In Svizzera come in Italia i timori di una vita più lunga per entrambi i sessi sono gli stessi: perdita del potere di acquisto della pensione a causa dell’inflazione e forti dubbi sulla sostenibilità dell’AVS (previdenza statale per vecchiaia), cui si accompagna la consapevolezza dell’importanza di una previdenza privata di cui non se ne sfruttano i vantaggi a causa di una scarsa informazione.
I dati appartengono al recente sondaggio Previdenza UBS «80 è il nuovo 60» e alla guida sulla previdenza «100 domande – 100 risposte», da cui emerge come la percezione della vecchiaia non sia più legata alla età anagrafica o alla pensione, bensì alla perdita dell’autonomia: uno stadio che, per il 42% degli intervistati sopraggiunge dopo gli 80 anni.
La fiducia nello Stato vacilla
L’opinione che anche in futuro la previdenza statale per vecchiaia (AVS) manterrà la propria stabilità e sicurezza è inversamente proporzionale alla età degli intervistati, mentre per quanto riguarda la cassa pensioni (2° pilastro) lo scetticismo contagia anche le generazioni più anziane. La maggior parte degli intervistati prevede inoltre un’equiparazione e un innalzamento dell’età pensionabile per uomini e donne.
La dottoressa Veronica Weisser, economista UBS ed esperta in ambito previdenziale, ha evidenziato come il sistema svizzero dei tre pilastri sia diventato instabile. A parità di condizioni, le attuali promesse di rendita non potranno più essere mantenute in futuro. Ancora più importante è la pianificazione finanziaria e la previdenza per vecchiaia individuali.
Il costo della vecchiaia
D’altronde, l’attuale generazione di lavoratori è più pessimista riguardo all’evoluzione dei costi di vecchiaia rispetto ai pensionati di oggi. Il 58% degli intervistati attivi professionalmente prevede un aumento delle spese sanitarie durante il pensionamento, mentre oltre il 40% pensa di destinare più denaro ai viaggi, al tempo libero e agli hobby.
Importanza della previdenza privata
Gli intervistati sono quindi consapevoli della grande importanza della previdenza privata.
«Tuttavia le possibilità di investimento a ottimizzazione della rendita del pilastro 3a sono ancora poco sfruttate – afferma Nils Aggett, Responsabile di Pension Services in UBS. Sono spesso i piccoli investitori a rinunciare a investire una parte degli averi previdenziali in quote di fondi. Molti di loro non sono però consapevoli che così facendo si espongono a maggiori rischi d’inflazione nel lungo termine».
Il campione intervistato
Per realizzare lo studio, nell’aprile 2014 nella Svizzera tedesca e romanda sono state intervistate telefonicamente 1.521 persone di età compresa tra i 45 e gli 85 anni. Il controllo a campione ha preso in considerazione varie classi patrimoniali e di età. Lo studio è stato realizzato da Market Intelligence UBS Svizzera in collaborazione con UBS Pension Services.