PIR o ELTIF? Entrambi permettono di investire nelle PMI. Ma, tra struttura, vantaggi fiscali e altro, si tratta di due tipologie di investimento molto diverse tra loro. October ha raccolto le 5 principali differenze.
1) La struttura
La prima differenza tra i Piani Individuali di Risparmio (PIR) e gli European Long Term Investments Funds (ELTIF) sta nella struttura dello strumento. Anche se la nuova legge di bilancio introdurrà alcune novità per i PIR, si tratta in questo caso non di veri e propri veicoli ma di “contenitori fiscali”, con al proprio interno diversi strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, ETF, etc). Gli ELTIF invece non sono contenitori ma fondi chiusi di investimento, dove i capitali raccolti sono rimborsati solo a scadenza o dopo un lasso di tempo specifico (l’orizzonte temporale è di lungo periodo).

2) I vantaggi fiscali
Mentre poi uno dei tratti distintivi dei PIR è il regime di esenzione fiscale, gli ELTIF invece non godono di benefici fiscali. Con i PIR, infatti, se vengono rispettate le norme sui sottostanti e lo strumento viene detenuto per almeno 5 anni, non si applicano né le imposte sulle rendite da capitale né quelle successorie.
3) I sottostanti
Un’altra differenza importante riguarda inoltre i sottostanti: con i PIR il capitale deve essere investito al 70% su titoli emessi da aziende italiane o europee con stabile organizzazione nel nostro Paese. E in ogni caso il 21% complessivo deve essere destinato a titoli emessi da aziende quotate in segmenti diversi rispetto al FTSE MIB (MidCap, Star, Standard o AIM). Invece con gli ELTIF si può investire in un’ampia gamma di sottostanti: non solo in titoli di debito o di equity di aziende già quotate, ma anche nel private debt, in minibond e in piattaforme FinTech.
4) Diversificazione e rischio
Con i PIR la diversificazione è quindi più limitata. Intanto perché sono destinati solo ad aziende attive sul mercato italiano e di piccola o media capitalizzazione. Ma anche perché presto arriverà l’obbligo di investire il 7% del capitale in fondi di Venture Capital e in azioni di società quotate all’AIM, strumenti con un profilo di rischio poco adatto ai risparmiatori retail. Gli ELTIF, invece, offrono più profili di diversificazione, de-correlati rispetto all’andamento dei mercati finanziari.