#DEFINE BANKING

Alipay+. Il valore dei pagamenti QR code è nella relazione col cliente

Pagamenti QR Code Alipay+

Pietro Candela, General Manager Europe di Alipay+

QR Code o NFC? Una dozzina di anni fa era questo il grande dilemma nei mobile payments, con un confronto tra soluzioni alternative tra loro. Poi il sistema bancario ha puntato sulla continuità rispetto all’infrastruttura esistente, con contactless e NFC. E così hanno fatto BigTech come Apple, Samsung e Google.

Tutto questo, però, è accaduto in Occidente. Perché in Asia “mobile payment” è diventato sinonimo di QR Code.

banner episodi podcast

Questi due mondi, però, si trovano spesso a dovere comunicare e convergere. Le carte esistono anche in Asia, mentre soluzioni basate su QR code crescono in Europa. Abbiamo approfondito il tema con Pietro Candela, General Manager Europe di Alipay+: un brand che non ha bisogno di presentazione per la sua popolarità in Cina.

AG. A metà giugno cominciano i campionati europei di calcio. E debutta anche la partnership tra Alipay+ e Bluecode, che permetterà ai turisti asiatici che si recano in Austria e in Germania, magari proprio per seguire qualche partita, di pagare in molti negozi usando i loro wallet nazionali. Perché questi accordi sono importanti per i merchant europei?

PC. Il QR Code ha sicuramente molto successo in Asia e in altre geografie dove le infrastrutture di pagamento basate su carte e NFC sono poco sviluppate. I QR Code sono molto economici da installare.

I brand e i merchant europei possono quindi facilmente accogliere i viaggiatori non-europei che usano wallet basati su QR Code. E questo vale soprattutto per le attività che devono accettare pagamenti transfrontalieri: è essenziale offrire entrambe le tecnologie.

Secondo noi, il QR Code offre anche delle opportunità che vanno al di là della mera transazione. La collaborazione con Bluecode lo conferma: ci sono diverse centinaia di banche tedesche e austriache che, tramite questa società, hanno implementato nelle loro app delle soluzioni per scansionare il QR Code.

E nel momento in cui il pagamento si sposta all’interno di una app, allora la gestione del rapporto tra cliente e merchant cambia. Non si limita più alla sola transazione, ma abbraccia il prima e il dopo, con comunicazione di marketing e servizi a valore aggiunto.

AG. Anche in Italia avete una partnership simile, con Tinaba. Hai qualche dato su questa collaborazione e sull’attività dei viaggiatori asiatici in Italia?

PC. Alipay si rivolge soprattutto alla clientela cinese: in Cina, i QR Code hanno superato non solo le carte di pagamento ma anche il denaro contante.

In settori come la moda, il lusso e i duty free abbiamo una copertura pervasiva. Il wallet fa parte della vita quotidiana dei cinesi e degli asiatici, accoppiando al pagamento anche iniziative promozionali.

Per un’azienda italiana, questo significa ad esempio offrire un’accoglienza privilegiata all’interno dei negozi. Ci sono casi di attività in cui il transato con i turisti cinesi è maggiore rispetto a quello con europei e italiani, con una media di transato via Alipay che supera i 500 euro e si avvicina anche agli 800.

Accettare Alipay non va considerato solo come un’occasione di ricavo, ma anche un modo per agevolare l’esperienza di viaggio di questi cinesi. Il mondo del QR Code non consente frodi e, anche qualora ce ne fossero, Alipay se ne prende carico.

Inoltre, permette ai turisti di viaggiare senza contanti e senza dovere famigliarizzare con strumenti di pagamento che non conoscono.

Stiamo quindi cercando di ampliare la rete di accettazione anche a casi d’uso più quotidiani. Con Tinaba, ad esempio, abbiamo ottenuto risultati importanti nel mondo dei taxi. Siamo molto interessanti anche al mondo del Food & Beverage e a tutti quelli in cui un turista cinese ha la possibilità di incrociare un merchant italiano.

AG. A proposito di turisti: ci sono anche quelli europei che visitano l’Asia, spesso per lavoro. E si scontrano con il problema opposto: hanno carte di pagamento che non sono facilmente accettate ovunque, ma non hanno modo di scansionare i QR Code che si trovano in moltissimi negozi. È una necessità percepita, da parte delle banche europee?

PC. È sicuramente una parte della nostra proposizione nell’approcciare il mondo bancario. Abbiamo iniziato a lavorare con Tinaba Banca Profilo in Italia e, adesso, collaboriamo con Bluecode in Austria e Germania.

Il “+” di Alipay+ significa proprio Alipay più i partner e anche le banche europee hanno la possibilità di entrare il contatto con il mondo dei QR Code asiatici. Un sistema di pagamento importante, in alcuni casi dominante e necessario, soprattutto lontano dai luoghi centrali del turismo, dove tipicamente sono accettati entrambi i modelli di pagamento.

Il nostro obiettivo è facilitare l’integrazione del sistema di pagamento QR Code nelle app bancarie europee. E, anche in questo caso, è possibile andare oltre la semplice transazione, accedendo a una serie di servizi collaterali direttamente dalla propria app bancaria. Prenotare un taxi, ad esempio, oppure avere un accesso velocizzato alle attrazioni di un luogo, secondo il modello della “super app” che è la chiave del successo dei wallet QR Code in Cina.

AG. Diventare una super app è un sogno anche di molte neobanche e fintech in Europa. Un tema molto sentito in Asia è quello della standardizzazione dei QR Code. È infatti facile imbattersi in negozi tappezzati di adesivi con un codice diverso per ogni wallet. Hai qualche aggiornamento su questo fronte?

PC. In Asia il tema del QR Code è molto sentito perché è un elemento di inclusione sia dei merchant sia della popolazione, che hanno così accesso ai servizi finanziari.

Alipay è un pioniere del concetto di interoperabilità del QR Code e siamo forse gli unici ancora sul mercato a cercare delle modalità, compatibili con la regolamentazione e con le tecnologie preesistenti, per consentire alle soluzioni locali di far parte di una rete di pagamento globale.

In questo momento abbiamo integrato una trentina di wallet, ma anche alcune app bancarie, creando delle soluzioni di pagamento per il mondo offline.

L’esigenza di interoperabilità diventerà sempre più forte, perché in diversi Paesi c’è una spinta verso l’adozione di un QR Code nazionale.

AG. Chiudiamo questa intervista guardando all’Italia. Una delle fintech storiche del nostro Paese è proprio una soluzione di pagamento basata su QR Code, anche se l’industria bancaria nazionale ha puntato da tempo su carte e NFC. Che prospettive vedi per i pagamenti QR Code nel nostro Paese?

PC. Per noi, chiunque contribuisca a fare education nel mondo dei QR Code è assolutamente ben visto. Anzi, è un peer che, idealmente, ci farebbe piacere collegare ad Alipay+.

In generale, penso che nel mondo dei pagamenti accadrà ciò che è già successo nel mondo dei media. Accanto alla televisione tradizionale, broadcast, è arrivata prima la tv satellitare e poi quella in streaming. E non più solo sul televisore, ma anche sullo smartphone. Chi è stato il vincitore, in questa trasformazione? Il cliente, che può accedere a più contenuti andando a scegliere la piattaforma che gli offre più valore in ogni contesto di utilizzo.

Penso che la stessa cosa accadrà per QR Code ed NFC. Ci sono solo ampi spazi da “conquistare” al contante e questo permette a entrambe le tecnologie di sviluppare nuovi modelli di business.

Noi stiamo lavorando sui merchant di fascia medio-alta che guarda alla clientela alto spendente che visita l’Europa per turismo. Ma c’è del potenziale nella possibilità di abbinare al QR Code delle promozioni, un cashback, un tasso di cambio vantaggioso e altre attenzioni speciali.

Accanto a questa massa critica di turisti è possibile costruire dei percorsi di acquisto più sofisticati. Che forse emergeranno in Asia ma potrebbero poi arrivare anche in Occidente. La tecnologia in sé non è un fine, ma solo uno strumento per migliorare qualità ed efficienza del servizio.