Finanziamenti alle aziende e risparmio delle famiglie

Inneschiamo un ragionamento da due brevi e semplici considerazioni che rappresentano altrettante peculiarità dell’attuale scenario nazionale.

risparmio famiglie imprese

La prima è questa: miliardo più miliardo meno, i risparmi delle famiglie italiane ammontano a 4.445 miliardi di euro, cifra che sembrerebbe confermare la tradizionale prudenza in ambito familiare nel compiere le scelte finanziarie. Un atteggiamento, quindi, che ha come conseguenza pratica quella che porta a lasciare i soldi sul conto corrente o magari virare verso polizze assicurative (e poco più).

La seconda considerazione riguarda il mondo delle aziende. Queste sono sopravvissute a fatica alla crisi globale del 2008 ed ora sono state messe a dura prova dalla crisi pandemica che, a prescindere dalla loro dimensione, ha fatto registrare un drastico crollo degli ordini, del fatturato e degli incassi. Ci vorrà del tempo, poi, per vedere che risultati conseguiranno dalle misure sin qui adottate dal Governo in soccorso alle imprese.

Il risparmio delle famiglie per sostenere le aziende

Dalle due considerazioni emerge un tema, non nuovo almeno concettualmente, su come, in questo particolare momento, si potrebbero aiutare le aziende canalizzando su di esse il risparmio privato.

Con quali strumenti?

Così stanno prendendo avvio varie ipotesi: c’è chi pensa all’estensione delle garanzie pubbliche al capitale di rischio privato, chi guarda verso l’adozione di misure fiscali vantaggiose per l’investitore, chi vede nei green bond uno strumento attrattivo per gli impieghi delle famiglie.

Anche la finanza alternativa, quelle cioè che è disintermediata dai prodotti dell’industria finanziaria tradizionale, offre degli spunti interessanti per facilitare l’afflusso del risparmio delle famiglie italiane verso il sistema delle imprese.

Il potere del crowd

Sono molte le piattaforme digitali che si rivolgono a gruppi di persone, o se preferite alla “folla” (in inglese crowd, NdR), per fare raccolta e impieghi ed il loro volume di affari è in crescita.

Benvenuti nell’interessante mondo crowdinvesting, quella particolare sottocategoria del crowdfunding che mira a raccogliere il capitale dalla folla ricevendo in cambio la remunerazione del capitale stesso a titolo di investimento oppure a prestare denaro.

L’equity crowdfunding (per cui la Consob ha emanato un apposito regolamento) permette al privato di investire il proprio denaro in un progetto imprenditoriale o di investimento ricevendo in cambio azioni o quote e quindi divenendo socio dell’azienda finanziata. L’equity crowdfundiing nel 2019 ha oltrepassato quota 68,5 milioni di euro, registrando un + 114% rispetto al 2018.

Il social lending, la tipologia di crowdfunding che sviluppa il giro d’affari più elevato, grazie anche all’arrivo sul mercato italiano di grossi player, ha raccolto lo scorso anno oltre 79 milioni di euro e tra i destinatari dei prestiti collettivi iniziano a esserci imprese che si rivolgono a piattaforma specializzate nel peer to peer landing per aziende.

Nuovo è il concetto crowdliquidity - e ancor più nuova è la piattaforma LiUU - che si basa su un processo collaborativo attraverso al quale la “folla” supporta un’attività commerciale esistente, in momentanea crisi di liquidità, pagando ora un bene o un servizio che verrà utilizzato in futuro.

Rimane, poi, il più noto strumento dei minibond, che consente alle imprese che ne hanno i requisiti, solitamente le PMI, di aprirsi al mercato dei capitali per affrontare al meglio piani di sviluppo e altre operazioni di investimento straordinarie o di refinancing.

Le possibilità ci sono, il mondo imprenditoriale ed il risparmio delle famiglie non sono così lontani.