Banche e attacchi informatici: crescono le minacce, ma le banche sono meno bersagliate.
Secondo il report di Check Point, negli ultimi sei mesi le organizzazioni e le aziende nel nostro Paese sono state sottoposte in media a 1.896 attacchi settimanali, oltre 200 in più rispetto alla media mondiale.
L’incremento degli attacchi risulta essere trasversale ai diversi tipi di malware che minacciano il nostro Paese.
La tipologia di attacchi in crescita
Nell’ultimo semestre si è, infatti, assistito a un incremento di attacchi Botnet (+1,89%), Ransomware (+1,22%), Infostealer (+0,35%) e di malware per mobile (+0,36%).
I settori nel mirino
Dal Rapporto emerge inoltre che In Italia i settori più bersagliati da attacchi informatici sono quello dell’Istruzione/Ricerca, il settore Governativo/Militare e quello della Comunicazione, che rispetto al semestre ottobre 2023 - marzo 2024 hanno rispettivamente quasi e più che raddoppiato il numero di attacchi.
Anche il settore Retail ha notevolmente incrementato il numero dei cyber attacchi, mentre quello bancario ha visto ridurre il numero delle minacce subite.
La tecnologia, sempre più sofisticata, nelle mani dei cyber criminali
«Nell'era digitale in cui viviamo, la sicurezza informatica rappresenta una sfida cruciale per istituzioni, aziende e individui, costantemente esposti a una complessità crescente e a un'intensità senza precedenti di attacchi cyber – afferma Cristiano Voschion, Country Manager, Check Point Software Italia. L'evoluzione tecnologica e l'Intelligenza Artificiale hanno giocato e continuano ad avere un ruolo ambivalente: se da un lato sono diventate strumenti preziosi nella difesa contro le minacce informatiche, dall'altro hanno fornito ai criminali nuove e potenti armi, facilitando la creazione di malware sempre più sofisticati e distruttivi».
I deepfake
Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa sono stati utilizzati per creare malware e tattiche di ingegneria sociale che, in periodi ad alta intensità elettorale come nel corso del 2024, rappresentano una sfida importante perché possono costituire una minaccia per i processi democratici.
In questo contesto, i deepfake rappresentano una sfida significativa per le democrazie.
Sono stati identificati tre diversi modi di generare deepfake: lip-syncing, lip-syncing con sostituzione del volto e doppiaggio della voce.
I criminali informatici clonano in modo convincente una voce con soli tre secondi di audio e per meno di due euro.
Secondo gli studi di Check Point Research la sincronizzazione labiale costa poco meno di 100 euro per 30 secondi di contenuto, e se si aggiunge la sostituzione del volto il prezzo sale ai 150 euro per 30 secondi.
Cresce l’hacktivismo
Il contesto delle minacce informatiche vede, inoltre, una crescita dell’hacktivismo, sempre più organizzato e con confini sempre più labili per le operazioni informatiche statali, un incremento delle minacce a reti basate su cloud e l’utilizzo di strumenti apparentemente legittimi.