Moody’s Analytics

L’intelligenza artificiale può potenziare i sistemi di compliance e gestione del rischio

intelligenza artificiale e compliance

Nicola Passariello, Director-Industry Practice Lead, Moody’s Analytics

L’intelligenza artificiale (IA) promette di portare maggiore efficienza, velocizzare i processi e migliorare i servizi - ma con che velocità verrà applicata alla gestione del rischio e della compliance e quali settori ne beneficeranno maggiormente?

Moody’s ha intervistato più di 550 professionisti in ambito compliance e risk management in 67 Paesi diversi per scoprire come l’IA venga già utilizzata o come verrà diffusa in futuro, e al fine di identificare i potenziali ostacoli all’implementazione.

Secondo il 70% dei partecipanti al sondaggio, l’IA porterà a una trasformazione o avrà un impatto significativo nei prossimi tre anni. Guardando ai risultati, l’IA avrà un impatto maggiore in tre aree specifiche: monitoraggio delle transazioni finanziarie e rilevamento dei rischi; profilazione e screening di individui ed entità; automazione delle attività manuali e miglioramento dell’efficienza.

Settore bancario e fintech in testa

Circa un’organizzazione su tre sta già utilizzando o sperimentando l’IA nei propri processi di compliance e gestione del rischio. Il 40% delle banche e il 36% delle fintech intervistate stanno utilizzando o sperimentando l’IA.

Assicurazioni, asset e wealth management arrivano dopo: solo il 14% sta sperimentando strumenti di intelligenza artificiale.

L’IA rappresenta sia un rischio sia un’opportunità per le aziende di ogni dimensione e settore. Non fare nulla potrebbe essere comunque rischioso, in quanto consente ai concorrenti di guadagnare terreno in termini di risparmio sui costi, efficienza e prestazioni complessive.

Il 91% dei pionieri nell’applicazione dell’IA ai processi di compliance e risk management ritiene di aver ottenuto benefici significativi o moderati, mentre solo il 9% afferma che l’impatto sia stato minimo o nullo.

L’impatto più positivo è stato riscontrato nella sostituzione dei processi manuali (17%), nel miglioramento delle prestazioni del personale (27%) e ancor più in una combinazione di entrambi (56%).

Le aziende di dimensioni più grandi hanno maggiori probabilità di utilizzare o sperimentare l’IA (42%), contro solo il 23% delle piccole imprese.

Ciò suggerisce che le aziende con organici importanti e budget elevati stiano utilizzando il loro potere di spesa per favorire il passaggio a questa tecnologia.

I vantaggi principali

Approfondendo l’analisi, gli intervistati hanno indicato cinque vantaggi principali dell’applicazione dell’IA alle attività di compliance e risk management:

  • Aumento dell’efficienza. L’automazione di attività ripetitive legate all’antiriciclaggio riduce il carico di lavoro, consentendo al personale di concentrarsi su altre attività di maggiore valore aggiunto;
  • Miglioramenti nell’identificazione dei rischi. Miglioramento del reporting e del monitoraggio delle transazioni nell’ambito delle attività di antiriciclaggio. Identificazione più tempestiva dei rischi che porta a scelte più efficaci;
  • Rilevamento più rigoroso delle frodi. Riduzione delle frodi, comprese quelle di sostituzione di persona, e miglioramento nel rilevamento delle minacce alla sicurezza informatica;
  • Risparmio di costi e riduzione degli errori. Riduzione al minimo di errori e irregolarità con una conseguente riduzione dei costi di personale e manutenzione dell’infrastruttura;
  • Elaborazione dei dati e miglioramento della qualità dei dati. Migliore raccolta e analisi dei dati che consenta di ottenere informazioni più approfondite ed estese.

Barriere all’implementazione

Quali sono dunque gli ostacoli e le preoccupazioni rispetto all’utilizzo di strumenti di IA? Per ottenere i massimi benefici, i sistemi di IA spesso richiedono set di dati accurati e ben strutturati.

Esiste un divario tra le aziende che già utilizzano l’IA e il resto del settore: il 36% di quelle che già utilizzano l’IA giudica i propri dati interni di qualità elevata o superiore, rispetto al 9% di quelle che non prendono in considerazione l’IA.

Timori legati alla privacy dei dati e alla mancanza di trasparenza nel processo decisionale sono tra i più citati dagli intervistati (55%). Altra preoccupazione comune è l’uso improprio o la scarsa comprensione dell’IA, citati dal 53% degli intervistati.

Lo sviluppo di un sistema di governance dell’IA e la necessità di test frequenti sono altri elementi considerati fondamentali per poter implementare con fiducia le nuove tecnologie (citati rispettivamente dal 48% e dal 45% degli intervistati).

Soluzioni interne o di terzi?

Abbiamo poi chiesto agli intervistati se propendono per lo sviluppo di soluzioni di IA in-house o per l’acquisto di strumenti da terzi.

Nel complesso, è preferito un approccio misto (adottato dal 54% dei partecipanti al sondaggio), mentre il 30% ha acquistato soluzioni da terzi e solo il 16% le ha realizzate internamente.

Soluzioni già sviluppate e disponibili sul mercato sono state preferite dalle piccole imprese con meno di 1.000 dipendenti, in quanto raramente esse possiedono le competenze tecniche necessarie all’interno del proprio organico.

Gli intervistati hanno evidenziato una serie di problematiche pratiche, culturali e normative che potrebbero rallentare l’adozione delle tecnologie di IA. Per esempio, l’allocazione del budget tende ad essere destinata in primo luogo alle unità che generano ricavi, mentre le funzioni di rischio e compliance sono considerate come centri di costo.

Inoltre, la compliance e la gestione del rischio sono aree fortemente regolamentate e la velocità con cui verranno introdotte nuove regolamentazioni potrebbe influenzare il ritmo di adozione di queste tecnologie. 

Vantaggio competitivo

Un’applicazione tipica degli strumenti di IA è l’identificazione di anomalie nei bilanci e l’individuazione di possibili inesattezze.

Le informazioni sui clienti possono provenire da software di contabilità, dalle dichiarazioni dei redditi, dall’ufficio crediti o da database anagrafici forniti da provider esterni come Moody’s Orbis Global Entity. Se opportunamente integrata, la tecnologia può coordinare il processo in maniera efficiente e può sintetizzare le informazioni più rilevanti.

Visti i vantaggi dei sistemi di IA, chi adotta per primo le tecnologie giuste può ottenere un vantaggio competitivo. In un mondo sempre più veloce, complesso e guidato dai dati, l’IA consente alle aziende di fare di più con meno, di adattarsi in modo efficiente ai cambiamenti e di fornire servizi di rilevamento e mitigazione di nuova generazione.

Questi vantaggi migliorano l’efficacia della gestione del rischio e rafforzano i processi di compliance.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di gennaio/febbraio 2024 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop