Il KYC, o Know Your Customer, è la procedura con cui gli istituti finanziari verificano l’identità dei loro clienti, che vengono coinvolti nei processi di verifica.
Questo acronomico, che sta per “conosci il tuo cliente”, sintetizza la necessità, che c’è sempre stata, di identificare con certezza l’identità del cliente di una banca o di un’azienda finanziaria e di conoscerlo, nel senso di capire se può essere coinvolto in fenomeni come il riciclaggio di denaro o le frodi creditizie. Coinvolto, eventualmente, anche come vittima.
Con l’aumento di utenza del banking digitale, la necessità di identificare i clienti in tempo reale e in modo sicuro è diventata ancora più importante per contrastare fenomeni fraudolenti e criminosi. La piccola e grande criminalità sfrutta infatti ogni possibilità, digitalizzazione compresa, per trarre profitti illeciti.
Abbiamo approfondito il tema delle frodi creditizie e del contrasto alla criminalità finanziaria in un episodio di “#define banking next”, il podcast sulla banca del futuro che AziendaBanca realizza insieme a CRIF, in un’intervista a Fabrizio Arboresi, Senior Director di CRIF, di cui questo articolo è un adattamento testuale.
AG. La sigla KYC è probabilmente nota soprattutto agli addetti ai lavori, ma ne hanno fatto esperienza moltissimi consumatori, oggetto delle verifiche. L’attenzione ai processi di KYC è aumentata di pari passo con la digitalizzazione dei processi che comporta la necessità di identificare clienti in tempo reale e senza interazione fisica. Quali sono gli ultimi dati di CRIF sulle procedure di KYC?
FA. CRIF rileva le principali caratteristiche di soggetti ed esiti dei processi KYC di oltre 150 player finanziari italiani. Nel nostro white paper “Know Your Customer & Business Lookout” abbiamo riportato i dati di un campione complessivo di 2,2 milioni di persone fisiche e 5,8 milioni di imprese, di cui 2 milioni di società di capitali.
Questa analisi ha riguardato quindi sia profili sia imprese, segnalando possibili truffe, oppure catene partecipative e gruppi societari molto complessi e quindi a cui prestare attenzione, ma anche la presenza in liste antiriciclaggio di privati e titolari effettivi.
Vediamo qualche dato particolarmente significativo.
Iniziamo dal rischio di riciclaggio che, nel 2024, è ancora un fenomeno rilevante in Italia, così come gli illeciti per corruzione, estorsione, evasione, reati tributari, fallimentari e societari.
Per affrontare la pandemia e la crisi economica, complicata dai conflitti in corso, sono state messe in circolazione risorse pubbliche importanti e questo ha sensibilmente aumentato il rischio di illeciti a danno di cittadini e imprese.
Dall’Osservatorio CRIF emerge che nel 2023 l’aumento di quasi il 15% di casi di privati con volumi elevati di operazioni creditizie anomale, non in linea con la loro categoria di appartenenza. Per quanto riguarda le imprese, invece, il 2,9% ha una catena partecipativa particolarmente complessa, che richiede di analizzare tre o anche più livelli della catena societaria.
A maggiore rischi di illeciti sono le imprese più piccole, di recente costituzione, collocate nel centro-sud e che operano prevalentemente in edilizia o consulenza, soprattutto quando presentano ritardi nei pagamenti.
AG. Hai citato l’aumento di casi di “non coerenza con la categoria del cliente” e di “complessità delle catene di partecipazione”. Che conseguenze hanno per gli istituti di credito e come ci si protegge da questi fenomeni?
FA. L’ecosistema di dati di CRIF aiuta a costruire portafogli di alta qualità e a gestire le relazioni creditizie. Quindi, a individuare i clienti più affidabili distinguendoli da quelli che potrebbero presentare un rischio maggiore.
Il dato rilevato dall’Osservatorio circa l’aumento dei casi in cui le operazioni creditizie non sono coerenti con la categoria del cliente (per la precisione del 14,7% rispetto al 2022), sottolinea la necessità per gli istituti di credito di rafforzare i loro controlli: il fatto che un cliente abbia un numero di finanziamenti, o un volume di operazioni, non coerente con il proprio profilo, può indicare l'uso di prestanome o altre attività sospette, spesso legate al riciclaggio.
Un altro segnale di possibili comportamenti fraudolenti è l’estinzione anticipata di più finanziamenti.
Bisogna poi prestare particolare attenzione alle catene di partecipazione complesse e ai legami con l’estero, specie con paesi ritenuti ad alto rischio. Sono tutti segnali che possono rappresentare un rischio rilevante in termini di frodi o riciclaggio di denaro.
I dati CRIF ci dicono che il 33% delle società italiane fa parte di un Gruppo. Di queste, l’11% è collegato con un paese estero. Analizzando solo i gruppi con aziende estere troviamo un ulteriore sottogruppo, pari al 16,3%, con una catena partecipativa complessa, con una profondità pari ad almeno 3 livelli.
Per banche e istituti finanziari è quindi essenziale monitorare non solo la singola impresa, ma anche il gruppo di cui fa parte, al fine di comprenderne meglio vulnerabilità ed esposizione al rischio di riciclaggio per individuare possibili collegamenti opachi o operazioni sospette, prevenendo il finanziamento di attività illecite.
Le soluzioni CRIF aiutano le banche a ricostruire rapidamente la catena per risalire al Titolare Effettivo. Abbiamo sviluppato una piattaforma che si chiama KYC More: un motore proprietario che analizza in tempo reale anche catene complesse e che si estendono su più paesi, coprendo più di 450 milioni di aziende nel mondo. Aderisce al framework regolamentare italiano e gestisce le peculiarità societarie tipiche della nostra realtà nazionale, oltre a fornire una vista completa sulle aziende estere.
AG. Facciamo un passo ulteriore: in che modo la verifica dell’identità dei clienti e dei titolari effettivi, mediante il KYC, permette di prevenire le frodi creditizie? E quali sono i rischi più recenti che avete individuato con il vostro Osservatorio proprio sul tema delle frodi?
FA. Stando ai dati riportati dall’Osservatorio CRIF – Mister Credit sulle Frodi Creditizie, nel 2023 sono stati registrati in Italia oltre 32.400 casi di frode creditizia basata sul furto di identità con un importo medio per frode di 4.666 euro (cresciuto di oltre il 20%) e il valore economico complessivo è salito del 14,5%, superando i 151 milioni di euro.
Analizzando i trend per fasce di importo, vediamo che i casi di frode con importi inferiori ai 1.500 euro mostrano una contrazione (-25,8%) e rappresentano meno del 30% del totale. Quindi, meno frodi di basso importo.
Emerge però anche una preoccupante crescita delle frodi con importi più elevati, in particolare l’aumento di circa il 13% delle frodi nella fascia tra i 1.500 e i 3.000 euro, segnale di un’evoluzione nelle strategie dei frodatori, sempre più abili a colpire bersagli con maggiore capacità di spesa.
Ancora più allarmante è l’impennata delle frodi con importi compresi tra i 5.000 e i 10.000 euro (+46,7%) e di quelle con importo superiore ai 20.000 euro (+28,6%).
AG. Con 151 milioni di euro possiamo dire che il bottino dei criminali si fa sempre più sostanzioso e alcune frodi iniziano a raggiungere numeri davvero significativi. Dietro queste frodi ci sono atteggiamenti e cambiamenti legati al digitale e alle abitudini di consumo. Qual è stato il profilo delle vittime nel 2023 e quali trend ha seguito il fenomeno delle frodi?
FA. In effetti è proprio così! I dati del nostro Osservatorio evidenziano che i casi di frode sono sempre più concentrati su colpi di maggiore entità e sfruttano tecniche di attacco più sofisticate e difficili da identificare per le vittime.
I criminali possono così creare identità nuove ma inesistenti, approfittando della crescente complessità del panorama finanziario.
Vediamo alcune evoluzioni anche per quanto riguarda gli strumenti colpiti. I truffatori sembrano meno interessati alle carte di credito, comprese quelle revolving: vediamo un calo dei casi di frode di circa il 32%, anche se questi episodi restano molto gravi per quanto riguarda l’importo: parliamo di una media di circa 7.500 euro.
Come già visto nel 2022, anche nel 2023 sono invece cresciute le frodi collegate al commercio elettronico, in particolare sulle piattaforme che offrono soluzioni di pagamento “Buy Now, Pay Later”. Dobbiamo precisare che questo strumento è colpito da una quota ancora marginale delle frodi, cioè il 3,6% del totale. Tuttavia, va osservato con attenzione perché il numero di casi è triplicato nel corso del 2023 e questo indica un deciso interesse della criminalità.
La categoria di finanziamento più esposta alle frodi si conferma invece quella dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, con il 45,3% dei casi nel 2023. Crescono anche le frodi relative a prestiti personali, con un +14% del numero di casi.
L’analisi del profilo delle vittime conferma che sono gli uomini i più colpiti, con ben oltre la metà del totale dei casi, cioè il 63,6%.
Gli uomini sono evidentemente più propensi a divulgare online informazioni personali ma si registra anche un leggero aumento delle donne, nell’ordine di un punto percentuale (+0,9%) in controtendenza rispetto al passato.
La fascia di età più colpita si conferma essere quella centrale (41-50 anni con il 22,5%), anche se sono gli anziani (ultrasessantenni) ad aver registrato il maggior aumento percentuale, con una crescita di quasi il 10% del numero di frodi nel 2023.
Cala invece significativamente il numero di vittime con meno di 30 anni di età.
Questi dati sono allineati ai risultati dello studio OECD/INFE del 2023, che evidenzia una correlazione tra la bassa conoscenza finanziaria e la maggiore vulnerabilità alle frodi.
AG. Prevenire è meglio che curare, diceva uno spot televisivo degli anni ’80. Che cosa possono fare, quindi, le istituzioni finanziarie e i consumatori per prevenire le frodi creditizie e proteggere le identità. Come si combina l’educazione finanziaria con nuovi strumenti tecnologici per cercare di fare la differenza nella lotta ai truffatori?
FA. La prevenzione delle frodi creditizie richiede un approccio integrato che coinvolga player finanziari e consumatori.
Da un lato, l'educazione finanziaria è fondamentale per aiutare le persone a riconoscere le truffe e a proteggere i propri dati personali. A questo proposito, le iniziative del Governo, insieme a programmi di formazione promossi da istituzioni finanziarie e aziende come CRIF, giocano un ruolo cruciale nel sensibilizzare i cittadini sui rischi legati alle frodi.
Dall'altro lato, le soluzioni tecnologiche avanzate sono essenziali per garantire controlli di sicurezza robusti senza compromettere l'esperienza utente. Oltre 350 istituzioni si affidano alla suite antifrode di CRIF, che permette di verificare in tempo reale la congruenza dei dati forniti, grazie a una centralizzazione delle fonti informative e a più di 150 controlli mirati.
Inoltre, servizi come quelli offerti da Mister Credit per i privati, che monitorano costantemente la circolazione di dati personali e creditizi, aggiungono un ulteriore livello di protezione per prevenire il furto di identità.
Grazie a questo mix di educazione finanziaria e soluzioni tecnologiche innovative, possiamo creare un ambiente più sicuro per tutti, con un customer journey fluido e protetto da frodi.