Le chiameremo ancora automobili, ma i veicoli che guideremo in futuro saranno molto diversi da quelli di oggi. E non tanto per il design esterno, che adeguerà come sempre l’aerodinamica alla moda del momento, ma per ciò che sta sotto alla carrozzeria, dal motore all’elettronica, sempre più integrati con l’informatica. Un auto connessa ad altri oggetti e a servizi nel cloud, smart, capace di interagire autonomamente con il mondo esterno. Persino di prendere decisioni al posto del guidatore.
Più auto elettriche, soprattutto ibride
Un primo aspetto riguarda l’alimentazione. In un articolo precedente abbiamo visto come i carburanti tradizionali siano assoluti dominatori del mercato: una recente indagine del Servizio Studi e Ricerche di Banca Monte dei Paschi di Siena stima in soli 500mila i veicoli elettrici venduti in tutto il mondo nello scorso anno. Per il 2021 si dovrebbe arrivare a 3 milioni e nel 2025 a 5 milioni. Dieci anni di forte crescita che porteranno l’auto elettrica dallo 0,6% all’8% del parco auto. L’Italia farà la sua parte: la vendita di auto elettriche nel nostro Paese è iniziata nel 2009, in piena crisi del mercato. E nel 2014 sono state acquistate circa 21mila automobili elettriche, quasi tutte appartenenti alla categoria delle ibride, per altro. Ma le imminenti migliorie tecniche sul fronte delle batterie e lo sviluppo di una adeguata rete di punti di ricarica promettono buone prospettive di crescita. E il rialzo del petrolio nel prossimo decennio darà una mano.
Se l’automobile si guida da sola...
Altre migliorie “tecniche”, come l’utilizzo di materiali quali la fibra di carbonio, renderanno le auto più leggere ed efficienti. Ma è la componente tecnologica a rendere l’evoluzione dell’auto interessante per il finance. Diverse case automobilistiche e giganti del web (e la collaborazione la dice lunga) stanno lavorando a veicoli con una elevata componente tecnologica nella guida: capace, grazie a sensori, di percepire oggetti e persone in movimento, le condizioni meteo e di illuminazione (come già oggi avviene su buona parte dei modelli in commercio), di rilevare il traffico e lo stato dei semafori. Un’auto “che si guida da sola”, insomma, o quasi: perché le situazioni più complesse, come ingorghi o incidenti, richiederanno sicuramente l’intervento umano.
... e rileva stile di guida e parametri vitali
Ma se i sensori delle black box e quelli di prossimità montati sulle auto già oggi rilevano urti particolarmente violenti o le situazioni di pericolo, è facile immaginare che l’esplosione dell’internet delle cose moltiplicherà le occasioni di raccogliere dati. Il sedile, il volante, la cintura di sicurezza, tutto ciò che è intorno a guidatore e passeggeri potrà rilevare informazioni sul loro stato di salute: respiro, battito cardiaco, movimenti. Associando tutti i dati dell’automobile, in caso di urto sarà possibile inviare un messaggio automatico ai mezzi di soccorso, completo di posizione GPS del veicolo, numero di passeggeri ed eventuali dati relativi alle funzioni vitali.
Come assicurare un’auto del genere?
Sembra fantascienza, ma lo “status” assicurativo di queste automobili del futuro è tutto da definire. I primi prototipi, assolutamente imperfetti, hanno già toccato l’asfalto e sicuramente ci vorranno infiniti aggiustamenti, numerose prove, errori a catena e purtroppo anche qualche incidente, ma bisognerà decidere come assicurare un’automobile in grado di rilevare il rischio di un impatto e di arrestarsi immediatamente. Con tempi di reazione molto più rapidi di quelli necessari al guidatore per accorgersi del pericolo e premere il freno. O come assicurare una automobile che apre le portiere grazie al riconoscimento biometrico dei guidatori autorizzati.
Già attivo il blocco da remoto
Nessuno si sorprende sentendo parlare di polizze RC auto basate sull’uso effettivo del mezzo: e per ora parliamo di chilometri percorsi, ma i sensori permettono già di analizzare lo stile di guida dell’assicurato. Ci sono problemi di privacy? Eccome. Ma quanti clienti aderirebbero volontariamente, in cambio di uno sconto sul premio? Già oggi, la OnStar negli USA offre un servizio di arresto del veicolo da remoto: se l’automobile viene rubata, basta rivolgersi alla compagnia per bloccarla e renderla inutilizzabile. Un servizio già sul mercato italiano che presto potrebbe estendersi ad altri veicoli, stand alone o come opzione di una polizza.
Opportunità per pagamenti e mobile banking
E non ce n’è solo sul fronte assicurativo. Un’automobile smart e connessa permetterà di interagire rapidamente con tutta una serie di servizi di pagamento: non solo dei pedaggi autostradali (l’idea che possa bastare un decennio per fare scomparire la coda per pagare in contanti ai nostri caselli suona più fantascientifica di un’automobile connessa) ma anche per ordini take away nei ristoranti o nelle aree di servizio, biglietti di traghetti, parcheggi e aree di sosta. Oppure acquistare contenuti audio e multimediali. Fino alla ricerca di un ATM o di una filiale nelle vicinanze: la banca spagnola La Caixa ha già presentato una applicazione Android per dialogare con le smart car Ford e interagire con la propria app di mobile banking. Per tutti i casi in cui per il saldo del conto non si può proprio aspettare.
