PayLab V: dagli m-payments agli m-POS, la rivoluzione è in atto

È giunto alla quinta edizione PayLab, l’incontro organizzato da Ingenico e AziendaBanca sull’innovazione nei sistemi di pagamento. I numeri provenienti dal mercato in termini di hardware, sim card e carte c-less testimoniano il consolidamento di un nuovo ecosistema dei pagamenti, nel quale l’NFC consentirà a banche, retailer, telco e utenti di affiancare ai tradizionali metodi di pagamento anche una serie di nuovi servizi a valore aggiunto erogati anche attraverso i telefoni cellulari personali.

Questo articolo è stato pubblicato su AziendaBanca di giugno 2013

Signoretti Sergio LottomaticaIL C-LESS E' ARRIVATO AL ROLL OUT - L’epoca dei pilot si è conclusa, il roll out delle carte di pagamento contactless è ormai in corso e gli smartphone si stanno trasformando già da qualche anno da semplici telefonini a strumenti in grado di unire le funzioni più disparate, tra cui (presto) anche quella di portafoglio virtuale e di POS per accettare pagamenti elettronici. I protagonisti del nuovo ecosistema dei pagamenti che si sta delineando hanno raccontato esperienze e progetti in corso in occasione del quinto appuntamento con PayLab, la “tavola rotonda permanente” sull’innovazione dei sistemi di pagamento organizzata da AziendaBanca e Ingenico Italia.

85MILA POS C-LESS PER LOTTOMATICA - Sembrerebbe proprio arrivato il momento propizio per attuare un “progetto di sistema” per dare la spinta definitiva alla diffusione di massa dei pagamenti contactless. Così Sergio Signoretti, Amministratore Delegato di Cartalis, Gruppo Lottomatica, commenta l’installazione nei prossimi mesi di 85mila POS contactless da parte di Lottomatica (vedi numero di maggio di AziendaBanca, NdR). «Se si esclude il business delle gaming machines e delle videolotterie, nei punti vendita della nostra rete transitano più di 30 miliardi di euro annui – specifica Signoretti. Oggi la quasi totalità delle operazioni avviene in contanti, con importi al di sotto dei 25 euro. I nostri punti vendita utilizzano già i POS a loro disposizione per erogare servizi commerciali, di pagamento e di distribuzione delle carte prepagate emesse da Cartalis».

ACCETTAZIONE COMPLETA DAL 2014 - «L’obiettivo è consentire su questa infrastruttura l’accettazione delle carte di tutti i circuiti e l’evoluzione alla tecnologia contactless, proprio in considerazione della elevata percentuale di micropagamenti che caratterizza la nostra rete. Partiremo dai pagamenti delle bollette e dei tributi: entro l’estate (2013, NdR) introdurremo la possibilità di pagamento anche con carte di debito e credito Visa e MasterCard, come già avviene con le nostre prepagate e con il PagoBancomat. In questo modo i nostri punti vendita avranno la possibilità di adeguarsi al nuovo contesto regolamentare: dal primo gennaio 2014, infatti, tutti gli esercenti dovranno essere in possesso di un terminale per accettare le carte di pagamento. Noi abbiamo solo fatto un piccolo passo in più, scegliendo di allinearci alla tecnologia NFC per dare un contributo tangibile al sistema verso la sempre maggiore diffusione della moneta elettronica. Inoltre, una volta realizzata l’evoluzione della infrastruttura, daremo il nostro contributo anche in veste di issuer, arricchendo le offerte delle nostre carte prepagate, incluse quelle co-branded realizzate con i nostri partner, con nuovi servizi e funzionalità c-less».

Imposimato Francesco Poste ItalianePIU' C-LESS PER POSTE - Anche Poste Italiane ha aumentato il numero di terminali contactless presenti nella rete. Sono ormai oltre 60mila i POS contactless ready tra lo sportello (Uffici Postali) e i terminali in mobilità di cui sono dotati i portalettere. «Entro l’estate attiveremo il contactless su circa 12mila POS in mobilità – afferma Francesco Imposimato, Responsabile Tecnologie dell’Informazione, Esercizio e Service Delivery di Poste Italiane. Altri 8mila terminali c-less saranno installati entro la fine dell’anno e nel 2014 proseguiremo con ulteriori 15mila POS in dotazione ai portalettere per arrivare almeno a circa 85mila POS contactless a regime in Poste Italiane».

IL ROLL OUT DELLE CARTE C-LESS E' IN CORSO - E intanto alle tante carte di credito e prepagate già abilitate ai pagamenti NFC su circuito sia Visa sia MasterCard, si stanno affiancando anche le carte di debito contactless con un piano di roll out a breve, anzi a brevissimo termine. «Il nostro obiettivo è quello di rendere contactless tutte le carte di pagamento di Banca Marche – precisa Luigi Cordone, Coordinatore Area Marketing e Politiche Commerciali di Banca Marche –, per fine mese tutte le nuove emissioni di carte di Cordone Luigi Banca Marchedebito Maestro associate al PagoBancomat saranno con tecnologia c-less PayPass, consolidando la strategia già avviata da tempo con CartaSi sulle carte di credito MasterCard PayPass, e che estenderemo in corso d’anno anche alle carte di credito Visa. Nel 2014 abbiamo infine deciso che tutte le nuove carte prepagate On Card saranno emesse c-less». «Finite le fasi di test non può più esserci competizione tra le varie sperimentazioni – ricorda Davide Steffanini, Direttore Generale di Visa Europe. Bisogna riuscire tutti insieme a creare una rete diffusa di accettazione c-less che premi anche un nuovo modo di pagare, quello degli m-payments».

COLLABORARE A LIVELLO DI SISTEMA - La possibile (e temuta) frammentazione del mercato non riguarda però solo i circuiti: banche e Telco da tempo stanno cercando un punto di incontro per quanto riguarda i pagamenti con gli smartphone, creando importanti collaborazioni e sperimentazioni in ambito proximity payments. «Abbiamo avviato una serie di incontri con le Telco per realizzare dei progetti a livello di sistema ed evitare definitivamente la Rizzoli Marco CartaSIframmentazione del mercato dei pagamenti – dichiara Marco Rizzoli, Responsabile Vendite di CartaSi. Infatti, oltre al progetto di installare 20mila POS c-less entro la fine dell’anno, sono diverse le sperimentazioni che abbiamo portato avanti sia con le banche, sia con le Telco: dalla creazione di Varese Smart City, con UBI Banca, alla sperimentazione in ambito mobile payments insieme a Banca Mediolanum, fino a Vodafone Smart PASS, la carta prepagata virtualizzata e accessibile direttamente dallo smartphone.

UN PROGETTO PER UN HUB APERTO - “Interoperabilità” è la parola chiave: banche, Telco e circuiti devono, e possono, trovare il giusto equilibrio in questo nuovo ecosistema dei pagamenti, per permettere agli utenti finali di godere di una innovativa customer experience, ricca di servizi aggiuntivi. Fra ticketing, trasporti, loyalty, couponing e informazioni utili, il mero pagamento può trasformarsi in una vera esperienza integrata. «Un anno fa, avvertendo la necessità di creare un solido ecosistema dei pagamenti tramite cellulare, SIA ha creato un hub aperto che funzionasse a prescindere dal tipo di carta, dai vari operatori telefonici, dal circuito di pagamento, dalle banche e, infine, anche dalla tipologia di smartphone, così da poter raggiungere potenzialmente tutti i 25 milioni di utenti dotati di dispositivi abilitati all’NFC Cordone Nicola SIA– sottolinea Nicola Cordone, Vice Direttore Generale di SIA. Inoltre, abbiamo attivato diverse sperimentazioni in ambito mobile payment in Italia e stiamo gestendo alcuni milioni di carte di pagamento contactless in diversi paesi europei, promuovendo il nostro ruolo di abilitatori dei pagamenti NFC, sia per le banche che per le Telco».

DARE UNA SPINTA AL NUOVO ECOSISTEMA - Niente di nuovo sotto il sole. Si tratta, in fondo, di far evolvere progetti che avevano cominciato a diffondersi già alla fine degli anni Novanta, quando TSP (Gruppo SIA) avviò a Venezia una prima sperimentazione della tecnologia contactless in ambito trasporti: una smart-card, infatti, permetteva di accedere a una serie di servizi pubblici della città lagunare. A questo pilota si sono aggiunti, in seguito, ulteriori servizi di ricarica dei titoli di viaggio disponibili attraverso gli ATM e l’home-banking di diversi istituti di credito. «Quella prima iniziativa era originale e innovativa, ognuno perciò cercava di far risaltare il proprio ruolo. Questo ci ha dato successivamente la spinta a progettare e realizzare un’infrastruttura che facesse dialogare i vari player coinvolti, da qui l’idea dell’hub interoperabile – spiega Adriano Banfi, Product Manager della Divisione Corporate & P.A. di SIA. Oggi, ancora una volta, il mondo dei trasporti potrebbe risultare decisivo per consolidare l’ecosistema dei pagamenti e dei servizi NFC a livello nazionale: i nuovi dispositivi mobili, infatti, possono essere usati sia per effettuare acquisti presso gli esercizi commerciali, sia per comprare direttamente i titoli di viaggio, utilizzando una piattaforma unica e aperta in grado di semplificare l’integrazione con istituzioni finanziarie e altri soggetti».

ALLA RICERCA DELLA KILLER APPLICATION - L’obiettivo è creare un prodotto ibrido per il mobile, che consenta di raggruppare nuovi servizi a valore aggiunto, capaci di creare un reale ritorno sugli investimenti avviati sia dalle banche, sia dalle Telco. «Per la diffusione del mobile commerce è importante lavorare in parallelo su due fronti: la creazione dell’infrastruttura e lo De Carolis Massimiliano Vodafonesviluppo dei servizi – precisa Massimiliano De Carolis, Head of Business Development, Mobile Payments and Mobile Advertising, Consumer Mobile Marketing di Vodafone Italia. Ciò significa garantire la perfetta interoperabilità tra issuers e Telco. Gli operatori italiani hanno portato avanti un progetto industriale molto ambizioso sviluppando e integrando piattaforme comuni in diversi settori. Nell’ambito dei mobile payments, Vodafone Italia ha già realizzato importanti implementazioni di pagamento tramite tecnologia NFC con CartaSi, BNL, UBI e Banca Mediolanum, basate sull’infrastruttura comune realizzata in collaborazione con SIA. Sul fronte dei servizi, crediamo che la propensione dei nostri clienti a utilizzare il mobile per effettuare pagamenti crescerà di pari passo con la diffusione di nuove funzionalità, che arricchiscano l’esperienza di acquisto anche al di là della semplice transazione. Il nostro obiettivo è quello di porre il mobile al centro dell’intera esperienza di consumo: dai pagamenti alle carte fedeltà, dal reperimento delle informazioni sui prodotti all’interazione diretta tra questi e il proprio smartphone. Si tratta di un’opportunità di grande interesse anche per le banche, soprattutto quale occasione per rafforzare la relazione con i propri clienti».

Miali Margherita Telecom ItaliaOLTRE I CONFINI NAZIONALI - Se finora i pilot si sono concentrati solo su aree circoscritte, la diffusione dei POS c-less a livello nazionale e la maggiore collaborazione fra i vari player dei pagamenti potrebbero permettere di “scalare” questa tecnologia a livello globale. Il banco di prova sarà l’Expo2015, quando Milano diventerà un fulcro di attenzione per visitatori italiani e stranieri. «Nella seconda metà del 2013 avvieremo la sostituzione delle SIM per abilitare i nostri clienti ai mobile payment NFC, così da estendere in modo significativo la rete dei pagamenti mobile – racconta Margherita Miali, Innovazione e Industry Relations, New Projects Development di Telecom Italia. Ma è in occasione dell’Expo che potremo rafforzare ciò che è già stato fatto in via dimostrativa in occasione dell’NFC Summit 2012, partendo dal mobile ticketing, fino ad arrivare a servizi più innovativi che coinvolgeranno anche i visitatori esteri».

IL POS A PORTATA DI MANO ... DELL'ACQUIRENTE - Le nuove applicazioni sono quindi già delineate. Ma a influenzare il successo dei mobile payments e, in generale, dei pagamenti c-less, potrebbe essere anche una concezione troppo “tradizionale” del terminale di pagamento. «Finché i POS NFC saranno rivolti fronte cassa, il messaggio veicolato non sarà mai corretto – enfatizza Cavazzana Luciano IngenicoLuigi Cordone. I pagamenti contactless devono permettere ai clienti una operatività autonoma, con una ottima user experience e con i terminali posizionati davanti all’acquirente». A tale riguardo Luciano Cavazzana, Amministratore Delegato di Ingenico Italia, conferma: «Bisognerà cambiare una abitudine ventennale. Per aiutare i merchant in questo nuovo iter Ingenico ha creato dei POS c-less con una nuova interfaccia grafica a colori, così da essere utilizzati direttamente davanti al cliente. Oggi, tuttavia, rimane un altro problema: è relativo al numero di merchant che effettivamente hanno sui propri POS il software certificato per le transazioni c-less. Su 150mila POS “c-less ready” già distribuiti in Italia, infatti, solo 35mila sono stati attivati: il restante 75% è ancora non attivo».

UNA QUESTIONE DI ABITUDINE - Il vero ostacolo a una penetrazione massiccia dei pagamenti “senza contatto” non può essere identificato nella mancanza di terminali o nella diffusione della tecnologia. Piuttosto è da temere il fattore “abitudine”: infatti gli italiani sono tradizionalmente poco propensi all’utilizzo della carta di pagamento, mentre siamo certi che più utenti inizieranno ad apprezzare l’uso degli m-payments, più crescerà il numero di utilizzatori, diffondendosi l’abitudine “a macchia d’olio”. Una questione di routine, insomma. «Per attirare i consumatori bisognerà Zanetti Fabrizio BPERattivare benefici o sconti presso gli esercenti – afferma Fabrizio Zanetti, Responsabile Promozione Sistemi di Incasso e Pagamento della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. E fare leva sui grandi retailer, così da far conoscere a una quantità sempre maggiore di utenti la comodità e la semplicità di questa tipologia di pagamenti».

PROMOZIONI E LOYALTY - Nessuna fantasia: McDonald’s ha già terminato un periodo di promozione legato all’acquisto dei prodotti tramite pagamenti c-less con ottimi risultati, spinti proprio dai benefit che gli utenti ricavavano dall’aver effettuato un pagamento elettronico. In quest’ottica sono molte le aziende che stanno pensando di abbinare pagamenti e loyalty su carte contactless, come Eni. «In Polonia, ad esempio, i circuiti hanno messo a disposizione dei merchant un plafond di copertura – racconta Nicola Cordone – per permettere agli esercenti di promuovere una serie di sconti sugli acquisti effettuati nel weekend tramite tecnologia NFC, riscontrando un forte interesse da parte dei loro clienti. Una azione da replicare anche in Italia».

C'E' SPAZIO PER TUTTI - E non ci sono mobile payments senza wallet... Nel nostro paese si sta profilando uno scenario in cui banche e Telco sono attive nel personalizzare i propri portafogli digitali, senza ostacolarsi, ma operando in totale sinergia: un “teatro” in cui è stato riservato il giusto spazio per ogni protagonista. «Con SIA stiamo elaborando “l’ultimo miglio”: una applicazione standard che permetta di avviare le transazioni di pagamento tramite un unico bottone “paga”, disponibile sia sul wallet della Telco, sia su quello della banca, per una esperienza seamless – dichiara De Carolis. Si tratta di una “pay landing page” che, ci auguriamo, venga utilizzata da tutti con l’obiettivo di diffondere al massimo il sistema, senza perseguire politiche di differenziazione e di marketing personale».

Steffanini Davide VisaALLINEARSI AGLI STANDARD EUROPEI - Visa propone l’adozione di un wallet di respiro europeo, per stimolare gli operatori nazionali ad uscire dai confini italiani. Per il prossimo anno, infatti, ha previsto il lancio italiano del portafoglio digitale V.me. «Bisogna risolvere i problemi di acquisto nel mondo digitale – assicura Steffanini – evitando che una esperienza di acquisto in internet si trasformi in una avventura articolata o problematica. Per questo motivo abbiamo creato una soluzione che ha come perno la banca, dove i parametri di sicurezza sono al primo posto, i dati bancari dei titolari sono protetti e gli acquisti si concludono in pochissimi click. Un sistema di pagamento che può essere applicato sia all’e-commerce che al mobile commerce, permettendo di eseguire acquisti da remoto accedendo direttamente al wallet».

IL NUOVO MERCATO DELL'M-POS - Lo smartphone, quindi, si presta a tutto: supporto di lavoro, strumento di pagamento, ma anche abilitatore delle transazioni di incasso. Una tipologia di utilizzo, quest’ultima, che ha avuto un forte riscontro negli Stati Uniti e che in Italia potrebbe intercettare potenzialmente un milione di clienti (piccoli esercenti fissi o mobili, non ancora dotati di POS tradizionale), trasformando i loro dispositivi mobili (smartphone o tablet) in strumenti di incasso grazie all’aggiunta di un piccolo lettore di carte “m-POS”. «Si tratta di soluzioni che riducono di molto il Total Cost of Ownership. Stimiamo che in cinque anni, gli esercenti possono risparmiare fino al 40%, perché non è necessaria l’installazione e la manutenzione richiesta da un POS tradizionale – chiarisce Cavazzana. La massa di esercenti c’è, ma bisogna riuscire a offrire un valore aggiunto perché non è detto che la sola riduzione dei costi sia sufficiente a convincerli ad utilizzare i nuovi sistemi».

Buratti Marco Popolare di SondrioGLI OSTACOLI DA AFFRONTARE - Gli operatori già presenti sul mercato devono accrescere l’appeal di questi strumenti prima che i nuovi player, che già stanno muovendo i primi passi nel nostro mercato, conquistino una fetta importante di clientela. E per fare questo, ancora una volta, entra in gioco il valore aggiunto, quei servizi in più che enfatizzano l’utilità di un dato strumento. «Abbiamo due ostacoli da oltrepassare – afferma Marco Buratti, Web Marketing Manager di Banca Popolare di Sondrio. Da un lato la spinta verso il contenimento dei costi (come ad esempio la tematica dell’installazione e della gestione contrattuale) e verso servizi a valore aggiunto (come couponing, loyalty, etc) e, dall’altro, la capacità delle banche a muoversi in fretta per cogliere le esigenze di un nuovo mercato, caratterizzato, peraltro, da tutti quegli operatori che hanno necessità di operare in mobilità ma non sono ancora dotati di POS».

Orsino Paolo ICBPIMENO COSTI E PIU' SERVIZI - Lo spauracchio estero rimane comunque piuttosto defilato. «I player d’oltreoceano non conoscono il nostro circuito nazionale PagoBancomat e le norme locali – afferma Paolo Orsino, Responsabile Servizio Sistemi Informativi e Competence Center ATM e POS di ICBPI – quindi potranno incontrare difficoltà e rallentamenti prima di avere una larga diffusione nel nostro Paese». «Piuttosto, in questi periodi di instabilità economica i costi sono i principali driver di mercato: assicurare l’ottimizzazione dei processi e servizi di manutenzione a basso costo può essere un modo per attirare maggiormente l’interesse verso gli m-POS – conclude Denis Gotti, Responsabile Operation POS di CartaSi. Inoltre, è necessario poter integrare nel processo di pagamento logiche di business del merchant, facili da configurare, in remoto e in totale autonomia, tramite una App»