Commento AICEL

Pagamenti digitali e prepagate sostengono l’e-commerce italiano: +25% in tre anni

E-commerce e pagamenti digitali in Italia

Devid Jegerson, esperto di pagamenti digitali e componente del comitato scientifico di Aicel

Il ricorso ai pagamenti digitali cresce in tutta Europa e, sebbene l’Italia sia ancora fanalino di coda nella classifica, la distanza con gli altri Paesi si accorcia.

Soprattutto negli ultimi tre anni, il trend d’uso della moneta elettronica ha mostrato una crescita significativa (+25%), che fa ben sperare in un avvicinamento ai livelli degli altri Paesi europei.

Un traguardo da raggiungere con perseveranza se, come sostenuto da alcuni studi, esiste una correlazione tra la maggior diffusione dei pagamenti digitali e il benessere economico di uno Stato. I dati sono quelli dell’ultimo rapporto annuale della Banca d’Italia e di quello altrettanto recente pubblicato dalla Banca Centrale Europea.

Un trend europeo

La crescita costante dei pagamenti elettronici accomuna tutta l’Europa, in particolare negli ultimi due anni. Paesi Bassi, Finlandia e Regno Unito sono in testa per quanto riguarda l’uso. Questi Paesi hanno accolto a braccia aperte i pagamenti elettronici, dimostrando l’enorme potenziale della trasformazione digitale.

La loro tendenza indica un movimento verso società senza contanti, alimentato dalla fiducia nella tecnologia e nell’innovazione. Anche se a livelli più contenuti, dall’Italia alla Grecia, dalla Germania alla Spagna, il trend di crescita costante indica un’attenzione più focalizzata sulla finanza digitale.

Questo processo sottolinea la necessità di quadri normativi, alfabetizzazione finanziaria e infrastrutture tecniche capaci di promuovere un ecosistema finanziario equo. Le ripide pendenze e i rari altipiani dei grafici ci ricordano che il percorso verso l’adozione digitale non è sempre lineare.

Le oscillazioni economiche, i cambiamenti legislativi e gli sviluppi tecnologici influenzano queste tendenze. Ciononostante, è possibile prevedere una persistenza del fenomeno e una crescita incrollabile.

Le carte prepagate ancora in crescita

Un altro elemento interessante da analizzare è l’andamento delle carte prepagate. Secondo il rapporto della Banca d’Italia, ad oggi le prepagate raggiungono quasi un terzo delle carte emesse.

Sono 33,2 milioni quelle in circolazione nel 2023 con un aumento del 7% rispetto al 2022 e, ancor più rilevante, del 15% per quanto riguarda le operazioni di pagamento che mostrano dunque un sempre maggior utilizzo.

La crescita di tale strumento di pagamento ha contribuito a una espansione del mercato retail e del commercio elettronico. Quest’ultimo ha triplicato la sua quota di mercato tra il 2019 e il 2021, secondo i dati NielsenQ Homescan.

Non è un caso che a fine 2023 Poste Italiane abbia registrato un nuovo record di transazioni sugli e-commerce tramite PostePay: sull’anno precedente la crescita nell’uso della prepagata per acquisti online è stata del 18,8%, corrispondente a un valore complessivo di oltre 510 milioni di euro.

La resistenza culturale

L’Italia è dotata di una infrastruttura all’avanguardia per quanto concerne il sistema dei pagamenti e le tecnologie a esso collegate, eppure persiste una resistenza culturale che ne frena un utilizzo più diffuso. E questo nonostante proprio l'Italia sia stato il primo Paese ad aver sperimentato la moneta elettronica e la prepagata ricaricabile.

Basti osservare la presenza dei POS in Italia rispetto ad altri Paesi d’Europa, che nel 2023 ha raggiunto una quota di oltre 3 milioni di terminali, superiore alla Francia (2,8 milioni) e seconda solo alla Spagna che ne conta 3,9 milioni.

Tuttavia, a fronte della dotazione di terminali, in Italia si effettua meno della metà delle operazioni per terminale (2.107) rispetto alla Francia (4.987). Il caso limite è quello della Finlandia, caratterizzata da un altissimo avanzamento in termini di pagamenti digitali, dove con 145mila POS sono state effettuate ben 8.905 operazioni per terminale.

Chi resta legato al cash

L’ultimo rapporto annuale della BCE cerca di tracciare l’identikit e le motivazioni di chi continua a preferire il contante. I risultati sono abbastanza sorprendenti: anche chi è più connesso al mondo digitale, o più giovane, predilige i pagamenti cash.

Pare, quindi, che l’uso del contante sia il risultato di un complesso intreccio di preferenze e comportamenti individuali.

A usare con più disinvoltura i sistemi di pagamento digitale risultano essere coloro che hanno maggiori competenze economiche e finanziarie, oltre alla consapevolezza che l’innovazione digitale rende sempre più sicuro l'ecosistema dei pagamenti elettronici e online.

In un’era in cui la tecnologia rimodella costantemente la nostra vita quotidiana, l’aumento dei pagamenti elettronici è un indice della flessibilità umana. Non si tratta solo di comodità; si tratta di creare un sistema finanziario affidabile e inclusivo che avvantaggi sia gli individui sia le aziende.