Nel 2022 potremmo vedere il lancio commerciale dei primi prodotti basati su DLT. Dalle fideiussioni alle polizze parametriche, infatti, diversi test hanno confermato negli ultimi mesi la fattibilità tecnica e la compliance normativa di una serie di progetti capaci di fare leva sui vantaggi della blockchain, pur nella versione DLT, per portare automazione e trasparenza in una serie di ambiti. «Nel 2020 abbiamo iniziato a lavorare, insieme a CETIF e SIA, alla sperimentazione di una piattaforma per l’emissione e la gestione, totalmente digitale, di fideiussioni – racconta Maurizio Sironi, Partner di Blockchain Reply. Un caso d’uso perfetto per la DLT, perché coinvolge diversi attori, cioè garante, beneficiario e contraente, che godono di un asset digitale corredato di tutte le informazioni necessarie, certificate e accessibili da tutti. Un asset il cui intero ciclo di vita può essere automatizzato mediante smart contract».
Fideiussioni digitali: live dal 2022
Il 2020 ha permesso di definire il framework, il contesto legale e la tecnologia della piattaforma, che è stata rinforzata nel 2021 per prepararla all’integrazione con i sistemi degli emittenti. «Nel 2022 andremo live – prosegue Sironi – e siamo in fase di onboarding dei partecipanti. Reply è il partner industriale di CETIF, che ha lanciato e gestisce il servizio, mentre l’infrastruttura è la SIAchain di SIA con tecnologia R3 Corda, in linea con il mondo bancario e i suoi standard di sicurezza nazionali e internazionali».
Il test in ambito assicurativo
Un altro test ha riguardato le polizze assicurative, con due linee di azione: la gestione automatizzata del prodotto, che di fatto diventa uno smart contract che aziona una polizza parametrica; e poi l’allineamento della filiera distributiva del prodotto, coinvolgendo Compagnie, riassicuratore, reti di agenti, broker e canale bancassicurativo. «Il progetto è nato nel 2019 – spiega Sironi – e ha testato tre diverse tipologie di polizza Viaggio, legate alle cattive condizioni meteo, al ritardo del volo o allo smarrimento del bagaglio. L’automazione del ciclo di vita della polizza implica, per la Compagnia e per l’assicurato, una gestione molto più semplice e rapida di un eventuale sinistro. E la tracciabilità di ogni passaggio allinea tutti gli attori della catena di distribuzione sulle condizioni della polizza, efficientando i flussi di dialogo e la quadratura».
In 2 mesi 1.000 polizze parametriche
La “sandbox” prevedeva un limite di 1.000 polizze, che sono state emesse nel giro di due mesi principalmente verso dipendenti delle aziende coinvolte. «Abbiamo lavorato con IVASS per definire le logiche alla base delle polizze parametriche ed evitare di sconfinare nel betting – precisa Sironi – e ora dalla sperimentazione è nata WESMARTi, una società che offre questo servizio sul mercato, da un lato alle compagnie, per produrre polizze smart e possibilmente autoliquidanti, e dall’altro ai distributori, per collocarle».
In arrivo altri prodotti assicurativi
L’ultimo biennio non è stato particolarmente favorevole al lancio di nuove Polizze Viaggi, ma in vista ci sono prodotti “smart” B2C in ambito mobilità e infortuni, mentre nel B2B è molto promettente l’Agrifood. «Il settore agricolo è sottoassicurato, soprattutto in alcune aree del Paese – racconta Sironi – e potrebbe beneficiare di un prodotto semplice, digitale e trasparente. Nel progetto, guidato da CETIF, lavoriamo anche con HORT@, spin-off dell’Università Cattolica che elabora i dati per indicare quanto una specifica varietà agricola nel corso della stagione agricola sia soggetta alla pressione di diverse malattie in ogni zona geografica. L’idea è di efficientare grazie a questi prodotti la gestione del sinistro, eliminando la fase di perizia e garantire la trasparenza, l’oggettività e la chiarezza delle regole di indennizzo. Tutto mediante smart contract».
Logica di sistema per i security token
È invece partita di recente una terza sperimentazione, sempre condotta con CETIF, che ha l’obiettivo di capire se e come sarà possibile emettere dei security token anche in Italia. «Ci sono temi regolamentari da indirizzare e gli attori di mercato si stanno preparando in questi momenti – precisa Sironi – ed è quindi estremamente vantaggioso lavorare in logica di sistema, anche con il regolatore. Stiamo ponendo le basi di un framework funzionale, di processo, di business e tecnologia per raggiungere questo obiettivo».
È stata così analizzata e simulata nel corso del 2021 l’emissione di security token in ambito real estate, nell’attesa di una sperimentazione reale nel 2022 con l’attivazione della sandbox regolamentare. «Vorremmo estendere il test ad altre tipologie di asset: private debt, private equity, investimenti in arte, progetti infrastrutturali specifici. Asset class poco standard e poco accessibili in cui la DLT può portare efficienza operativa, facendone un prodotto finanziario scambiabile in qualunque momento a costi inferiori. Se riusciamo, poi, a gestire sulla medesima infrastruttura sia l’asset digitale, sia la valuta digitale usata per acquistarlo, il risparmio di tempi e costi sarebbe enorme rispetto a oggi».
Le potenzialità dei security token
Ma è ancora più interessante la possibilità di creare da zero strumenti finanziari completamente nuovi, grazie alla flessibilità data dalla definizione dei diritti collegati a un token. Si può pensare, ad esempio, di legarlo ai diritti di natura economica per la rivalutazione di un bene, di proventi legati ai soli ricavi o all’utile. O, ancora, a diritti di natura amministrativa, come i voti, o di utilizzo del bene. «La combinazione di diverse tipologie di diritti permette di segmentare l’investimento in perimetri molto specifici – osserva Sironi. Il trend dell’ESG, ad esempio, potrebbe essere sfruttato per creare token che espongono l’investitore solo sulle linee di business sostenibili di un’azienda».
E queste sono esclusivamente le applicazioni legate a queste tre sperimentazioni. Con il decollo della sandbox regolamentare (nella quale è lecito immaginare che DLT e blockchain saranno tra le tecnologie più gettonate) ci si aspetta un’esplosione creativa di progettualità, dall’emissione di e-money token, prevista dalla MiCA, da parte di soggetti privati, all’erogazione di crediti finalizzati, il cui trasferimento è limitato da smart contract specifici. È il 2022, l’anno della blockchain?
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.