L’innovazione tecnologica per la sicurezza dei bonifici, anche istantanei. Nel 2024 il valore dei bonifici fraudolenti ordinati tramite PSP italiani ha raggiunto i 50 milioni di euro circa, con una crescita esponenziale del 67%.
Ad aumentare non è tanto il numero di operazioni fraudolente ma l’importo medio della frode, come sottolineato da un recente rapporto di Banca d’Italia (Rapporto sulle operazioni di pagamento fraudolente in Italia, Comitato Pagamenti Italia, Banca d’Italia, febbraio 2025, NdR).
«La ricerca evidenzia inoltre come il tasso di frode, molto contenuto per i bonifici ordinari (0,001%), sia ben più elevato per i bonifici istantanei (0,048%, in crescita su base annua), anche perché, per loro natura, sono irrevocabili e il trasferimento di denaro avviene nel giro di pochi secondi – racconta Liliana Fratini Passi, Direttore Generale di CBI. Dallo scorso 9 gennaio, i PSP garantiscono la ricezione di bonifici istantanei in euro, in massimo 10 secondi e senza costi aggiuntivi rispetto ai bonifici tradizionali, ma dal 9 ottobre scatta anche l’obbligo di invio degli instant payments, con l’introduzione mandatoria del servizio di verifica del beneficiario, estesa anche ai bonifici tradizionali».
Il VoP: per privati e aziende in tutti i bonifici
La Verification of Payee controlla la corretta corrispondenza tra il codice IBAN e il nome del beneficiario, così da avvertire il pagatore, che può essere anche un’azienda, di eventuali errori o frodi prima di effettuare il bonifico.
«Un ulteriore livello di protezione in caso di frodi e truffe, già presente e disponibile sul mercato grazie a una soluzione offerta da CBI per la sicurezza dei pagamenti: il CBI Name Check – prosegue Fratini Passi. Il sistema verifica in tempo reale la corretta associazione tra codice IBAN e nominativo del beneficiario di un pagamento prima che venga processato, per evitare pagamenti accidentali e indirizzati al titolare di un conto corrente sbagliato: un servizio che, grazie a una serie di partnership strategiche con altri player del panorama europeo, ha esteso la sua portata all’intera area SEE e oltre».
Check IBAN: 25 milioni di call API
Ha superato quota 25 milioni di chiamate API un servizio analogo, progettato sempre da CBI: Check IBAN, che in questo caso consente di verificare la corretta associazione tra codice IBAN e il codice fiscale/partita IVA del beneficiario di un pagamento.
«La soluzione, lanciata in Italia nel 2020, in epoca Covid, per rispondere alla necessità di imprese e cittadini di ricevere i bonus economici e fiscali, è stata poi estesa a livello corporate – aggiunge Fratini Passi – ed è ora disponibile anche nella declinazione cross-border».
Una collaborazione di sistema
Per aumentare i livelli di sicurezza e avere sistemi armonizzati, tuttavia, è necessario che tutti gli attori in gioco collaborino: istituzioni finanziarie, regolatori e fornitori di servizi tecnologici.
«CBI è presente su vari tavoli di lavoro, a livello nazionale e internazionale, per favorire l’armonizzazione tra i sistemi di pagamento attraverso l’adozione di regole e standard comuni. Ad esempio, per Check IBAN abbiamo collaborato alla stesura di una Business Requirement Specification in ambito UN/CEFACT (Centro delle Nazioni Unite per la Facilitazione del Commercio e del Business elettronico) per la standardizzazione della soluzione a livello internazionale, con l’obiettivo di contribuire a ridurre le frodi creditizie nell’International Supply Chain. Per quanto concerne invece la VoP – conclude Fratini Passi –, CBI è stato riconosciuto dall’European Payments Council (EPC) come un Request and Verification Mechanism qualificato in grado di fornire servizi di verifica beneficiario a circa 5.000 PSP in Europa, promuovendo interoperabilità nel mercato europeo dei pagamenti».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di settembre 2025 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.