La gestione delle masse
L’aumento delle masse è accompagnato da un incremento dei flussi in entrata (+5,4%) e dei professionisti del settore: i private banker sono cresciuti a doppia cifra rispetto al 2015 (+10,6%). La maggior parte delle masse private (il 49%) è gestito attraverso un servizio di consulenza non a pagamento. Il 18% è affidato invece a servizi di gestione patrimoniale e il 12% a una consulenza a pagamento. Solo il 10% è legato a servizi di execution only, mentre il restante 11% è connesso con il servizio di deposito e custodia.
L’asset mix del private banking
Quali sono gli strumenti preferiti dai private banker? In media il 23,7% delle masse è investito in fondi comuni di investimento, il 17,5% in gestioni patrimoniali, il 16,7% in prodotti assicurativi, il 13,5% in liquidità, l’8,7% in titoli di stato, il 7,9% in azioni, il 7,5% in obbligazioni non bancarie, il 2,1% in obbligazioni bancarie e lo 0,6% in ETF.
L’identikit dei clienti private
La maggior parte della clientela private (il 62%) possiede un patrimonio che arriva fino ai 5 milioni di euro. Il restante 38% supera invece i 5 milioni: il 12,3% possiede più di 50 milioni, il 15,2% ha in mano tra i 10 e 50 milioni, mentre il 10,9% possiede tra i 5 e i 10 milioni. Tra questi superricchi un capo famiglia su cinque è imprenditore o libero professionista e nel 53% dei casi ha più di 65 anni.
Il private lombardo in testa
Dove è invece più attivo il private banking? La Lombardia è la regione prima in classifica con la maggiore quota di asset sul totale (il 33,2%), seguita da Emilia Romagna (12,2%), Piemonte (10,9%), Lazio (10,4%) e Veneto (8,8%).