RESOCONTO DEL WEBINAR

Gestire il credito nell’era post-Covid: sfide e soluzioni. Con Unirec e IBM

Gestire il credito nell’era post-Covid: sfide e soluzioni. Con Unirec e IBM

Una nuova ondata di NPL è alle porte, con la fine delle moratorie il termine del blocco dei licenziamenti vedremo crescere il deteriorato. Le previsioni per il 2021 di ABI-Cerved non presentano una replica dell’ondata del 2012, anche perché siamo di fronte a una crisi diversa, che colpisce l’economia globale. Il mercato della gestione del credito, però, si deve innovare: guardare alla tecnologia, alle competenze e, soprattutto, adottare nuovi modelli previsionali dinamici. A presentarci questo scenario di sofferenza e le possibili cure sono Unirec e IBM, in occasione del webinar “La gestione del credito post-Covid: strategie per l’efficienza”, organizzato da AziendaBanca.

Primo lockdown: cosa è successo

Il 2020 è stato un anno complesso sotto ogni punto di vista, con impatti sull’economia reale e anche sul mercato dei servicer. «Con il primo lockdown, molte nostre associate – racconta Francesco Vovk, Presidente di Unirec – hanno visto fermarsi le attività di recupero, per via dello stop a diversi processi: dall’home collection, in stasi per tutta la primavera, al blocco dei tribunali, che ha causato il cosiddetto cash in court, che ha visto molte procedure di recupero già avviate congelarsi. Gli effetti hanno colpito tutti gli operatori del settore della gestione del credito, creando un problema di flussi di cassa. Ma a maggio, con la temporanea sospensione del lockdown e il pensiero che la pandemia si sarebbe risolta a breve, i flussi e le attività della gestione del credito hanno ripreso il via e molte delle nostre realtà hanno affiancato con attività di caring le mandanti sul tema delle moratorie, che hanno inciso sui volumi del settore».

Stato dell’arte e previsioni

Ma qual è l’entità di questa onda lunga del deteriorato? Secondo una ricerca ABI Cerved, finito il momento delle moratorie bancarie, dei blocchi ai licenziamenti e terminate le casse integrazioni concesse alle aziende, il tasso di crescita dei deteriorati nel sistema bancario italiano dovrebbe raggiungere il 2,50% per l’anno 2020. «Pensiamo al 2012 – osserva Vovk. In quell’anno il tasso di crescita era salito fino al 7,5%, quindi lo scenario attuale è migliore, per quanto ci ritroviamo in una situazione difficile. Inoltre, la ricerca indica delle previsioni per il 2021 e parla di un tasso di deteriorato attorno al 4,3% all’interno dei bilanci bancari, per poi tornare al 3,7% nel 2022. La speranza è che da giugno di quest’anno riparta l’economia anche grazie al fondo Next Generation EU».

Non è la “vecchia” crisi

Con queste premesse, c’è la consapevolezza che una nuova ondata è alle porte ma non sarà come quella scaturita dalla crisi di 9 anni fa, che aveva portato a 300 miliardi di sofferenze lorde nel 2015, per poi arrivare al deleveraging verso i servicer con la cessione di molti portafogli. «Ma quando finiranno le moratorie – osserva Vovk –, che hanno avuto un effetto lenitivo sul mercato del credito deteriorato, arriverà la nuova ondata. Certo, non possiamo conoscerne la reale entità».

Oggi, più pronti di ieri

Ma oggi i servicer sono più pronti. L’industria della gestione del credito, infatti, ha fatto tesoro di quanto vissuto nella passata esperienza. E anche il mercato è cambiato. «Negli ultimi 5 anni il settore dei servicer si è ristrutturato, con un consolidamento per alcune realtà e l’ingresso di player internazionali ed europei che hanno acquistato servicer più piccoli che avevano in pancia portafogli e competenze utili per la gestione del mercato italiano – precisa Vovk. È un mercato molto competitivo ma anche estremamente parcellizzato: i grossi servicer sono infatti affiancati da player più piccoli ai quali vengono demandati parti di alcuni processi di recupero grazie alla loro specializzazione (ad esempio, in master legal, home collection, etc.). Queste piccole aziende sono essenziali nella filiera del credito e hanno alle spalle l’esperienza maturata nella precedente ondata del 2012. Non solo, le nostre associate, che rappresentano l’80% del mercato della gestione del credito, hanno mostrato una ottima resilienza e siamo certi che con la crescita dei volumi di deteriorato, per quanto le risorse a disposizione dell’industria siano diminuite, queste criticità verranno superate».

La tecnologia nei processi

Anche l’innovazione, con la sua spinta tecnologica, offre un sostegno concreto alla ottimizzazione dei processi. Per ideare strategie di recupero efficaci ed efficienti. «La tecnologia ha fatto il suo ingresso in diversi ambiti della gestione del credito: in primis, nell’automazione dei processi, che porta a risparmi concreti nelle attività ripetitive e legate al back office – premette Vovk. Però, dal mio punto di vista, la tecnologia è molto utile anche nella gestione delle informazioni all’interno dei portafogli NPL messi sul mercato, in particolare nell’analisi dei dati: si parla molto delle potenzialità del machine learning per prevedere le possibilità di incasso delle singole posizioni, estremamente utile in fase di trattativa tra seller e buyer dato che consente di clusterizzare le posizioni, limitare lo spreco di risorse e tempo, e arrivare quindi al target di collection presentato agli investitori».

L’uso dei chatbot...

Machine learning fa anche rima con intelligenza artificiale, naturalmente. «L’AI può essere utilizzata per creare dei software che interagiscono con il debitore: sistemi asincroni, come chat, bot e quant’altro, possono sostituire l’attività umana in processi molto semplificati, come ad esempio nel remind per i debitori che si sono attardati a pagare una rata scaduta – afferma Vovk. Tuttavia, l’aspetto umano e negoziale, nel nostro settore, è molto importante: la capacità di relazione con il debitore fa la differenza nella reale possibilità di trovare soluzioni sostenibili per il rientro dal debito».

... e la cura della relazione

Insomma, la tecnologia non deve raffreddare la relazione. «Dobbiamo tutelare gli interessi delle attività di recupero crediti ma soprattutto adottare un rapporto deontologicamente ineccepibile verso il debitore – sottolinea Vovk. La legge di settore, purtroppo, non è stata modificata dal 1931: datata e anacronistica, non contempla il nuovo rapporto che si instaura tra debitore e servicer alla luce della tecnologia. Ma la nostra associazione, attraverso la fondazione del Forum Unirec Consumatori, ha raggiunto un importante traguardo con la stipula di un codice di condotta di autoregolamentazione sui processi di recupero che ha portato alla standardizzazione di alcune attività e alla tutela del debitore consumatore. Non escludiamo di certo la possibilità di utilizzare la digital collection, magari con l’uso appunto di chatbot, ma non possiamo dimenticare quanto il tema della privacy sia delicato: l’obiettivo è inserire la digital collection, quindi, in un contesto di fair play. E lo stiamo facendo grazie anche al Forum Unirec Consumatori».

Sguardo al mercato secondario

La digitalizzazione è essenziale inoltre per assicurare al mercato una standardizzazione delle informazioni, che si coronerà, a tendere, nella creazione di un mercato secondario. «Il legislatore europeo lavora da anni a una direttiva per stimolare questo mercato passando in primis da un marketplace digitale: l’obiettivo infatti è digitalizzare i documenti e i processi, standardizzando la qualità delle informazioni messe a disposizione da parte del seller verso il buyer – chiarisce Vovk. Questo approccio non solo innalza la trasparenza, ma aumenta anche l’interesse da parte degli investitori, in quanto si garantisce maggiore certezza sul prezzo di negoziazione, con business plan credibili che portino risultati utili agli investitori. Noi abbiamo già stretto degli accordi con due marketplace, BlinckS e Debitos, proprio per portare questi nuovi strumenti ai nostri associati interessati a operare sul mercato secondario».

L’automazione nella gestione del credito

Bisogna quindi intervenire, in primis, sull’efficienza dei processi nella gestione del credito. Un obiettivo prioritario sul quale IBM è al lavoro dal 2015. E che oggi, grazie alle sue soluzioni per il mercato, può offrire alle aziende del settore. «Il percorso verso l’automazione parte da lontano – racconta Eugenio Cervetto, Financial Services Executive Partner di IBM Italia – per iniziativa di SISTEMI INFORMATIVI, società del Gruppo IBM focalizzata sull’efficienza e la scalabilità dei sistemi dedicati alla gestione di NPL e UtP fin dagli albori di questo settore. Il cambio di passo è poi avvenuto a giugno del 2020, quando DOCK, altra società del Gruppo IBM dedicata ai servizi per le istituzioni finanziarie, ha acquisito un contratto decennale di outsourcing delle attività applicative, infrastrutturali, di security e di gestione dei processi di backoffice di doValue. Grazie a questa operazione abbiamo decisamente innalzato la nostra capacità di portare efficienza, scalabilità e flessibilità attraverso soluzioni puntuali, servizi di outsourcing e BPO».

L’offerta SaaS...

L’obiettivo è porsi come un fornitore di servizi end-to-end per abbattere le barriere nell’adozione di un ambiente industrializzato per il mondo del servicing. «DOCK si avvale delle tecnologie di IBM e di partnership con terze parti – spiega Cervetto. Operiamo in un ambiente multi-cloud, che offre soluzioni anche per infrastrutture on premise unite a maggiore automazione e scalabilità grazie all’uso di dati e di intelligenza artificiale per la modellazione predittiva delle attività di collection sui portafogli. Naturalmente, gli standard di sicurezza, vista la presenza di dati sensibili, sono alti e, allo stesso tempo, l’ambiente è stato ideato per essere assolutamente flessibile. Infatti le varie componenti applicative sono offerte in modalità SaaS, così da potere aggiungere vari componenti al bisogno. A ciò si aggiunge la competenza e l’esperienza dei consulenti di IBM Global Business Services che accompagnano le aziende nel loro percorso di innovazione del business».

... porta efficienza

Il target di efficienza, secondo stime di IBM basate su progetti con i propri clienti, si aggira attorno al 20-30%. «Di questa percentuale, la metà dell’efficienza proviene dalla industrializzazione dei flussi di lavoro operativi, dalla loro automazione all’interno dei processi di back office e dalla creazione di un ecosistema con terze parti e sinergie nella macchina operativa per mettere a fattore comune le diverse capacità – dichiara Cervetto. La seconda leva di beneficio riguarda invece l’impiego delle giuste tecnologie, come quelle per la raccolta, gestione e analisi dei dati e la rivisitazione dei modelli di erogazione del servizio. Ne sono esempio, i tool di onboarding capaci di limitare i rischi del processo e il sempre migliore utilizzo dei dati per migliorarne la qualità, creando ad esempio report self service a supporto dell’attività. Naturalmente, con la scalabilità offerta da un modello SaaS».

Reinventarsi con l’innovazione

Grazie alle tecnologie cloud ibride e all’AI, non c’e’ solo efficienza ma anche crescita e innovazione. «Si possono migliorare gli strumenti e le capacità utili alla valutazione dei portafogli, basandosi proprio sull’utilizzo e sulla qualità dei dati a disposizione, fornendo delle funzionalità predittive – conclude Cervetto. I processi core, in questo modo, diventano più efficaci. Ma in questo mercato serve anche la capacità di innovare: bisogna aprirsi a nuovi mercati, iniziare a guardare al mondo UtP con nuovi modelli di business come, ad esempio, i market place per il mercato secondario».

Una nuova gestione del credito

La gestione del credito nell’era del Covid è quindi diversa. Il flusso di NPL e UtP in arrivo al cessare degli effetti delle moratorie sarà importante.

L’uso efficace dei dati a supporto alle attività dei servicer sarà determinante, in particolare per la valutazione dei portafogli, andando a scandagliare anche le singole posizioni per offrire una valutazione quotidiana, divisa per settori e rami di attività. «Abbiamo condotto una network analysis su quanto sta avvenendo con la pandemia e che cosa aspettarci per il dopo – annuncia Vincenzo Pagliaro, Executive Partner di IBM Italia e Amministratore Delegato di DOCK Joined Tech, an IBM Company. Nella crisi del 2008 a pesare sono state le errate valutazioni di tenuta del sistema bancario, legate in primis ai derivati. Oggi, con una crisi di portata economica globale, bisogna assolutamente cambiare passo e pensare al governo del credito, con attività di monitoraggio quotidiane e basate su modelli dinamici, non più statici, che offrano anche delle previsioni: i modelli standard, legati agli anni 2000, non consentono infatti di identificare con precisione i segnali di rischio che invece devono essere intercettati nell’era pandemica».

Data Platform: quando il dato deve essere dinamico

Insomma, grazie all’analisi quotidiana dinamica e predittiva dei dati si può individuare al meglio quali cluster siano stati colpiti dal lockdown e procedere quindi a una segmentazione delle attività in portafoglio. «Perché ogni realtà avrà bisogno di risposte differenti, sia per quanto riguarda le attività di recupero, sia per l’erogazione del credito – suggerisce Pagliaro. Servono quindi nuovi modelli gestionali, basati sulla lettura dei dati in chiave reattiva e tempestiva, e capaci di adattarsi alle situazioni in tempo reale. Per questo motivo suggeriamo la creazione di una Data Platform, dove condurre analisi sulle movimentazioni giornaliere alimentando appositi Data Lake, a partire dalle basi transazionali, così da avere un reale controllo sulle transazioni e sulle controparti, non solo a livello di singolo portafoglio. Un po’ come una trading room, la Data Platform è un sistema base attraverso il quale fare delle valutazioni e simulazioni. Vogliamo arrivare a una visuale aggiornata delle controparti che si possono clusterizzare, ma che devono anche essere associate a dei sistemi deterministici ovvero semplici indicatori di rischio basati su logiche on/off (come rate non pagate, ad esempio)».

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di aprile 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop