Cedacri: journey to cloud democratico con un managed service

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Michele Dotti, Responsabile Architetture e Innovazione Tecnologica di Cedacri

Semplificare il viaggio delle banche verso il cloud computing, affidando a un MSP, acronimo di Managed Servicer Provider, tutta la gestione della infrastruttura in termini di compliance, sicurezza e performance, con un approccio graduale e una modalità di costo flessibile. E micro-servizi studiati ad hoc per il business bancario. «L’obiettivo – spiega Michele Dotti, Responsabile Architetture e Innovazione Tecnologica di Cedacri – è rendere il cloud accessibile a tutte le banche, non solo alle Big del settore, dipanando le complessità del journey to cloud. Gli istituti di credito possono quindi scegliere la tipologia di “nuvola” più adatta a loro mentre noi, in qualità di MSP, gestiamo l’infrastruttura garantendo aderenza alle normative, alti livelli di sicurezza e misurando costantemente le performance».

Semplificazione al primo posto

Il primo pensiero di Cedacri è stato presentare un’offerta il più comprensibile possibile, semplificando il catalogo di servizi cloud, focalizzato solo su quelli utili alla banca. «I grandi cloud provider hanno cataloghi così vasti da disorientare, soprattutto se non si hanno forti competenze – sottolinea Dotti. Abbiamo quindi semplificato il catalogo di offerta per i financial services, così da non disperdere investimenti e tempo in opzioni diverse. Tutte le soluzioni evolvono di pari passo al nostro core banking system, sono progettate in modalità cloud native e presentano una struttura a micro servizi, in pay per use».

La gestione è in mano al provider

E poi c’è il sostegno, passo dopo passo, al journey to cloud. «Normalmente, la prima scelta ricade sull’infrastruttura cloud (IaaS), così da iniziare a migrare il core banking sul cloud – racconta Dotti –, per poi approdare alla modalità piattaforma (PaaS), grazie a Cedacri Ultimate, e creare applicazioni in logica fully managed: noi ci occupiamo della manutenzione della piattaforma, la facciamo evolvere, la monitoriamo in termini di performance e sicurezza, e la banca può sviluppare direttamente le proprie applicazioni in una logica di micro servizi».

SaaS: serve un’organizzazione agile

C’è poi il terzo porto di approdo: quello Software as a Service (SaaS), «che offre grandi vantaggi in termini di costo, flessibilità, agilità e scalabilità delle applicazioni – afferma Dotti. Ma il banking è ancora agli albori, soprattutto perché un cloud pubblico presenta varie complessità a livello di compliance. Stiamo quindi lavorando su nuovi processi di risk analysis e di compliance per creare delle check list sui servizi, così da garantire un monitoraggio costante del cloud in modalità SaaS. L’innovazione tecnologica da sola, però, non è sufficiente: le banche che si avvicinano al cloud devono anche cambiare il loro modello organizzativo. Renderlo più agile, con modelli di sviluppo cliente-centrici e orientati al risultato finale. E sono poche le realtà in Italia che hanno intrapreso questo percorso».

Nessun rischio lock-in

«Dato che non possiamo prevedere con certezza come cambierà il mercato dei cloud provider – conclude Dotti – abbiamo scelto di stringere diverse partnership e creare soluzioni agnostiche rispetto ai cloud provider, così da renderle facilmente portabili. Lo abbiamo testato internamente sulla PaaS Cedacri Ultimate: con poco sforzo, grazie a tecnologie software defined, tutta la piattaforma è stata migrata da un provider all’altro, sia esso Azure o AWS».

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di giugno 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop

 

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