Lo Smart Working in banca è su misura

Se il lockdown ha confermato che il telelavoro funziona, le banche ripensano il tema dello smart working. Con modelli diversi.

smart working banca

È un tema innanzitutto di persone, che devono potere scegliere le modalità di lavoro più consone alle loro esigenze e al loro ruolo professionale. Di spazi, perché gli uffici smart non possono certo essere quelli di una volta (e, probabilmente, ne serviranno meno). E di soldi: perché se da un lato si può immaginare un risparmio sul fronte real estate, i dipendenti sosterranno alcune spese aggiuntive e si dovrà investire per garantire la sicurezza informatica aziendale.

Schroders: tutti a casa? Non proprio

A fine agosto 2020, Schroders (a livello internazionale) ha annunciato l’adozione “permanente” di “un modello di lavoro flessibile”. I dipendenti potranno adottare le pratiche di lavoro più adatte a rispondere alle esigenze dei clienti, del business e alle proprie specificità lavorative.

Il che non vuol dire “tutti a lavorare da casa”, come fantasiosamente scritto da qualcuno. Ma che la scelta del luogo di lavoro tra ufficio, salotto o qualsivoglia altro posto (ed è questo elemento a rendere il lavoro agile e smart, mica la conversione a ufficio di un angolo del salotto) spetta al lavoratore, tenendo presenti le esigenze di azienda e clienti. La stessa Schroders si dice convinta che il lavoro in ufficio offra molti benefici e assicura che non verranno meno le interazioni faccia a faccia, la collaborazione e l’innovazione.

L’equilibrio tra lavoro remoto e in ufficio è una scelta personale.

Le principali banche e compagnie assicurative, in Italia e all’estero, avevano già attivato da anni, in forma spesso ristretta a poche persone, modalità di telelavoro. Dopo il lockdown, l’estensione dello smart working e di scelte flessibili di luoghi e orari di lavoro vengono valutate per una fetta maggioritaria, se non per la totalità, del personale.

ING: flessibilità personalizzata 

ING, ad esempio, ha lanciato un modello super-flessibile per i propri dipendenti. Similmente a Schroders, sono i dipendenti a scegliere come organizzare le loro attività in base a esigenze personali e professionali. Nella scelta di ING troviamo alcuni concetti fondamentali già emersi nell’intenso dibattito sullo smart working:

  • il diritto alla disconnessione del lavoratore in determinate fasce orarie;
  • un contributo economico mensile, in welfare e per rimborsare le spese necessarie per il lavoro da casa;
  • il mantenimento di momenti di networking e gruppo, virtuali e di persona, per continuare a fare squadra.

Oltre, ovviamente, ad attività di formazione ad hoc. Se un sondaggio interno dice che il 90% dello staff si sente pronto a questa super-flessibilità e che il 55% si ritiene più produttivo lavorando da casa, entro fine 2020 ogni dipendente concorderà con il proprio responsabile la soluzione migliore per sé e il proprio ruolo. Personalizzazione, quindi: anche in questo caso, uno smart working one size fits all non esiste.

Smart Working e Uffici: i progetti di Credem

Con lo smart working, cambiano anche gli uffici. Alcune banche e compagnie assicurative avevano già iniziato a rendere smart gli spazi di lavoro, abolendo le postazioni fisse a favore di ambienti aperti di collaborazione e ibridazione tra funzioni diverse. Credem, nel prossimo biennio, allestirà almeno 500 nuove postazioni agili: non assegnate, senza telefoni fissi e con la possibilità di prenotare le scrivanie per i singoli o per il team.

credem uffici smart working

L’ampliamento della sede di Avvera a Reggio Emilia e l’allestimento dei nuovi uffici delle sedi di Credemtel e dei Magazzini Generali delle Tagliate a Montecavolo di Quattro Castella (RE) hanno già visto questo nuovo modello, ora in estensione in altre sedi del Gruppo.  Al di là dei dettagli, l’ambiente di lavoro si fa elastico e libero nella fruizione degli spazi, compresi quelli di relax e di ristoro.

Ricordarsi la sicurezza informatica

È anche probabile che alcune aziende scelgano di ridurre la metratura dei loro uffici. Anche se forse sarebbe bene verificare nel lungo termine le effettive preferenze di lavoro dei dipendenti, in tempi di normalità e non di pandemia. Mentre scriviamo, tra l’altro, si diffonde la notizia dell’attacco informatico, presumibilmente ransomware, contro il Comune di Rieti. Un monito importante per chi deve riprogettare il lavoro in banche e assicurazioni: la sicurezza informatica deve essere by design.