Giù nel data center. A 100 metri di profondità si trova il primo data center in Europa ospitato all’interno di una miniera attiva nella Valle di Non. Un progetto dalla dimensione finanziaria di oltre 50 milioni cofinanziato per 18 milioni con i fondi del PNRR, che vede la costituzione di un partenariato pubblico-privato tra l’Università di Trento e un raggruppamento di imprese formato, tra gli altri, da Deda.
«Il data center sarà funzionante entro la fine dell’anno – annuncia Roberto Loro, Chief Technology Officer di Deda – e avrà caratteristiche uniche: una facility moderna a basso impatto ambientale, con una elevata capacità elaborativa a disposizione del mercato, per lavorare a progetti di valorizzazione dei dati attraverso algoritmi di AI programmati per essere sostenibili».
La sostenibilità: dall’hardware fino al software
La sostenibilità parte dall’hardware e arriva fino al software: difatti, la montagna fa da schermo naturale contro l’inquinamento elettromagnetico e l’intero data center, che si trova protetto da roccia a una temperatura costante di 12 gradi, è stato ideato per abbattere le tipiche voci di consumo di queste infrastrutture (raffreddamento, consumo di suolo).
«Qualsiasi apparato installato all’interno del data center, come porte, ventilatori, dischi o calcolatori di CPU – spiega Alan Civita, CTO & IaaS Director di Deda Tech –, verrà monitorato da un sistema unico di elaborazione dati per ottimizzare i consumi. Anche la geografia del luogo lavorerà in tal senso».
L’AI as a Service
Anche un algoritmo di intelligenza artificiale scritto male consuma di più e, quindi, l’obiettivo di Deda è sviluppare insieme al mondo della ricerca algoritmi a basso impatto ambientale.
«Per la fine dell’anno offriremo infrastruttura tecnologica per AI in modalità as a service per analizzare in modo efficiente, sostenibile e con elevate capacità di calcolo, il parco informativo delle aziende clienti – racconta Civita. Inoltre, proseguono i progetti di addestramento dell’AI e le sperimentazioni su Small e Large Language Model, oltre a iniziative di ricerca universitaria sulle potenzialità elaborative del quantum computing».
I prossimi step
«Non c’è una competizione aperta con gli hyperscaler ma, ovviamente, nello scenario geopolitico di oggi aumenta l’importanza di mantenere all’interno dei confini nazionali, e affidandosi a realtà nazionali, determinate risorse tecnologiche – conclude Loro. Il data center è sicuro by design e potere custodire i propri dati all’interno di questa struttura, per valorizzarli attraverso l’AI, sarà un importante vantaggio. Tra gli obiettivi, c’è infine proseguire in questo percorso insieme all’ecosistema di ricerca dell’Università, per sviluppare al fianco delle imprese nuovi servizi e portare innovazione sul mercato».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di aprile 2025 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.