
La crescita? Non solo organica
Un Piano che parte, giustamente, dall’anno appena concluso. I dati preliminari stimano i ricavi intorno ai 600 milioni di euro (erano 567 nel 2017) con un EBITDA superiore ai 200 milioni (179 nel 2017). La stima prudenziale, a fine piano, è di arrivare oltre gli 800 milioni. Nel caso, ovviamente, in cui la crescita sia puramente organica. E così non sarà.
Consolidamento in corso
Perché il settore dei pagamenti, come ha spiegato Cordone, è nel pieno di un consolidamento globale. «Lavoriamo in un settore fortunato, che cresce nei diversi mercati, Italia compresa, con percentuali tra il 3% e il 10%. In Europa l’industria vale 80 miliardi di ricavi, di cui il 53,7% deriva dalla monetica». Un’industria che ha visto, negli ultimi mesi, operazioni monstre come quella tra Worldline e Six Payment Services (2,3 miliardi di valore), nets e concardis (6 miliardi di dollari) e fiserv – First Data (20 miliardi di euro). E in cui si muovono grandi aziende, private equity e fondi attivisti.
O predatore o preda
SIA, da parte sua, ha acquisito nel 2017 le attività di processing da UniCredit Business Integrated Solutions e, nel 2018, quelle di First Data in Europa centro-meridionale. E risulta in short list per due ulteriori operazioni di peso analogo in Paesi europei (verosimilmente Portogallo e Germania). «O sei predatore o sei preda – sintetizza Cordone – e anche in UE ci sono diversi dossier aperti su possibili acquisizioni. La volontà degli azionisti di SIA è fare di questa società il leader europeo nel settore dei pagamenti».
Payment Company europea
E il Piano Strategico, al netto delle operazioni straordinarie che avverranno (alleanza, acquisizione e/o quotazione, in qualunque ordine, dovrebbero essere valutate entro l’estate), guarda innanzitutto alla trasformazione in un player paneuropeo che non sia più solo processor. In linea con la generale commoditizzazione dei pagamenti, Cordone segnala che «molti clienti ci chiedono di offrire servizi a valore aggiunto, connessi ai pagamenti. Come la gestione delle dispute, delle frodi, l’assistenza ai clienti. Non cercheremo solo nuovi clienti, quindi, ma faremo cross selling su quelli esistenti».
Pagamenti e megatrend
In questo aiuterà anche lo sviluppo dell’offerta verso i principali megatrend tecnologici di questo periodo. In ambito blockchain la SIA Net, con i suoi 500 nodi, si proporrà come infrastruttura (a proposito di commoditizzazione) su cui ogni azienda potrà sviluppare liberamente e in sicurezza le proprie applicazioni. L’internet delle cose, da cui passeranno miriadi di dati, pagamenti compresi. L’intelligenza artificiale, a tutto tondo. E la smart mobility: partirà a breve anche a Roma l’utilizzo delle carte contactless per l’accesso alla metropolitana, in forte crescita a Milano (SIA è parte del progetto e si occupa della rendicontazione, individuando la tariffa più conveniente in base all’utilizzo effettivo di ciascun utente).
PSD2 e catena del valore
L’approccio da payment company si ritrova anche nel rapporto con la PSD2. Che, giganti FinTech a parte (ma Cordone, a posteriori, ridimensiona i timori degli scorsi anni per i wallet di Apple, Google, Samsung etc., che appoggiandosi all’infrastruttura esistente sono diventati di fatto parte di un ecosistema) vede in questo periodo soprattutto l’attivismo di utility e aziende Corporate. Attirate dai vantaggi economici della creazione di un Istituto di Pagamento sia per la gestione dei pagamenti interni sia per assegnare a ciascun cliente una carta prepagata che può essere usata anche per le spese di tutti i giorni. «Gli operatori si stanno espandendo lungo la filiera – commenta Cordone: realtà come EnelX, Telepass o FCA hanno superato il concetto di pagamento guardando al customer journey, offrendo più servizi nella catena del valore e fidelizzando il cliente».
Il boom di PagoPA
Guardando all’Italia, l’obiettivo principale per crescere è quell’83% di pagamenti che avviene in contante. E che potrebbe scendere al 79% nel 2021: la media UE è già al 37%, in Svezia al 18%. E se la scelta dello strumento è giustamente una libertà del consumatore finale, se il 70% dei pagamenti cash ha un importo inferiore al 100% qualcosa vorrà dire. È importante digitalizzare la Pubblica Amministrazione, ad esempio, e qui Cordone racconta che «a PagoPA sono ormai connessi 23mila enti pubblici, il 75%: l’obbligo è di arrivare al 100% entro fine 2019. I 4 milioni di transazioni su PagoPA sono diventati 14 milioni nel 2018: solo a gennaio 2019 abbiamo avuto 4 milioni di pagamenti, grazie allo sbarco in piattaforma del Bollo Auto ACI. Entro fine anno arriverà un’applicazione, “IO”, che permetterà di ricevere gli avvisi di pagamento in automatico e di pagarli con un click». In ambito PA si lavorerà anche sulla Blockchain, come nel recente progetto con tra SIA e il Comune di Bari.
Il rilancio dei circuiti domestici
E c’è spazio anche per gli schemi di pagamento domestici. Che potrebbero trarre nuova linfa dagli instant payment, che metteranno in competizione i bonifici con le carte di pagamento. «Molti Paesi, tra cui Russia e Grecia, guardano con interesse a un circuito nazionale, capace di intercettare la maggioranza delle transazioni domestiche». In Italia, l’iniziativa più recente è quella di BANCOMAT Pay.
L'ipotesi Nexi?
Commentando le molte domande sulle ipotesi di fusione con Nexi, infine, Cordone ha spiegato che al momento quest'operazione non rientra nel Piano. Anche perché l'obiettivo è crescere in Europa e Nexi è un player domestico. Se dovesse essere decisa dagli azionisti una mossa in tal senso, sarebbe da considerare una tappa intermedia in un percorso che ha come obiettivo una dimensione paneuropea.