Così acceleriamo le startup InsurTech

Vittoria hub call

È appena partita la seconda Call for Ideas di Vittoria hub. Abbiamo parlato dei primi mesi di attività con Nicolò Soresina, COO di Vittoria hub.

Domanda. La prima call dell’hub ha dimostrato un grande interesse per l’InsurTech anche in Italia, con numeri importanti.
Risposta. Abbiamo selezionato 10 startup su un totale di 140 candidature. Una selezione resa più complessa dalla prima ondata di Covid-19: l’abbiamo portata avanti con strumenti digitali, con un 1.500 interazioni da remoto. E, alla fine, abbiamo scelto.

D. A ottobre 2020 lanciate questa seconda call. Che obiettivi avete?
R. Un’altra decina di startup selezionate tra progetti che applicano tecnologie predittive, internet delle cose e DLT a nuovi prodotti o mercati del mondo assicurativo. Puntiamo a prevedere ciò che oggi non è prevedibile e a identificare oggetti che, al momento, non siamo in grado di classificare. Per sviluppare così nuovi prodotti e nuovi mercati.

D. Quante Call organizzerete ogni anno?
R. A regime, arriveremo a due Call ogni anno.

vittoria hub nicolo soresina

D. Le startup selezionate che cosa ottengono?
R. L’accesso a un percorso di adozione e accelerazione, che abbiamo chiamato VIA2. L’idea è quella di accompagnare le startup in un percorso di collaborazione e di crescita che permetta loro di interagire con i manager della compagnia, per acquisire competenze sui specifici ambiti di business. E, poi, di stendere il proprio business model e di arrivare all’Investor Day. Complessivamente, il percorso dovrebbe durare circa un anno.

D. L’investitore potrebbe anche non essere Vittoria Assicurazioni.
R. L’hub si trova fisicamente nel palazzo di Vittoria Assicurazioni, ma non ne fa parte. L’hub risponde a logiche di open innovation con altri attori: è un tramplino di lancio per nuove realtà, che si possono appoggiare alle capacità e alle competenze della nostra Compagnia e, magari, anche collaborare con noi. Ma non necessariamente solo con noi.

D. A quali servizi accedono le startup?
R. Abbiamo un network di 25 partner che forniscono servizi complementari. Dalla formazione delle startup ad aspetti più tecnici: provider di tecnologia, esperti di contabilità e fiscalità, servizi di ricerca bandi. Tutto quello che può permettere a una startup di individuare opportunità e di crescere.

D. Guardate a startup in fase avanzata o c’è spazio anche per le early stage?
R. Non abbiamo preclusione verso chi non ha un POC o una Minimum Viable Proposition. Valutiamo l’idea e lo spirito giusto, la capacità di proporre un approccio di valore. Il ruolo di esplorazione del mercato è anche questo. Certo, abbiamo la consapevolezza che non tutte queste startup arriveranno in fondo al percorso.

D. Come già nel FinTech, anche nell’InsurTech ci sono startup create da manager con lunga esperienza nel settore assicurativo, che si mettono in proprio per realizzare la loro idea di innovazione. È un elemento positivo per il mercato?
R. Gli ex colleghi che seguono la pulsione all’imprenditorialità e creano una startup partono sicuramente da una posizione di vantaggio: forte competenze verticali, skill specialistiche e un network già forte di conoscenze personali.

D. Nel FinTech è in crescita il numero di hub e acceleratori presenti sul mercato. Come vedete il rapporto con altri acceleratori verticali di startup? Si collabora o si compete?
R. Non vedo nell’InsurTech, al momento, una competizione diretta o analoga ad alcune dinamiche viste nel FinTech. Non troverei nulla di strano se una startup selezionata da noi in una call dovesse andare altrove, magari perché nel proprio percorso di crescita ha modificato il core business. E, allo stesso modo, non vedo ragione per sollecitare il passaggio di una startup da un altro incubatore al nostro. Al momento non vedo antagonismo, nel mondo InsurTech.