere (circa il 13%).

Digital transformation dei servizi, norme funzionali all’innovazione (PSD2 e PSD3) e nuove abitudini dei consumatori (alimentate anche dall’emergenza sanitaria del 2020-22) hanno concorso a modificare strutturalmente lo scenario.

I pagamenti quotidiani in mobilità integrati in device (in prevalenza smartphone) sono ormai la norma: nel 2023, il 45% degli italiani ha usato una funzionalità smart per pagare (+32% rispetto al 2022).

120 milioni di carte in Italia

La sostituzione del contante, fin qui, è avvenuta prevalentemente grazie alle soluzioni bancarie basate su circuiti di pagamento (come Visa, Mastercard, Bancomat), rese più semplici e fruibili dalle innovazioni tecnologiche (per es. integrazione nel cellulare).

In Italia sono circa 120 milioni le carte di pagamento in circolazione (più di due pro capite, con circa quattro milioni di POS nel 2022).

La preferenza verso il pagamento digitale è testimoniata dai dati: dal 2016 a oggi il valore medio della transazione è diminuito in media del 20% (si usano le carte anche per le piccole spese); nello stesso periodo, il numero di transazioni medio per carta è più che raddoppiato (da circa tre a settimana per credito e debito e due per prepagata alle sei settimanali per credito e debito e cinque per prepagata).

Una nuova esperienza nel checkout

In questo scenario, imprevedibile solo qualche anno fa, si sono inseriti nuovi operatori e servizi alternativi che innovano l’esperienza di checkout e trasferimento di denaro, grazie ad approcci peer-to-peer che si sganciano da una tradizionale logica del circuito.

Parliamo di soluzioni account-to-account fruibili in mobilità e molto convenienti, a cui si affiancano smart wallet e proposte verticali, che semplificano e rendono più efficiente gestione e amministrazione: per esempio facilitando monitoraggi e processi amministrativi delle aziende.

Soluzioni che rendono semplice, immediato e di valore il checkout (digitale e fisico), collegando gli attori della transazione in modo sempre più diretto (e sicuro, grazie anche a sistemi di riconoscimento evoluto, come biometria e tokenizzazione) e liberando risorse per integrare in modo seamless servizi a valore aggiunto connessi alla transazione (ad esempio soluzioni di finanziamento per privati, facilitazioni di pagamento B2B, rendicontazioni e riconciliazioni smart per le imprese).

Il rischio sui margini bancari

In un business in cui i volumi sono un fattore decisivo, la rapida diffusione di queste nuove soluzioni può erodere rapidamente, in misura significativa, la marginalità delle banche da soluzioni tradizionali, già ridimensionata (nell’ordine del 20-25%) da investimenti e costi incrementali sostenuti per l’evoluzione del servizio e dall’aumento dei costi di alcuni servizi e fattori produttivi.

Presidiare, gestire e aggiornare

Sintetizzando: la strada del futuro è tracciata e offre prospettive di ricavo interessanti; le banche possono percorrerla efficacemente (anche perché continuano a detenere un rilevante patrimonio di clienti) ma devono evolvere l’offerta (rispetto alle attese dei clienti), ancora troppo limitata al semplice pagamento.

Per recuperare il ritardo, bisognerebbe attuare strategie di marketing specifiche e operare in tre direzioni:

presidiare in continuo gli economics, rafforzando il monitoraggio (grazie a conti economici di prodotto sull’offerta issuing e acquiring) ed efficientando set-up di business e procurement;

gestire attivamente le politiche di pricing monitorando e aggiornando flessibilmente le condizioni applicate;

aggiornare/arricchire l’offerta oltre la funzionalità pura (anche grazie a strategie collaborative abilitate da risorse tecnologiche e nuova normativa), rendendo sempre più semplice e immediato l’uso del servizio e favorendo il cross selling, con servizi di finanziamento (trasparenti e di facile attivazione) e ad alto valore aggiunto contestualmente al momento dell’acquisto.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di ottobre 2023 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop

 

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