#DEFINE BANKING

Gli NFT rientrano nella MiCAR? No. Però, a volte, sì

Gli NFT rientrano nella MiCAR?

Giovanni Luca Andriolo, Studio legale Osborne Clarke

Normativa alla mano gli NFT, i Non Fungible Token, non rientrano nel perimetro di applicazione del MiCAR.

Eppure, non è proprio così: ne abbiamo parlato con Giovanni Luca Andriolo dello studio legale Osborne Clarke in un episodio del nostro podcast “#define banking”, di cui questo articolo è un adattamento testuale.

AG. Che cosa cambia per gli NFT con l’arrivo della nuova normativa?

GLA. Per gli NFT con il MiCAR cambia tutto e non cambia nulla. Da un lato MiCAR porta una serie di importanti novità per gli emittenti di questi token, che devono necessariamente interrogarsi sulla natura del contenuto dei token stessi.

Infatti, se guardiamo l’articolo 2 del Regolamento Mica, al comma 3 sembrerebbe che il Regolamento non si applichi ai token unici e non fungibili. Cioè proprio le due caratteristiche degli NFT.

Se ci basassimo solo e semplicemente su questo comma, sarebbe ragionevole affermare che il MiCAR non si applica agli NFT. Dobbiamo però guardare alle linee guida, agli orientamenti, insomma all’impianto complessivo del Regolamento.

E scopriamo così che l’unicità e la fungibilità non valgono solo dal punto di vista tecnico e informatico, ad esempio nel rispetto di uno standard preciso, bensì del suo sottostante. La sostanza del token, diciamo. Se il sottostante può essere frazionato, allora potrebbe rientrare nell’ambito del MiCAR.

Sta quindi all’emittente del token chiedersi se per le sue caratteristiche rientra in una delle categorie del Regolamento. Tra queste ci sono gli EMT, Electronic Money Token o token di moneta elettronica; gli ART, Asset Reference Token cioè token collegati ad asset; e infine la terza categoria che include tutti i token che non rientrano nei primi due.

AG. Che cosa cambia, per l’emittente, se il token rientra effettivamente in questa terza categoria?

GLA. Innanzitutto, gli emittenti non sono tenuti a ottenere un’autorizzazione specifica da Consob o Banca d’Italia, come previsto invece per gli ART e gli EMT. Devono però svolgere, tra l'altro, tre attività: redigere un white paper, in pratica un prospetto informativo; una legal opinion, un parere legale relativo alla classificazione del token; e fornire alle autorità l’elenco degli Stati in cui intende offrire questo token e la data prevista per l'inizio dell'offerta.

Il white paper, il prospetto informativo, è caratterizzato da una serie di informazioni relative, tra l'altro, all’offerente, al progetto di crypto attività, la tecnologia sottostante, la DLTsu cui viene emesso il token stesso e le informazioni su diritti e obblighi strettamente connessi alle attività oggetto di emissione, offerta o ammissione alle negoziazioni.

Per quanto concerne invece il parere giuridico, è relativo alla domanda fondamentale sulla natura del token che sto emettendo, spiegando alle Autorità perché non è uno strumento finanziario, assicurativo, una cartolarizzazione e, quindi, rientra nell’ambito del MiCAR.

Tutte queste informazioni, insieme all’elenco degli Stati in cui circolerà il token, devono essere trasmesse alle autorità almeno 20 giorni lavorativi prima dell’emissione. Le autorità non si pronunceranno e non forniranno un’autorizzazione, ma devono avere questo tempo per valutare il contenuto della comunicazione e, eventualmente, intervenire.

AG. In questi anni abbiamo sentito parlare di NFT in diverse applicazioni. Dal vostro osservatorio, che include anche le sedi internazionali dello studio legale, quali sono gli ambiti in cui vedete le maggiori potenzialità?

LGA. Gli ambiti sono davvero molteplici perché gli NFT, come i cripto asset, sono un mero strumento, utilizzabile in qualunque ambiente.

C’è interesse nel gaming, un mercato in forte espansione e in cui vedo almeno due direttrici. La prima riguarda il web 3.0, cioè quell’insieme di giochi che possono essere definiti vere e proprie piattaforme e che si sviluppano sulla base di specifiche blockchain. Queste piattaforme prevedono un sistema di rewarding per il giocatore che, mentre fruisce del gioco, guadagna token strettamente connessi a quella determinata proprietà intellettuale.

Il secondo filone riguarda il gaming classico, in cui nelle produzioni tripla-A vengono tokenizzati alcuni elementi e oggetti che fanno parte del gioco. Già prima del boom degli NFT, questi oggetti erano scambiati in mercati secondari interni a questi giochi: e non necessariamente tramite baratto, ma in una compravendita.

Ora, normando questi beni si migliora la trasparenza e si aumenta la celerità di questi scambi.

AG. Questi esempi legati a una dimensione ludica rientrano, in alcuni casi, in quella definizione di fungibilità e non unicità del sottostante. Ma perché è stato necessario normare anche questi?

GLA. Alla base del MiCAR c’è la volontà di normare un settore che era privo di regolamentazione e che, quindi, si prestava ad abusi di ogni sorta, dal riciclaggio alla vera e propria truffa. Il MiCAR, unito all’aggiornamento della MiFID II, puntano proprio a tutelare il mercato e gli investitori.

E il miglior modo per farlo è la trasparenza, che già caratterizza la blockchain ma viene ora estesa agli emittenti, agli offrenti e a tutti i soggetti che operano dietro l’emissione l'offerta al pubblico, l'ammissione, la negoziazione di questi specifici token.