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Il digitale per migliorare il contrasto a frodi e riciclaggio

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In questo appuntamento con define banking next, la serie di podcast e articoli sulla banca del futuro che AziendaBanca organizza insieme a CRIF, parliamo di innovazione in due ambiti fondamentali per lo sviluppo della banca digitale: la lotta alle frodi e l’antiriciclaggio.

Ne parliamo con Fabrizio Arboresi, Senior Director di CRIF.

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AG. Fabrizio, iniziamo dalle frodi creditizie, su cui CRIF ha un osservatorio privilegiato sul mercato. Quali sono gli ultimi dati?

FA. L’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti di identità realizzato da CRIF-MisterCredit evidenzia che nel 2020 il numero di frodi è in calo rispetto al 2019, rispecchiando la contrazione delle erogazioni di credito alle famiglie dovuto all’emergenza sanitaria. Allo stesso tempo, però, è decisamente aumentato l’importo medio frodato, attestatosi a circa 5.650 euro, a dimostrazione dell’efficienza delle organizzazioni criminali.

Tra le forme tecniche di credito in cui si registra il maggior numero di eventi fraudolenti spiccano i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, come auto, moto, articoli di arredamento, elettronica ed elettrodomestici, e così via, che rappresentano quasi la metà del totale dei casi. Continuano ad aumentare in modo significativo anche i casi di frode sui prestiti personali, che con il 14,4% del totale dei casi raggiungono il secondo posto per tipo operazione.

AG. Una curiosità sulle vittime e sui carnefici: che cosa viene comprato con i soldi di queste frodi e qual è il profilo medio di chi le subisce?

FA. Se guardiamo al dettaglio dei beni e servizi acquistati con un prestito finalizzato ottenuto in modo fraudolento, quasi un terzo dei casi ha per oggetto elettrodomestici ma troviamo anche il comparto auto-moto con circa il 12,5% dei casi, e poi elettronica, informatica e telefonia. Il 7,9% dei casi riguarda l’arredamento, in particolare il 6% interventi su immobili e ristrutturazione.

Un dato interessante sulle vittime riguarda la distribuzione delle frodi per classi di età, dove si inverte la tendenza evidenziata nel 2019: la fascia di età nella quale si rileva il maggior incremento dei casi nel 2020 è quella degli over 60 anni. La fascia compresa tra i 41 e i 50 anni scalza i più giovani dalla prima posizione, raccogliendo il 22,7% delle vittime. 

Riguardo le regioni in cui sono state rilevate le frodi, la ripartizione dei casi mostra una maggiore incidenza in Campania (con un peso del 13,1%), appaiata alla Lombardia. Seguono la Sicilia, il Lazio, il Piemonte e la Puglia.

Per quanto riguarda i tempi di scoperta delle frodi, infine, sembra che questi si stiano spostando in avanti rispetto alle precedenti rilevazioni. Infatti, solo il 36,3% dei casi viene intercettato entro i primi 6 mesi, mentre i casi in cui la frode viene scoperta dopo più di 5 anni sono aumentati del +44%.

AG. Parlando di frodi ci si riferisce quasi sempre ai consumatori. Ma ci sono pericoli anche per le imprese e quali?

FA. Le imprese non sono immuni dal fenomeno delle frodi, da un’indagine PwC “Economic Crime Survey” di settembre 2020 si evince che le perdite (dovute a frodi o altri fattori economici di altra natura) variano statisticamente tra l'1,8 e il 4,5% del totale fatturato per istituzioni finanziarie e Telco/Utility.

Dall’esperienza di CRIF sul mercato abbiamo intercettato diversi schemi di frode sulle imprese che posso variare, ovvero dalla frode documentale, al furto d’identità del Legale Rappresentante o da accordi occulti tra il fornitore e il richiedente del bene, ad esempio nelle operazioni di leasing.

AG. State lavorando a nuovi sistemi per migliorare la capacità di intercettare queste frodi?

FA. Per quanto riguarda i privati e le frodi creditizie, è evidente che strumenti in grado di aiutare i player a intercettare preventivamente le frodi creditizie possano fare la differenza sul conto economico. Su questo fronte CRIF è alla continua ricerca di soluzioni innovative e più performanti, un esempio è rappresentato dall’utilizzo di nuove informazioni a supporto, come ad esempio i dati sulle attività digitali degli utenti, e di algoritmi AI based in grado di elaborare insight anche su dati non strutturati.

Per le imprese, invece, la frode documentale e l’alterazione possono essere sia materiale sia ideologica. Tra le tipologie di documenti che maggiormente risultano contraffatti/alterati ci sono contratti, bilanci, fatture, visure camerali, modelli fiscali e la documentazione relativa a immobili o garanzie.

CRIF sta lavorando con primari player finanziari per ottimizzare il processo di rilevazione delle frodi che richiede, anche qui, l’utilizzo di tecnologie avanzate di machine learning per analizzare un patrimonio informativo spesso molto ampio ed eterogeneo di informazioni non sempre strutturate.

Ad esempio, utilizziamo la metodologia della network analysis che intercetta collegamenti a più livelli tra l’impresa e il fornitore del bene del leasing, perché abbiamo rilevato che l’esponente frodatore dell’impresa è presente all’interno della lista esponenti del fornitore nel 7,14% dei casi, così come esistono partecipate comuni tra gli esponenti dell’impresa e del fornitore nei casi di frode nel 13,39% dei casi per le società di capitali.

L’utilizzo di queste metodologie è in grado di portare benefici in termini di automazione del processo intercettando oltre il 70% di contratti oggetto di frode per un controvalore di oltre l’85% delle perdite collegate a operazioni con imprese frodatrici.

AG. L’aiuto che l’intelligenza artificiale e il machine learning possono dare per contrastare il rischio di frodi analizzando i documenti e i dati relativi alle aziende riguarda anche un altro ambito, quello dell’antiriciclaggio. Sappiamo che il tema è molto caldo dal punto di vista dell’attualità e che anche a livello dell’Unione Europea si sta ragionando su come fare evolvere le misure. Partiamo però dallo scenario: quali dati potete fornirci sul tema AML, come CRIF?

FA. La UIF (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia – Banca D’Italia) ha diffuso due Comunicazioni che richiamano l’attenzione dei player finanziari sulle principali aree di rischio e su specifiche anomalie, chiedendo a tutto il sistema di adoperarsi per calibrare e intensificare i presidi antiriciclaggio nella maniera più efficace. Si è registrato quindi un aumento delle segnalazioni di operazioni sospette, che hanno superato le 113.000 unità, il 7 per cento in più rispetto al 2019

In linea con quanto indicato dalla UIF, CRIF registra un aumento dei casi di soggetti persona fisica che necessitano di verifica rafforzata, dal 3,5% del primo trimestre 2020 al 4,4% del quarto trimestre 2020, con un incremento medio del 6,4% rispetto al 2019. Anche per i soggetti persona giuridica si conferma un trend analogo, con aumento dei casi in verifica rafforzata del 4,2% nel 2020 rispetto al 2019.

Anche durante la pandemia, sono continuate le ispezioni delle autorità presso gli istituti, facendo ricorso a metodi di comunicazione a distanza, che hanno evidenziato carenze come l’assenza di profilatura automatizzata della clientela nella fase di onboarding; oppure lacune nel monitoraggio delle transazioni con controparti ubicate in paesi a rischio; o ancora l’assenza di autonomi presidi per la selezione delle operazioni anomale da valutare ai fini dell’eventuale trasmissione di SOS.

Rimane alta l’attenzione degli istituti, e infatti nei primi cinque mesi del 2021 si è registrato un incremento delle segnalazioni sospette di oltre il 30% rispetto all’analogo periodo del 2020. Questo trend conferma che gli operatori bancari hanno intensificato i controlli antiriciclaggio e stanno investendo nell’ottimizzazione dei processi KYC e nel miglioramento delle performance degli attuali modelli transazionali.

AG. Uno dei segnali più utilizzati dagli istituti bancari e dalle imprese nell’ambito del processo di profilatura antiriciclaggio di una impresa, cioè la verifica del titolare effettivo. Che dati avete su questo aspetto?

FA. Dal nostro osservatorio emerge che il titolare effettivo è individuabile nel 96% dei casi e mediamente ogni impresa ha circa 2,7 Titolari Effettivi. Di questi, l’1,5% sono stati segnalati come potenziali PEP (persone politicamente esposte) nel 2020, mentre i potenziali PIL (Politici Italiani Locali) sono stati l’1,25%.

Emerge quindi la necessità di monitorare costantemente il titolare effettivo, poiché ogni mese il 1,4% delle imprese varia il Titolari Effettivi e sempre ogni mese il 5% di TE varia i propri dati, ma anche altri elementi delle imprese che potrebbero essere caratterizzanti di un possibile fenomeno di criminalità. Penso ai frequenti cambi di compagine societaria, visto che il 4,7% delle aziende ha cambiato la compagine societaria negli ultimi 3 mesi. Oppure frequenti cambi di amministratore: il 2% delle aziende hanno cambiato amministratore negli ultimi 3 mesi, o di sede legale/amministrativa, con l’1,8% delle aziende che ha cambiato sede negli ultimi 3 mesi.

Va data attenzione anche ai frequenti cambi di settore merceologico, soprattutto se non compatibili con l’attività dell’impresa o se verso settori a impatto Covid. E qui dobbiamo segnalare che negli ultimi 3 mesi il 3,7% delle aziende ha cambiato codice Ateco.

AG. L’adeguata verifica antiriciclaggio per le banche è un processo molto complesso, costoso e anche rischioso dal punto di vista sanzionatorio e reputazionale. E in più c’è la digitalizzazione forzata portata dal Covid. Su quali azioni dovrebbero concentrarsi le banche?

FA. CRIF lavora da anni con centinaia di player nel banking, nel leasing, nel FinTech, nelle Telco e nelle Utilities. I temi normativi e di business sono in primo piano per le banche: la compliance è sempre più complessa e spinge per processi KYC di qualità. Ma bisogna anche contenere i costi operativi e i rischi di sanzione.

La digitalizzazione dei processi antiriciclaggio, da sempre con una forte componente manuale, e l’automazione dei processi sono azioni fondamentali.

In questo contesto si adottano sempre più piattaforme KYC multicountry con una gestione integrata delle verifiche automatiche e degli approfondimenti di II livello sia su persona fisica che giuridica, e soprattutto si fa strada il concetto di sinergia, ovvero valorizzare i propri dati e condividerli tra enti in ottica di collaborazione ed efficienza. E quindi piattaforme per l’utilizzo e la condivisione di informazioni a livello di gruppo bancario e potenzialmente anche tra enti diversi, in linea con le indicazioni del regolatore, che suggerisce lo scambio collaborativo di informazioni tra i player del mercato per raggiungere una più efficace prevenzione del fenomeno.

Le componenti chiave alla base di queste soluzioni sono quindi: dati, advanced analytics, advisory e formazione specialistica/ learning hub, tecnologia tech-readiness up2date, verifiche di II livello svolte da specialisti di processo sulle pratiche dall’esito incerto. Con benefici in termini di maggiore automazione dei processi fino al 70%, riduzione dei costi operativi fino al 40% e risparmio di FTE.

AG. Il 1 marzo del 2021 l’EBA (European Banking Authority) ha pubblicato le linee guida sui fattori di rischio di Riciclaggio/Finanziamento al terrorismo, con riferimento alle misure semplificate e rafforzate di adeguata verifica della clientela, come previsto dalla IV Direttiva Antiriciclaggio. Che cosa cambia?

FA. Da un lato le Linee Guida EBA indicano la tendenza verso un rafforzamento dei requisiti sulle valutazioni dei rischi individuali e aziendali e sulle misure di adeguata verifica della clientela, con nuove indicazioni nell’ambito dell’identificazione dei titolari effettivi e la compliance relativa all’adeguata verifica in relazione ai Paesi Terzi ad alto rischio. Dall’altro lato si affrontano le questioni inerenti all’uso di soluzioni innovative per l’identificazione e la verifica della clientela.

Un trend normativo che segna un’accelerazione con il pacchetto di proposte della Commissione, pubblicato il 20 luglio, volto ad armonizzare la vigilanza a livello europeo - con l’introduzione di un’Autorità Europea dedicata - con un maggiore coordinamento delle UIF nazionali. La nuova autorità (AMLA), di cui si propone l’istituzione dal 2023, sarà infatti la centrale di coordinamento delle autorità nazionali e garantirà che il settore privato applichi in modo corretto, coerente e armonizzato le norme dell'UE.