PayLab XI. L’app economy per i pagamenti

Il POS incontra il mondo delle app. Per trasformare quella che è una commodity per i pagamenti in uno strumento per avere servizi a valore aggiunto: il punto cassa, grazie alla integrazione con il terminale di pagamento, ospita una serie di applicazioni dedicate alla gestione delle attività quotidiane dei merchant, ma anche servizi creati per una nuova user experience dei consumatori. Ed ecco che il mondo dell’accettazione si arricchisce di app per gestire il personale, accettare ticket elettronici, ma anche abilitare sistemi di loyalty e sconti o effettuare giochi, prenotazioni, chiamate di taxi. Un boom per le app legate al pagamento, come emerso durante la tavola rotonda PayLab organizzata da AziendaBanca e Ingenico Italia. «Nonostante il mondo delle app sia piuttosto recente – precisa Valeria Portale, Researcher del Politecnico di Milano – e prevalentemente dedicato al target consumer, oggi anche i grandi retailer hanno almeno una applicazione per dialogare con i propri consumatori: una strategia di marketing, ma anche uno strumento in realtà utile per gestire al meglio la propria attività e quella dei dipendenti, che nel retail ha inoltre portato a una evoluzione del registratore di cassa».

PayLab XI seconda

Il marketplace per le app da POS

Marco RizzoliDifatti, la cassa cambia veste: offre informazioni sul consumatore, sfruttando big data e analytics, aiuta a migliorare il business ed è capace di abilitare nuovi servizi dedicati ai consumatori, dalle soluzioni di loyalty all’accettazione dei buoni pasto. Passando naturalmente attraverso il POS, che come uno smartphone si arricchisce di app dedicate scaricabili da un app store. «La prima esperienza in ambito app economy è nata con il lancio dei mobile POS – racconta Marco Rizzoli, Market Development & PMO Director di Ingenico Italia. Le app sono state personalizzate insieme alle banche a seconda del target di azienda che si voleva raggiungere, Marco Monticreando soluzioni che potessero soddisfare le esigenze dei retailer. Tuttavia, la logica del mobile POS non può funzionare su tutti i mercati e abbiamo quindi avviato una nuova generazione di POS che ospita a bordo un driver con cui scaricare una serie di app scritte con linguaggio HTML 5». Lo store può essere quello governato da Ingenico, che garantisce alti standard di sicurezza controllando il mondo delle app di player terzi e lasciando alle banche la possibilità di coprire l’ultimo miglio: ovvero personalizzare le applicazioni per creare servizi ad hoc dedicati alla clientela business. «Con notevoli vantaggi – osserva Marco Monti, Direttore Area Monetica di Sinergia – in materia di personalizzazione delle app per il punto cassa, che ci permettono di creare un ecosistema valoriale attorno al semplice pagamento».

La gestione del business passa dal terminale

Il POS si trasforma quindi da un punto di accettazione per le transazioni a uno strumento di business, permettendo alle aziende di gestire ordini e attività anche da remoto. «Quando vendiamo soluzioni di pagamento, offriamo tecnologia in grado di creare nuovi modelli operativi di business – precisa Alessandra Grassi, Products & Services Head di Setefi – abilitando funzionalità ancillari alla commodity della transazione. Per una nota catena di arredamento a livello Alessandra Grassinazionale, ad esempio, abbiamo dotato oltre 1.500 squadre di montatori di mobili a domicilio di un mobile POS collegato a un tablet. Dal tablet il personale può visualizzare gli ordini dei clienti, senza poterli modificare, e inviare l’importo da pagare al mobile POS, permettendo di accettare pagamenti con carte di credito, debito e prepagate. In precedenza, il cliente poteva pagare solo in contanti e con la cifra esatta, perché i montatori non potevano erogare resto. Il mobile POS direttamente collegato al tablet consente all’azienda di ricevere feedback immediati sull’attività delle squadre e di monitorare le transazioni elettroniche. È un nuovo approccio quello che si instaura tra banca e impresa: un rapporto di collaborazione, che eleva la banca da fornitore di servizi di pagamento a un vero e proprio partner per il business».

Vantaggi e ostacoli di un sistema chiuso

Ma a volte, il dialogo e l’integrazione con il sistema di app economy creato dalle banche può non essere sufficiente. A dimostrarlo è il mondo dei servizi, che dopo aver creato il buono pasto elettronico è pronto a fare un ulteriore salto per abilitare sui terminali di pagamento l’accettazione del ticket grazie a un wallet dotato di tecnologia HCE in cui virtualizzare il buono pasto. «Questo progetto ha richiesto un anno e mezzo di lavoro con le banche, con l’obiettivo di abilitare 32mila terminali al pagamento attraverso il buono pasto elettronico – osserva Andrea Keller, Amministratore Delegato di Edenred. L’obiettivo era difatti offrire ai merchant un terminale capace di interagire con più applicativi, tra cui quello dedicato al ticket, per garantire una migliore user experience alla clientela e dare all’esercente uno strumento di accettazione trasversale per i pagamenti elettronici. Dove la transazione è solo una piccola parte dei servizi di valore».

Colmare l’ultimo miglio...

Giancarlo SirtoriIntegrare la propria rete con le infrastrutture esistenti innovando il modello di servizio è anche l’approccio di QUI! Group, che ha stretto accordi con gestori di reti di POS e sta lavorando con altri player per ottimizzare l’accettazione dei servizi digitali rispetto ai device. «Alla base di questo progetto c’è un forte lavoro di integrazione: con i sistemi di cassa – precisa Giancarlo Sirtori, Chief Information Officer di QUI! Group, General Manager di Paybay –, perché i grandi retailer vogliono le applicazioni sui sistemi di cassa; con i produttori di POS, perché i piccoli merchant soffrono per la necessità di doversi dotare di più terminali, uno per ogni emettitore; con gli smartphone e i tablet per i merchant più evoluti. Per questo motivo abbiamo sviluppato una soluzione multisistema che ci permette di ospitare più servizi su uno stesso device. In questo senso lavoriamo anche con i telco per sostenere i piccoli merchant in quello che viene definito “ultimo miglio” proponendo connettività veloce e strumenti evoluti per l’ingaggio della clientela in un modello che offre vantaggi per tutti gli attori della filiera, ottimizzando gli investimenti e generando nuovi stream di ricavi».

... nel business dei commercianti

Un POS evoluto, una rete internet a elevate prestazioni ma anche strumenti di digital marketing: è questo il “pacchetto” di offerta dedicato ai piccoli commercianti a cui sta lavorando TIM Impresa Semplice. «In un mercato sempre più mobile e social vogliamo offrire all’esercente nuove soluzioni correlate al pagamento per conoscere e coinvolgere in maniera proficua la propria clientela: dal social Wi-Fi agli analytics per studiare i comportamenti di acquisto – dichiara Andrea Quarantini, Segment Andrea QuarantiniMarketing Indirect Channel di TIM –, fino ad arrivare ai social network dove condividere promozioni o novità di servizio. Una proposta integrata che permette di aumentare il transato e fidelizzare i clienti». «Il prossimo step – prosegue Andrea Leggeri, Platform & Market Place di TIM – è incentivare ulteriormente i pagamenti digitali attraverso una campagna di cash back che, da un lato, possa dare reali vantaggi all’utente finale nell’utilizzare uno strumento elettronico per i pagamenti rispetto al contante e, dall’altro, aumenti la “pedonabilità” degli esercizi commerciali dei nostri clienti. Il pilota inizierà in questi mesi in Lombardia e stimiamo possa essere replicato anche in altre regioni».

Anche la GDO si apre alle app

Mauro TeaniL’esempio a cui tendono TIM e QUI! Group è quella della Grande Distribuzione Organizzata, dove i sistemi di cassa integrati, le app (spesso dedicate alla clientela più che al personale) e la connettività portano a un business model efficace. Basta guardare ai numeri: transazioni in 4 secondi, tasso di utilizzo dei pagamenti elettronici superiore al 50% e moneta elettronica che continua ad aumentare grazie a sistemi di loyalty creati ad hoc. «Dietro questi risultati si celano anni di investimenti – racconta Mauro Teani, Responsabile Tesoreria e Finanza di Mediamarket – oggi il 53% dei pagamenti gestiti dalla nostra rete è di natura elettronica, anche se con picchi diversi a seconda delle zone geografiche. Per spingere il consumatore a utilizzare la moneta elettronica abbiamo inoltre reingegnerizzato i banchi-cassa, girando i POS, ben visibili, verso la clientela ed educando i nostri cassieri per aiutare i clienti in difficoltà. I risultati sono soddisfacenti: il numero di transazioni con carta è aumentato notevolmente, le code si sono ridotte anche grazie al fatto che il 99,8% dei pagamenti si conclude in soli 4 secondi. Ma gli investimenti non si sono ancora conclusi e ora stiamo anche valutando di integrare delle nuove applicazioni all’interno dei nostri sistemi».

Ogni app al suo posto

Il mondo della applicazioni dedicate alla clientela potrà inoltre trovare posto direttamente all’interno degli store. «Grazie alle app dedicate ai clienti potremmo estendere i servizi offerti – conclude Michele Moscato, Dirigente IT presso Carrefour – creando delle aree dedicate dove i consumatori potranno sfruttare i benefici offerti dai nuovi servizi, senza creare lunghe code alle casse. Parallelamente, continueremo a promuovere il pagamento elettronico presso i nostri store, che già ha raggiunto soglie molto alte presso gli ipermercati (50-60%) e nei market (40%). L’obiettivo è far capire ai clienti che l’uso della carta deve essere indipendente dal valore del bene acquistato: per questo motivo nelle casse self, caratterizzate da un servizio veloce, cerchiamo di promuovere sempre più il pagamento con carta, rapido e semplice, a discapito di quello in contanti; e anche in precisi periodi dell’anno attiviamo promozioni legate all’acquisto con moneta elettronica».