La tecnologia affianca e rafforza il ruolo del wealth manager. Da una parte, permette di conoscere meglio l’investitore, per proporgli un’offerta personalizzata, dall’altra potenzia le capacità di consulenza del gestore grazie a tecniche di AI.
«Il mondo del WM è in continua evoluzione e, anche se negli ultimi anni si sono affacciati sul mercato innumerevoli operatori online per investimenti fai-da-te, la tendenza torna a essere quella di affidarsi a un consulente, in particolare per il primo contatto. Per poi monitorare le scelte di investimento e dialogare anche su altri canali – racconta Laura Cravanzola, Market Line Manager Finance di ORS, Gruppo Dedagroup.
Scelte ovviamente coerenti con il profilo dell’investitore, che indicano chiaramente la necessità di offrire servizi validi e competitivi, capaci di raggiungere gli obiettivi di investimento prefissati.
I wealth manager hanno quindi la possibilità di rafforzare il loro ruolo di guida, ma devono affrontare una importante sfida: comprendere al meglio le caratteristiche e i bisogni della clientela per un servizio realmente personalizzato, così da fare percepire al cliente il valore della consulenza e creare un rapporto di fiducia duraturo nel tempo».
Valorizzare il dato
Per affrontare la sfida della personalizzazione serve la tecnologia: partire dai dati, per valorizzare le informazioni in possesso, e poi applicare approcci matematici, come algoritmi e intelligenza artificiale, per supportare il processo decisionale dei gestori.
«Per avere una visione completa del cliente e del suo patrimonio, non solo finanziario, vanno analizzati dati da fonti interne ed esterne, strutturati e non strutturati – precisa Cravanzola.
In questo modo si possono individuare le migliori strategie per la consulenza finanziaria e proporre il servizio più adatto per segmento di clientela (Wealth, Private, Retail) e per volumi serviti, con modelli di servizio ibridi».
Sperimentazioni per l’AI...
Il WM è pronto a evolvere ulteriormente grazie al supporto dell’AI, perché ORS è al lavoro per affinare l’utilizzo di questa tecnologia all’interno della propria piattaforma, con un piano di dieci idee innovative per potenziare alcune fasi del processo di consulenza.
«Agiamo sugli aspetti finanziari, quindi sull’asset allocation per ottimizzare i portafogli con modelli innovativi e spiegabili tramite machine learning al cliente, ma anche con modelli evoluti di risk management e supporto nella pianificazione finanziaria sulla base delle esigenze del cliente – chiarisce Cravanzola.
Ma non solo, tra gli obiettivi, c’è anche conoscere meglio il cliente: usare i dati per personalizzare quindi l’offerta ma anche comprendere e spiegare, grazie alle capacità di analisi dei testi dell’AI, i razionali dietro una proposta.
È una forte sfida per il settore, soprattutto perché oggi il gestore deve rispondere a esigenze e domande su ambiti sempre più numerosi e l’AI può supportare le sue competenze, migliorando l’esperienza del cliente».
… anche nel digital marketing
Infine, la sperimentazione è aperta anche in campo digital marketing e in strumenti per la fase di onboarding della clientela.
Nuove soluzioni che andranno ad arricchire l’offerta congiunta dell’Hub Finance & Data di Dedagroup sui mercati finanziari.
«Testeremo la capacità dell’AI di analizzare i testi e le interazioni al fine di tramutare i dati in azioni efficaci – conclude Cravanzola – ovvero definire strategie per tradurre molti più contatti in lead e nuovi clienti».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di maggio 2024 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.