Quale modello per l’NFC

Arrivano i risultati conclusivi sulle sperimentazioni dei mobile payment basati su NFC. Una soluzione che pur interessando acquisti di importi limitati, inferiori ai 20 euro, potrebbe favorire l’incremento delle transazioni con carta fino al 30% e aumentare di oltre il 20% il volume del transato, secondo il pilot condotto a Sitges. Portando a un nuovo modello di business che fa leva su collaborazione, portabilità e standardizzazione. E ampliando le funzionalità dell’NFC anche ad altri servizi: dal mobile payment al mobile ticketing, fino ai servizi di loyalty
 

Portabilità, collaborazione e sicurezza: sono i fattori vincenti delle soluzioni di mobile payment testate in Europa e presentate al terzo appuntamento con la tavola rotonda PayLab, un incontro sui pagamenti organizzato da AziendaBanca in collaborazione con Ingenico, in cui sono intervenuti Victor Escudero, Direttore Tecnico di Redsys, e Paul Crutchley, Ecosystem Manager di GSMA, che hanno raccontato la loro esperienza e la loro visione nell’ambito dei mobile payment e dell’NFC, una tecnologia che può trovare applicazione anche al di fuori dei sistemi di pagamento, allargando il perimetro di azione dei diversi player coinvolti nella gestione dei mobile payment.

Il contactless: un utile strumento per aumentare le transazioni
Il contactless è uno strumento che può dare una forte spinta al mercato dei pagamenti elettronici, capace di aumentare del 30% le transazioni e del 23% i volumi, secondo l’esperienza mobile condotta a Sitges, cittadina turistica a 35 km da Barcellona. Un progetto pilota, inaugurato nel maggio del 2010 e concluso nell’ottobre dello stesso anno, che ha coinvolto, oltre a Redsys, provider TSM, diversi player: La Caixa, Visa Europe, Ingenico, che ha messo a disposizione i POS contactless, Movistar, la compagnia telefonica che ha creato il wallet, e Samsung con i cellulari dotati di tecnologia NFC. Un esperimento di successo, che ha visto il 90% dei consumatori pagare con il cellulare fornito dalla banca spagnola e che ha coinvolto nelle transazioni contactless l’80% dei retailer. “Per il progetto pilota a Sitges, racconta Victor Escudero, Direttore Tecnico di Redsys, abbiamo realizzato una copertura capillare per i pagamenti contactless, fornendo a 1.500 consumatori un telefonino abilitato ai pagamenti in mobilità e modificando o sostituendo i terminali di pagamento di 500 esercenti. I risultati sono stati eccellenti. Durante la fase pilota le transazioni elettroniche presso gli esercenti coinvolti sono di fatto aumentate del 30% e anche i volumi hanno registrato un incrementodel 23%. I consumatori che hanno utilizzato il cellulare hanno una età media di 46 anni e sono per lo più donne (56%), mentre gli over 65 e i giovani tra i 18 e i 25 anni hanno utilizzato meno il servizio (4%), per una spesa media totale di 31 euro”. Strano ma vero sono proprio i più giovani, in apparenza i più propensi ad accogliere le nuove tecnologie, a non sfruttare le potenzialità dell’NFC, insieme agli unbanked, probabilmente a causa dello scarso rapporto con la banca; viceversa chi ha tra i 36 e 45 anni ha utilizzato maggiormente la tecnologia contactless (31%), accompagnati da chi ha tra i 46 e i 55 anni (30%).

Uno strumento semplice, veloce e sicuro
Il contactless è una soluzione che premia transazioni veloci, di importo limitato, e che viene preferita per i piccoli acquisti quotidiani, tanto che il 60% delle transazioni riguarda pagamenti al di sotto dei 20 euro e il 75% degli acquisti è condotto durante la settimana e nelle ore di shopping (80%), per lo più nei supermercati (57%) e nei bar-ristoranti (14%). “Per i clienti, spiega Escudero, il telefonino diventa uno strumento semplice, veloce e sicuro. Per pagare importi inferiori ai 20 euro è sufficiente avvicinare il cellulare al POS contactless e la transazione avviene in un istante, mentre per un importo superiore il cliente può avere la sicurezza che tutto procede secondo la sua volontà, validando la transazione con il PIN on line. L’NFC è una tecnologia ampiamente matura, tanto che durante la fase pilota non abbiamo riscontrato particolari problemi o lamentele né da parte dei consumatori né da parte dei commercianti che, dopo questa esperienza, ci chiedono addirittura di velocizzare il processo di migrazione dei terminali per abilitare le transazioni contactless. Ed è proprio la sostituzione dei terminali l’unico punto su cui è necessario un maggior investimento affinché si raggiunga una penetrazione massiva dei pagamenti contactless e il sistema si possa realmente estendere come già sta succedendo anche a Barcellona, dove sono già stati installati terminali contactless in alcune migliaia di punti vendita. In generale, in tutta la Spagna si riscontra una forte decisione da parte delle banche a installare nuovi terminali e distribuire carte contactless ai propri clienti, così da facilitare e favorire una futura penetrazione massiva dei proximity payments”.

Maggiore interoperabilità con più wallet e più issuer
Se il 70% dei consumatori coinvolti nel progetto pilota de La Caixa si sentono totalmente soddisfatti di questa nuova esperienza di pagamento in mobilità, il 60% è fermamente convinto di voler continuare ad usare i pagamenti contactless, soprattutto in previsione di una estensione del servizio anche in altri ambiti, per diversi utilizzi, come la possibilità di poter acquistare un biglietto del treno con il proprio cellulare. “Per il futuro è importan-te andare incontro al consumatore e offrire nuovi servizi, dichiara Escudero. Una delle possibili applicazioni è quella del mobile ticketing, ossia la possibilità di acquistare con lo smartphone anche il biglietto del treno o dei mezzi pubblici. Estendere, quindi, le funzioni dei mobile payment e dare inoltre la possibilità al cliente di poter scegliere sul proprio cellulare più wallet di pagamento collegati anche a diversi issuer, così da poter decidere se fare i propri acquisti con i servizi di una determinata banca o utilizzarneun’altra, selezionando semplicemente il wallet presente sulla SIM del telefonino”.

Un modello di collaborazione tra banche e telco

Se in Spagna la maggior parte dei pagamenti avviene on line e la tecnologia contactless NFC è un fenomeno in rapida crescita, in Italia sembra ancora mancare un modello di business e cooperazione tra banche e telco che favorisca una penetrazione massiccia dei proximity mobile payments. Una situazione influenzata anche dalla poca consapevolezza dei consumatori riguardo alle potenzialità di questo strumento di pagamento. “L’Italia è ancora un paese cash, sottolinea Luciano Cavazzana, Direttore Generale di Ingenico Italia, e finché i commercianti dovranno pagare una commissione sulle transazioni con carta non sarà facile aprire il mercato a questi nuovi strumenti di pagamento. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di definire un modello di business collaborativo tra banche e telco, un accordo che potrebbe favorire una maggiore penetrazione delle nuove tecnologie di pagamento e incrementare anche il volume delle transazioni. E’ importante, tuttavia, educare anche il consumatore all’utilizzo della tecnologia NFC. Per il progetto pilota di Sitges, ad esempio, nelle filiali de La Caixa è stato consegnato ai clienti un pacchetto comprensivo di telefonino di ultima generazione, una SIM, un contratto per la carta ‘virtuale’ nominativa, anche prepagata, un contratto per l’operatore telefonico e, soprattutto, un opuscolo informativo per un corretto utilizzo del servizio”.

Le opportunità dell’NFC
Oltre a promuovere una collaborazione tra player e operatori diversi, essenziale al fine di creare le necessarie sinergie, è necessaria una standardizzazione dei mobile payment, così da garantire ai consumatori la possibilità di scegliere liberamente quale carta di pagamento utilizzare e quale operatore telefonico, ampliando l’operabilità della soluzione a livello mondiale. Una esigenza a cui GSMA cerca di rispondere con la collaborazione tra tutti i suoi associati, prospettando per il 2014 transazioni a livello mondiale per 50 miliardi di dollari, un aumento dei dispositivi mobili abilitati all’NFC da 41 milioni del 2011 a 498 milioni nel 2016 e 200 milioni di device NFC entro la fine di questo anno. “Se con il mobile banking possiamo raggiungere la nostra banca e visualizzare i movimenti bancari direttamente sul cellulare, sostiene Paul Crutchley, NFC Ecosystem Manager di GSMA, con l’avvento della nuova tecnologia NFC aumentano le opportunità per player e consumatori. Oltre ad avere una App della propria banca, con i mobile payments posso avere dei wallet standard dove raccogliere tutte le carte di credito, anche di banche differenti, escegliere sul momento con quale carta pagare le transazioni mobile, senza alcun problema di sicurezza, e facendo riferimento all’operatore telco di fiducia”. E’ un lungo percorso quello degli NFC: nel 2006 hanno preso il via le prime sperimentazioni, nel 2008 sono partiti i primi progetti pilota sull’NFC e, poco dopo, tutti i dispositivi mobile sono stati standardizzati per assicurare una migliore e più soddisfacente user experience. Elementi non trascurabili rimangono la portabilità e la sicurezza. Per questo motivo la SIM abilitata all’NFC oltre a poter essere spostata da un telefonino all’altro può anche essere attivata o disattivata per sicurezza over the air (OTA).

Non solo mobile payments

Oltre che al mondo dei pagamenti in mobilità, la nuova tecnologia può avere diverse applicazioni, dall’acquisto dei biglietti del tram o della metropolitana (mobile ticketing), ai biglietti del treno, alla raccolta su un wallet virtuale di coupon e loyalty card, fino a diventare un pass di accesso,epermettere di leggere e scrivere informazioni elettroniche e contenuti multimediali. “E’ difficile raggiungere il mass market con l’NFC, commenta Crutchley. Per questo motivo bisogna mettersi nei panni del cliente e offrirgli dei benefici, come i mobile ticketing, cioè la possibilità di usare la nuova tecnologia anche nel mondo dei trasporti, consentire la raccolta di coupon e carte fedeltà direttamente sul wallet del proprio cellulare e utilizzare il dispositivo come se fosse un badge di identificazione per accedere a spazi riservati. Tuttavia, è importante che ci sia collaborazione all’interno di tutta la value chain, dagli operatori mobili alle banche, da chi è chiamato a gestire i TSM ai network di pagamento, dai commercianti agli operatori di trasporto: un nuovo business model, che si basi su collaborazione e standardizzazione, così da limitare una eccessiva frammentazione del mercato legata a differenti approcci all’NFC da parte dei diversi player”. Il ruolo del TSM, oltre a interagire con banca e operatore telefonico, abilitandone i servizi sulla SIM, deve quindi essere in grado di gestire la interazione con le società di trasporti, con i retailer e le compagnie di ticketing e loyalty e gli altri player del settore. Un numero infinito di società e compagnie. Una possibile soluzione, secondo Crutchley, potrebbe essere quella di creare un operatore TSM che mantenga la relazione con i diversi gestori telefonici, a cui si intrecciano altri TSM standard che comunichino con le varie categorie di settore: un TSM standard per i trasporti, uno per i retailers, uno per i mobile contents della Pubblica Amministrazione e un altro operatore TSM che comprenda tutte le società di loyalty. “Per il futuro, afferma Crutchley, continueremo a educare le persone sull’NFC e spingeremo su una maggiore collaborazione tra i diversi player e sulla creazione di TSM standard che permettano una relazione a livello globale con i vari settori coinvolti nella value chain, aumentando l’interoperabilità del servizio e creando uno standard a livello europeo, se non mondiale”.
 

Move and Pay: 80% di carte su SIM attivate
Inaugurato durante l’autunno scorso, Move and Pay, il progetto pilota di mobile payment di Intesa Sanpaolo, ha raccolto nell’immediato 600 partecipanti tra clienti e dipendenti bancari e, sebbene i risultati definitivi non siano ancora disponibili, i primi dati raccolti riflettono quanto già accaduto anche a Sitges, con la maggior parte delle transazioni concentrate su importi inferiori ai 20 euro. “Fino ad oggi il 70% dei clienti ha attivato la propria carta prepagata e, di questi, oltre il 60% ha già iniziato ad utilizzare il telefonino per i pagamenti in prossimità con risultati sul transazionale che si avvicinano a quelli registrati a Sitges nella fase pilota, illustra Stefania Gentile, Responsabile Carte di Pagamento di Intesa Sanpaolo. Infatti, il 24% delle transazioni riguardano cifre superiori ai 10 euro, il restante 76%, invece, è per importi inferiori ai 10 euro. I pagamenti di importi minori sono sicuramente i più frequenti, tanto che il 48% è al di sotto dei 5 euro. Una situazione influenzata dal fatto di essere ancora in una fase di test e dalla policy di incentivazione concordata con la telco, che prevede che con cinque transazioni di pagamento effettuate in un mese, il traffico telefonico è gratis per tutto il mese successivo”. Rimangono, tuttavia alcuni aspetti da non sottovalutare, come la compatibilità dei vari elementi tecnologici, l’educazione dei clienti e dei consumatori e la collaborazione con le telco. “E’ importante testare il corretto funzionamento e la compatibilità di tutti gli elementi tecnologici presenti, dalla SIM al telefonino, alla user interface, fino alla carta, commenta Gentile. Tutto questo, però, non basta. E’ necessario ottimizzare l’usabilità di questo strumento attraverso una educazione ai pagamenti NFC: quando, lo scorso autunno, abbiamo avviato il nostro progetto pilota sui proximity payments, i clienti non sapevano nemmeno come posizionare il telefonino sul POS e anche i commercianti, cambiando spesso i loro addetti alla cassa, non sapevano come utilizzare i terminali per le nuove funzionalità”.

La collaborazione passa da banche, telco e retailer
Per il successo dei mobile payment è necessario superare uno degli ostacoli principali: la portabilità del servizio, ovvero trovare un accordo tra istituti finanziari e telco che consenta di utilizzare un wallet standard dove si possono gestire tutte le carte di credito, anche di banche diverse, coupon o carte fedeltà, e avere anche la possibilità di cambiare operatore telefonico senza perdere tutti i dati. Inoltre, fattore critico del successo è la diffusione di smartphone abilitati alla gestione dell’NFC. “I prossimi due anni saranno decisivi per la creazione dell’infrastruttura e la diffusione della base installata presso i nostri clienti, dichiara Massimiliano De Carolis, Head of Business Development, Mobile Payments and Mobile Advertising di Vodafone Italia. Vodafone ha in programma un importante piano di investimenti sui servizi di Mobile Commerce e, primo tra gli operatori italiani, ha introdotto sul mercato Vodafone SmartPASS, un innovativo strumento di pagamento che nasce dalla collaborazione di telco e banche. Il lancio della Vodafone SmartPASS è il primo passo della nostra strategia sui mobile payments e nei prossimi mesi abbiamo intenzione di collaborare attivamente con gli altri operatori mobili italiani e con tutti i principali service providers (banche, trasporti, retailers) per far partire l’ecosistema nel nostro Paese. Gli operatori mobili hanno già definito e concordato gli standard internazionali per le infrastrutture mobili. Le SIM NFC svolgeranno un ruolo chiave per l’accesso a questa tipologia di servizi e, come succede oggi per i servizi voce e dati, rappresenteranno la soluzione più sicura, più semplice da usare e più diffusa per accedere ai servizi di nuova generazione. Sul fronte dei terminali, tutti i principali produttori stanno predisponendo numerosi modelli NFC che Vodafone distribuirà sul mercato e, con i tassi di sostituzione attuali del parco smartphones, la diffusione dei telefoni su un segmento di popolazione rilevante sarà questione di pochi mesi. La sfida più complessa che dovremo affrontare, è quella sul fronte dei servizi a valore aggiunto e soprattutto quella di riuscire a coinvolgere nell’ecosistema quegli attori/service provider in grado di arricchire l’offerta dei servizi. E’ proprio sul fronte della collaborazione con le banche, le società di trasporti e il retail che si giocherà il successo di questa nuova tecnologia”.