Più servizi a valore aggiunto nel mondo open e maggiore sicurezza. Per il 2023, CBI è pronta a lanciare sul mercato nuove soluzioni in ambito open finance.
«L’open banking ha cambiato radicalmente il settore bancario, facendo da apripista a nuovi paradigmi, come l’open finance – racconta Liliana Fratini Passi, Direttore Generale di CBI – che consente a provider terzi di accedere, previo consenso dei clienti, ai dati finanziari dei consumatori per sviluppare servizi innovativi e personalizzati.
In questo contesto, la sfida per gli intermediari, incluse le banche, è riuscire a combinare in modo consapevole diversi set di dati con la spinta tecnologica dei nuovi player, per ampliare il portafoglio prodotti e aggredire nuovi target di clientela».
Nuovi servizi per l’open finance...
Il mercato open, d’altronde, è molto dinamico: cresce il numero di terze parti autorizzate (TPP) e di nuove offerte, in particolare in ambito investimenti e lending, insieme ai numeri della piattaforma di open banking sviluppata da CBI.
«CBI Globe nel 2022 ha registrato circa 500 milioni di call API (+150% sul 2021), effettuate da oltre 500 prestatori di servizi di pagamento in tutta Europa. – commenta Fratini Passi.
Inoltre, come si evince dal Global Open Finance Report realizzato da CBI con la collaborazione di PwC, il 10% delle chiamate API totali è legato a servizi di open finance, dove emergono sempre più use case: dall’impiego nel foreign exchange rate, passando per piattaforme di trading API-based, instant lending e finanziamenti pre-approvati».
… ma a valore aggiunto
CBI sta quindi ampliando la sua offerta e, al fianco di Check IBAN e Smart Onboarding, trova spazio anche Name Check, che consente di verificare in tempo reale la corrispondenza tra IBAN e nome del beneficiario.
«Inoltre, CBI è stato ammesso alla sperimentazione della sandbox regolamentare di Banca d’Italia con il servizio Database controllo fatture, che raccoglie le informazioni sulle fatture anticipate in ottica multibanca e multicanale – annuncia Fratini Passi.
L’obiettivo è aumentare la stabilità e l’efficienza del settore finanziario, oltre che mitigare il rischio derivante dall’uso fraudolento delle fatture e dell’erogazione del credito da parte degli intermediari».
La sicurezza in cloud
I modelli open presentano tuttavia anche delle sfide in termini di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda i dati condivisi: difatti, l’apertura alle terze parti ha ampliato la superficie di attacco e le vulnerabilità, mentre le strategie di attacco si fanno sempre più sofisticate.
«Bisogna quindi trovare un equilibrio tra innovazione e sicurezza. Nei prossimi mesi lanceremo una nuova architettura, denominata CBI Hub Cloud, che consentirà il passaggio delle infrastrutture CBI che gestiscono le transazioni di pagamento e incasso multibanca tra le aziende italiane e verso la PA, su cloud privato – conclude Fratini Passi.
Gli istituti di credito potranno così offrire alla Pubblica Amministrazione e ai propri clienti retail e corporate servizi transazionali e di open finance evoluti e in tempo reale».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di marzo 2023 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.