L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che interessa gran parte del mondo sviluppato, ma assume contorni particolarmente marcati in Italia. Secondo le proiezioni Istat, nel nostro Paese, entro il 2050 oltre un terzo degli abitanti avrà più di 65 anni e circa il 7% supererà gli 85. Ci troveremo tra le nazioni più anziane del pianeta, con tutte le implicazioni che ciò comporta sul piano economico, sociale e istituzionale.
«Non è un semplice dato statistico, ma un cambiamento strutturale che ridefinirà bisogni, priorità e modelli organizzativi del sistema Paese – racconta Fabio Ricci, Direttore Onewelf, Gruppo CSE. Meno giovani e più anziani significa una popolazione attiva in contrazione, un mercato del lavoro più fragile e un numero crescente di pensionati da sostenere, in un equilibrio sempre più difficile tra contribuenti e beneficiari».
Gli attori della trasformazione
L’Italia sta già vivendo una trasformazione silenziosa ma profonda, che incide sull’equilibrio del sistema previdenziale pubblico, sulla sostenibilità del welfare sanitario e sulla domanda di servizi assistenziali di lungo periodo.
Una riorganizzazione delle politiche economiche e sociali non è più procrastinabile: le scelte compiute oggi influenzeranno in modo diretto il benessere delle generazioni di domani.
«In questo scenario – aggiunge Ricci –, il mondo della finanza, della previdenza e delle assicurazioni è chiamato a un ruolo centrale, non solo come gestore di risorse, ma anche come attore attivo nella costruzione di nuovi modelli di protezione sociale».
Strumenti finanziari per chi invecchia
La Silver Economy – il mercato di beni e servizi destinati alla terza età – è diventata un driver strutturale per lo sviluppo di nuove soluzioni per la stabilità individuale e nuovi modelli di welfare.
«Banche, assicurazioni e fondi pensione stanno definendo strumenti finanziari, coperture sanitarie e servizi personalizzati che rispondano alle esigenze di una popolazione longeva – commenta Ricci. Molti istituti hanno introdotto offerte senior-friendly: piani di previdenza integrativa, polizze di long term care, finanziamenti agevolati, conti dedicati e forme di consulenza patrimoniale su misura. La popolazione anziana è vista, sempre più, come una fascia strategica, capace di generare nuove direttrici di sviluppo. Un interesse che si traduce anche in soluzioni in grado di rafforzare il welfare: più protezione, più stabilità, più dignità per chi invecchia».
Più consapevolezza nella previdenza complementare
La previdenza complementare – che oggi conta circa 10 milioni di aderenti e oltre 240 miliardi di euro in gestione – è sempre più un pilastro indispensabile a supporto del primo pilastro pubblico.
«L’adesione precoce consente di accumulare nel tempo un capitale utile a integrare una pensione pubblica destinata a essere più leggera per effetto dell’evoluzione demografica e occupazionale – sottolinea Ricci. Al contempo, si moltiplicano le iniziative orientate alla copertura dei rischi di non autosufficienza: alcuni fondi pensione offrono già opzioni LTC che prevedono il raddoppio dell’assegno in caso di perdita di autonomia. È necessario che aumenti l’accesso a queste coperture e che venga promossa maggiore consapevolezza tra i lavoratori».
Misure a sostegno della natalità
Per affrontare l’inverno demografico serve anche investire nel futuro. In particolare, va incentivato il ricambio generazionale e sostenuto il progetto di vita delle nuove famiglie.
«Lo Stato ha introdotto l’Assegno Unico universale e altre misure di sostegno alla natalità, ma anche il sistema finanziario può fare la propria parte: alcune banche offrono mutui e prestiti a condizioni agevolate per giovani coppie che vogliono acquistare casa e mettere su famiglia. In diverse regioni italiane – prosegue Ricci – sono attivi strumenti di sostegno economico legati alla nascita dei figli, che prevedono formule di prestito agevolato e condoni parziali del debito in caso di nuovi nati. Iniziative di questo tipo puntano a rafforzare l’autonomia abitativa e la fiducia delle nuove generazioni nel proprio progetto familiare. Da sole non basteranno a invertire il declino demografico, ma possono contribuire ad attenuarne gli effetti e a stimolare un clima sociale più favorevole alla natalità».
Le strategie di oggi per il futuro
La sfida demografica è epocale e richiede una risposta lungimirante e concreta. L’Italia deve attrezzarsi ora, mettendo in campo strategie integrate e sostenibili che guardino con coraggio al futuro.
«Il sistema finanziario e previdenziale deve avere un ruolo chiave: garantire una vecchiaia più dignitosa agli anziani di domani e accompagnare le nuove generazioni in un percorso di stabilità e crescita. Serviranno visione, innovazione e solidarietà tra generazioni: solo così – conclude Ricci – l’inverno demografico potrà trasformarsi in un’opportunità di crescita per costruire un Paese più equo e coeso».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di luglio/agosto 2025 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.
Scopri le soluzioni di CSE su topVendors, la nostra guida al software, all'hardware e ai servizi bancari