Come distinguersi nello scenario open

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Stefano Trinci, Marketing & Customers Management Director di Enterprise

È tempo di investire nell’open banking, superare le resistenze culturali ed esporsi alla competizione diretta. «L’open banking, e i temi connessi della virtualizzazione e della digitalizzazione dei canali di acquisto e fruizione dei servizi bancari, sono un obiettivo non più procrastinabile, perché la resilienza digitale è una sfida urgente e incalzante – afferma Stefano Trinci, Marketing & Customers Management Director di Enterprise. Tutte le banche, al di là dell’assolvimento obbligatorio dettato dal Regolatore, hanno compreso l’importanza di destinare ingenti investimenti in questa direzione. Il mondo dei sistemi di pagamento beneficia di questa tendenza all’adozione di standard riconosciuti e diffusi, che determinano un substrato operativo di totale interoperabilità, indipendente dalla natura e scopo del singolo strumento. Questo piano ecumenico d’interconnessione e dialogo è l’ubi consistam di tutti i servizi più innovativi e interessanti che si stanno affacciando, e si affacceranno in un futuro prossimo, sul mercato».

Puntare su prodotti standard...

Tuttavia, l’open banking sembra rappresentare una sfida culturale, più che tecnologica. «Non ci sono barriere all’accessibilità multicanale e alla interoperabilità, le resistenze sono a livello culturale e possono derivare dalla strategia di business che ogni banca sceglie di adottare – commenta Trinci. La questione è capire quindi se puntare su prodotti software e standard ancora custom e proprietari (al di là degli obblighi normativi) o immaginare scenari di presentazione della propria offerta distintiva all’interno di un framework aperto, intercambiabile e collaborativo».

... o aprirsi alla competizione?

Certo, il secondo approccio espone al confronto e alla competizione diretta. «Ma è proprio questa la strada per alzare l’asticella di un’offerta di qualità – assicura Trinci. La competizione bancaria non si deve basare su prodotti custom, con standard circoscritti. Anzi, le caratteristiche qualitative vanno di pari passo con l’abbandono di approcci obsoleti e proprietari, retaggio di un particolarismo che non esiste più. Ciò che può rendere uno strumento dirimente è la sua capacità di abilitare e accompagnare lo sviluppo del modello commerciale e di proposta dei servizi. Capacità che ogni banca intende declinare a suo modo».

Disegnare il percorso

Ecco perché flessibilità e adattamento a ogni contesto operativo sono essenziali in questo scenario. «Tutti i nostri prodotti puntano su questi aspetti: un approccio garantito da un tool di modellazione del workflow digitale dei processi associati a ogni prodotto, che consente alla banca di “disegnare il percorso” ottimale di ogni servizio che vuole erogare – spiega Trinci. Inoltre, le granulari possibilità di definizione delle caratteristiche sono tali da consentire la cosiddetta “product creation”, cioè la definizione di nuovi prodotti commerciali in termini di: condizioni applicate, segmento anagrafico di clientela target, contesto di accessibilità del servizio, etc.».

Una piattaforma dalla filosofia open-API

In particolare, Enterprise sta puntando su una piattaforma standard e interoperabile che generi un marketplace dedicato alle aziende operanti nell’import/export. «In questo scenario ingaggiamo in piena filosofia open-API tutti gli attori, istituzionali e di mercato, che partecipano alla realizzazione senza il rischio di una transazione di commercio internazionale – conclude Trinci. Ovviamente, le banche sono gli interlocutori eletti».

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di marzo 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop

 

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