Blockchain. Tutto si fa più concreto

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Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments e dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano

In Italia la blockchain è matura, non resta che usarla. Ormai non serve più sperimentare: i casi pratici si sono concretizzati in iniziative di sistema, grazie alla consapevolezza nei progetti e nelle op-portunità della DLT. La finanza italiana ha continuato a crederci anche durante la pandemia: non solo ha destinato più soldi alla blockchain (+6% nel 2020) ma da sola rappresenta il 58% degli investimenti totali in Italia (dati Banca d’Italia).

Proprio il banking è uno dei pochi settori che può vantare applicazioni concrete della blockchain/DLT: tra questi, Spunta Banca. Ma se il mercato è maturato è perché accanto alle banche sono entrati attori di altri settori: le assicurazioni, l’agroalimentare, le utility, la Pubblica Amministrazione. «Gli annunci sulle sperimentazioni in ambito blockchain sono in calo già dallo scorso anno (-80%), perché il focus è su progetti concreti (+59%) – racconta Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments e dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano – ed è stato così anche nel 2021. Le banche continuano a investire budget costanti nella blockchain ma lo scenario è cambiato: se a livello globale, una volta, le sperimentazioni vedevano le banche protagoniste, nel 2020 hanno fatto la loro comparsa nuovi attori, che hanno reso il settore più dinamico. E ora il mercato della blockchain è in fermento per via dell’hype per i Non-fungible token (NFT, utilizzati principalmente nel mercato della cryptoart e del gaming, letteralmente sono dei token non fungibili in grado di rappresentare qualcosa di unico, NdR) e anche grazie alla enfasi mediatica creata da personaggi noti quali Elon Musk, che ha portato il mondo delle criptovalute sotto i riflettori».

Italia nella top10

L’Italia gode di questo fermento e si posiziona sesta nella top ten tra gli attori tradizionali attivi nella blockchain DLT: sono 18 le iniziative portate avanti dal nostro Paese nel 2020 e il 60% degli investimenti è andato a sostegno di progetti operativi. «In realtà, l’Italia ha abbassato nel complesso la sua quota di investimenti (23 milioni di euro vs 30 milioni) ma solo perché la pandemia ha portato a un’urgenza di innovazione digitale, essenziale per affrontare il lockdown. Ora si assiste a una ripresa degli investimenti con attori che si muovono a diverse velocità, perché manca una strategia nazionale: il Mise ha fornito delle linee guida ma siamo in attesa delle mosse del nuovo Governo».

Le banche italiane si muovono ormai con coscienza e consapevolezza nel mondo dei blocchi distribuiti. Prima le sperimentazioni stand alone, per comprendere la DLT, e poi l’adesione ai consorzi internazionali. Fino ad arrivare alla presa di coscienza e alla presentazione, insieme ad ABI e ABI Lab, della prima iniziativa di ecosistema: Spunta Banca, blockchain private permissioned che non solo è pienamente operativa (ben 55 banche hanno il proprio nodo) ma rappresenta solo una delle molteplici applicazioni che si possono fare di questa piattaforma. Come ci aveva raccontato Gianfranco Torriero, Vicedirettore Generale dell’ABI sul numero di luglio 2020 di AziendaBanca, «le applicazioni possono essere molte. Avere a disposizione nodi operativi implica essere già pronti per altro. Si parla per esempio di una possibile moneta digitale di Banca centrale. E su questo l’ABI ha focalizzato dieci criteri per una Central Bank Digital Currency (CBDC)».

La crypto, alle banche, non dispiace

La maturità è confermata anche dall’apertura delle banche italiane al mondo delle criptovalute, «come Hype che consente ai clienti di investire in bitcoin appoggiandosi a Conio, e ci sono diverse startup italiane che lavorano nel solco del mondo Finance – continua Portale –, come, ad esempio, Young Platform che ha stretto di recente una partnership con Satispay. Il mercato italiano si sta avvicinando al mondo delle criptovalute. La vivacità quindi del mercato è data principalmente dalle startup, che stanno correndo a una velocità superiore rispetto ai player istituzionali o minori».

La normativa darà una mano

E anche la normativa deve correre allo stesso ritmo. «L’evoluzione normativa è un tassello fondamentale per coniugare questo mondo con la regolamentazione attuale: il Digital Finance Package è stato presentato nel 2020, elaborato dalla Commissione Europea ha lo scopo di stimolare il Fintech, di tutelare i consumatori che usano queste tecnologie e di regolare i cripto asset. Proprio quest’ultimo regolamento (Markets in Crypto-Assets Regulation, o MiCA, NdR) sarà operativo dal 2022, stanno ancora definendo gli ultimi dettagli – spiega Portale – ma il legislatore europeo ha previsto che sia necessario ottenere un’autorizzazione da parte delle autorità competenti per poter operare sui mercati di crypto-asset, come una sorta di sandbox. Il risultato è una maggiore complessità per progetti di stablecoin, come Diem di Facebook, sia per la creazione di CBDC central bank digital currency proposte da banche centrali straniere, come il digital yuan».

Il 2026 è troppo tardi?

Ma questo implica anche più tempo per l’Europa per mettersi al lavoro e sviluppare il Digital Euro annunciato dalla BCE. «È un segnale di partenza ma l’aspetto negativo sono le tempistiche annunciate: il 2026 potrebbe essere troppo tardi per un mercato che vanta ambienti di sviluppo molto rapidi. Bisogna trovare al più presto la killer application, che nel nel mondo del digital Euro è la pro-grammabilità evoluta dei pagamenti, anche se la BCE non sembra al momento orientata verso questo tema, che per di più può essere applicata anche alle stablecoin – conclude Portale. L’era della finanza decentralizzata si avvicina e il mondo finanziario deve capire come inserirsi all’interno di questo nuovo scenario: è impensabile che tutte le banche si spostino su questo paradigma basato su piattaforme permissionless, ma non è esclusa una contaminazione reciproca, che porti a opportunità di sviluppo. Infine, anche il Politecnico di Milano ha aperto dei seminari con Consob per inquadrare le tecnologie blockchain nel contesto regolamentare, perché il mercato italiano ha alzato le antenne guardando anche al resto d’Europa».

BLOCKCHAIN PER I PAGAMENTI

La banca americana JPMorgan Chase ha creato JPM Coin: stablecoin su blockchain che ha l’obiettivo di rendere più efficienti i pagamenti interbancari tra i clienti della banca. Il processo dei pagamenti transfrontalieri si basa su una complessa rete di banche e intermediari che spesso mostra inefficienze o errori nelle informazioni. L’emissione del token digitale JPM Coin per questo tipo di pagamenti ha l’obiettivo di ridurre tali inefficienze e, conseguentemente, anche i costi di gestione del sistema.

BLOCKCHAIN E CAPITAL MARKET

La borsa svizzera SIX ha costruito un’infrastruttura completamente integrata di emissione, negoziazione, settlement e custodia per i digital assets, chiamata SIX Digital Exchange (SDX). L’obiettivo è effettuare Initial Digital Offering (IDO) e tokenizzare gli asset esistenti.

BLOCKCHAIN ED EMISSIONE DI BOND

Banco Santander ha emesso la prima obbligazione interamente gestita su blockchain. La banca ha emesso il bond direttamente sulla blockchain di Ethereum, sotto forma di token, ed esso continuerà a esistere solo sulla blockchain. Banco Santander è esso stesso l’emittente dell’obbligazione da 20 milioni di dollari, mentre una delle società controllate del gruppo ha acquistato l’obbligazione al prezzo di mercato. L’obbligazione ha una cedola trimestrale dell’1,98%. Santander Securities Services agisce come agente di tokenizzazione e custode delle chiavi crittografiche.

BLOCKCHAIN E TRADE FINANCE

Marco Polo, lanciato dalla startup TradeIX e dal consorzio di banche R3 con la collaborazione di molte tra le principali istituzioni finanziarie, è un progetto di trade finance basato su tecnologia Distributed Ledger. La piattaforma consente la creazione di un conto corrente “aperto”, ovvero di consegnare le merci prima che il compratore corrisponda il pagamento. L’utilizzo degli smart contract permetterà di automatizzare i processi di pagamento e di mitigare i rischi. Infatti, il loro utilizzo garantisce un obbligo d’acquisto per il compratore nel caso in cui i parametri dell’ordine siano rispettati.

BLOCKCHAIN E DATA & DOCUMENT MANAGEMENT

La banca polacca Alior offre ai clienti un servizio per verificare l’autenticità e l’integrità dei documenti ufficiali che ricevono, utilizzando la Blockchain pubblica di Ethereum. Quando un cliente di Alior riceve un documento, può verificarne la autenticità seguendo un link che mostra la avvenuta notarizzazione sulla Blockchain pubblica. Ciò significa che i clienti possono verificare che il documento in questione è stato effettivamente emesso, nell’esatta formulazione riportata, quando la banca lo dichiara.

BLOCKCHAIN E RICONCILIAZIONE BANCARIA

Le banche italiane, insieme ad ABI Lab e ABI (Associazione Bancaria Italiana), hanno creato una piattaforma Distributed Ledger per verificare la corrispondenza tra due diverse banche coinvolte in operazioni finanziarie tra i loro clienti. Questo processo interbancario è tipicamente paper-intensive e con un basso livello di standardizzazione. La soluzione Distributed Ledger permette di far corrispondere i flussi di cassa e le operazioni tra le due banche coinvolte nella transazione.

BLOCKCHAIN E KYC

Verified.me è un servizio canadese sviluppato da SecureKey Technologies che permette di verificare l’identità dei consumatori (KYC - know your customer). Utilizza la tecnologia blockchain per trasferire in modo sicuro e privato le informazioni personali tra i partecipanti alla rete, permettendo ai clienti di accedere rapidamente e facilmente ai servizi desiderati. Verified.Me permette quindi di verificare l’identità attraverso lo smartphone, utilizzando le informazioni personali che il cliente ha accettato di condividere. Così facendo, il cliente sarà in grado di scegliere quali informazioni mostrare, riducendo la quota di informazioni personali condivise non necessarie.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop

 

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