Valutare la sostenibilità. Cabel crea il Comitato ESG

Comitato ESG Cabel
Federica Martellacci, Deputy Manager Area Progetti di Cabel Industry

Un Comitato permanente che guida le banche sui temi ESG. A istituirlo è Cabel, che ha condotto una analisi per comprendere come potrà evolvere la normativa ESG e con quali ricadute per le banche.

«La valutazione dell’impatto ambientale e sociale è ormai riconosciuta come un valore nel mondo della finanza, dove le tematiche ESG rappresentano una priorità, definendo una possibile strada verso standard virtuosi di inclusione sociale e tutela dell’ambiente – racconta Federica Martellacci, Deputy Manager Area Progetti di Cabel Industry. La consapevolezza della centralità di questi temi nella creazione di nuovi modelli di business, ha portato Cabel ad attivare un percorso di analisi e definizione delle evoluzioni normative e delle ricadute in ogni ambito operativo per i suoi clienti bancari».

Quattro aree per l’ESG

Gli specialist Cabel, con il supporto di advisor con expertise in ambito nazionale e internazionale, hanno definito un modello verticalizzato su quattro settori specifici: Finanza, Credito, Governance & Risk e Reporting di sostenibilità.

«Le novità in tema ESG hanno una ricaduta sulle attività degli istituti finanziari – spiega Martellacci. La tematica è ancora in forte evoluzione ed è per questo che, insieme alla nostra BU di Monitoraggio Normativa guidata da Chiara Rosato, abbiamo deciso di creare un Comitato Permanente ESG, con la finalità di condividere e supportare i clienti nell’analisi dei cambiamenti necessari per adeguarsi alle nuove direttive».

Piattaforme informatiche adeguate

L’ambito finanziario è certamente uno fra quelli di maggiore interesse da parte delle banche.

«Nel nostro costante rapporto di interazione con i clienti, abbiamo intercettato l’esigenza di promuovere, prima di tutto, analisi approfondite per verificare il livello di conformità e aderenza ai requisiti in vigore in ambito ESG – prosegue Martellacci – per identificare gli interventi di adeguamento da apportare alle diverse piattaforme informatiche».

L’investitore e i prodotti ESG

Ma la finanza ESG tocca vari aspetti e richiede quindi un piano di azione ampio.

«Innanzitutto è necessaria un’azione educativa da parte delle banche verso la clientela finale – sottolinea Martellacci –, per indirizzarla verso i nuovi prodotti sostenibili. È infatti tramite la conoscenza acquisita in ambito ESG che il cliente riesce a valutare ed esprimere le proprie preferenze sugli investimenti. Tuttavia, per andare incontro alle esigenze degli investitori, bisogna anche definire e classificare i nuovi prodotti finanziari in base alle caratteristiche di sostenibilità, prevedendo l’impiego di un’enorme mole di dati».

ESG: un nuovo rischio da valutare

È ormai evidente che, per le banche, la sostenibilità non è unicamente una questione etica.

«Anzi, sempre più è un argomento prioritario, con importanti risvolti economici – conclude Martellacci. Un meccanismo, quindi, da monitorare costantemente, in grado di generare un nuovo tipo di rischio, per via della crescente pressione da parte degli organismi di regolamentazione: il Piano d’Azione UE, infatti, ha scandito le tappe del percorso volto a introdurre un framework normativo nel settore finanziario comune a tutti gli Stati membri, con particolare riguardo alla promozione dei fattori ESG nelle scelte di investimento, nelle strategie di business e di governance».

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di ottobre 2022 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop

 

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