L’impiego della blockchain non è oggi al centro dei budget del sistema finanziario italiano, nonostante l’interesse strategico per questi strumenti rimanga acceso. L’attenzione mediatica e quella degli operatori si è evoluta: è diventata più matura e orientata su ambiti di applicazione concreti, in particolare le stablecoin e la tokenizzazione delle securities finanziarie.
Sebbene l’Italia sconti un ritardo negli investimenti, con budget contenuti che riflettono una fase di adozione ancora iniziale, il settore finanziario si conferma il principale motore delle iniziative.
La normativa normalizza la tecnologia, ma le banche restano a guardare
Le nuove normative europee stanno aiutando a “normalizzare” la tecnologia, fornendo il perimetro regolamentare chiaro che gli operatori istituzionali attendevano. Sebbene la spinta all’innovazione provenga anche da mercati esteri (in particolare da USA), la regolamentazione UE permette ora di agire in modo ordinato.
Nonostante ciò, la risposta delle banche italiane è ancora caratterizzata da un approccio wait and see e l’attività rivolta al mercato appare limitata. I casi d’uso concreti più interessanti, per quanto in fase embrionale, sono le prime emissioni di obbligazioni digitali.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di novembre 2025 di AziendaBanca. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.
