
La disruption parte dall’user engagement
Ad aprire il dibattito è stato Alain Falys, ex manager in Visa e ora FinTech Entrepreneur and Investor, con un invito palese al sistema bancario: “Bank, disrupt yourself”. Il finance, infatti, sta affrontando la digital transformation ma non si aspetta miglioramenti radicali nel proprio business (secondo il 77% del campione analizzato a livello mondiale, NdR). Eppure, ora che le barriere regolamentari per l’ingresso del FinTech nel mercato bancario si sono ammorbidite, come confermano le tante licenze rilasciate negli Stati Uniti e in Europa, il banking deve porsi nuovi obiettivi per continuare a erogare servizi di valore. Il nuovo campo di battaglia si dispiega infatti attorno al concetto di user engagement: in altre parole, saper coinvolgere il cliente, con esperienze efficaci e nuovi servizi aggiuntivi, e focalizzarsi sulla gestione del dato per alimentare, o mantenere, la sua fiducia.
Centinaia di miliardi per il FinTech
Inoltre a livello mondiale, come ricorda Carlo La Rosa, Research Analyst del CeTIF, gli istituti finanziari hanno investito 111 miliardi di dollari nel FinTech (dati The Pulse Of FinTech 2018 di KPMG, NdR) e oltre l’85% vede nella collaborazione con questi player un driver importante per l’innovazione del banking.
Se la banca è terza parte
La PSD2 ha quindi dettato un nuovo corso di marcia: l’open banking è un paradigma che il Regno Unito ha già adottato da qualche tempo e il resto dell’Unione Europea si sta muovendo lentamente. Ma oramai è solo una questione di tempo e l’Italia è già pronta a cogliere questa opportunità. «Con CBI Globe – afferma Gianluca Finistauri, Head of Digital Corporate Banking -Digital Banking Solutions di NEXI – è stato lanciato un gateway che uniforma le regole e noi abbiamo scelto di partecipare insieme a un 78% di banche italiane che si sono già collegate. È interessante notare come molti player stranieri abbiano intenzione di aggregarsi alla piattaforma. D’altronde, sulla implementazione della PSD2, l’Italia è più avanti di altri Paesi europei e le terze parti straniere, quindi, guardano all’Italia e a questo gateway come un punto di partenza, per poi espandersi nel resto dell’Europa. Tramite CBI Globe, inoltre, anche le banche diventano loro stesse terze parti, in quanto sono i primi player a erogare nuovi servizi: in Italia molte banche hanno scelto di partire dall’account aggregation. Una volta ottenuto il permesso da parte del cliente, i dati aggregati dei conti correnti possono essere anche sfruttati per offrire piani di investimento tramite l’utilizzo del roboadvisory. O, ancora, grazie all’adeguamento tecnologico le banche possono esporre servizi non regolamentati dalla PSD2, come l’instant lending, che permette di rateizzare direttamente nel momento di pagamento al POS gli acquisti, oppure l’instant insurance». Un esempio? In Francia, BlaBlaCar offre un servizio di instant insurance collegandosi tramite Open API ai dati delle banche d’Oltralpe.
Nuovi servizi per le grandi aziende
Ma facciamo un salto in avanti e analizziamo anche le nuove frontiere dell’ecosistema open. Secondo Roberta Gobbi, Direttore Sales Italian Region di SIA, le banche possono approfittare di questa apertura per fornire nuovi servizi alle grandi aziende corporate. «Abbiamo lavorato con oltre 100 banche per renderle compliance e già da giugno siamo pronti per abilitare l’apertura del finance alle terze parti – spiega Gobbi. E vogliamo comprendere con loro quali siano i casi d’uso che potrebbero portare nuova redditività nel segmento Corporate, agendo da PISP (Payment Initiation Service Providers). Si parte dalle necessità delle grandi aziende: come l’IBAN check, ma in tempo reale, così da ridurre gli insoluti. «Ad esempio, nel segmento Petrol, il pagamento alla consegna, grazie alla PSD2, può essere più efficiente perché il PISP mette in campo una piattaforma di gestione e interconnessione abilitata agli instant payment per condurre un pagamento in 10 secondi – aggiunge Gobbi. Nell’e-commerce, invece, si può attivare la modalità di pagamento instant tramite delle app della banca che funge da PISP. O, ancora, nella GDO, per quanto riguarda la catena del fresco, si può applicare lo stesso modello proposto per il segmento Petrol. Diverso il servizio di instant insurance che è dedicato al mondo retail, ma già pronto attraverso un tool che le banche aderenti alla nostra piattaforma possono utilizzare per offrire questo servizio».
Lavorare ancora sulla compliance
«La tecnologia c’è, ma i sistemi legacy sono pronti per essere esposti e dialogare tramite API?». La domanda è stata posta da Silvano Palazzi, Risk and Compliance Solution Leader di IBM Italia, che ha sottolineato come sia importante nel paradigma dell’open banking concentrarsi sulle attività a supporto della compliance. «Aprendo i propri sistemi, la qualità della informazione che poi va condivisa è ancora più importante ai fini decisionali. Se si prendono decisioni sbagliate, ne risentono i processi di business e il fallimento è percepito soprattutto dal cliente – osserva Palazzi. Quindi i processi di business legati alla compliance devono abbandonare la loro veste manuale e resi più efficienti magari esternalizzandone una parte. È necessario però un approccio integrato e orizzontale, non più a silos».
Si cambia da dentro
Ma oltre ai processi, a cambiare deve essere anche la mentalità aziendale. «Stiamo investendo nel Corporate Venture Capital tramite partnership strategiche, così da passare da un approccio verticale e a confini chiusi a un ecosistema aperto in cui la collaborazione ha un peso notevole – dichiara Luciano Ambrosone, Senior Director Sales e Marketing Privati e Aziende Retail di Intesa Sanpaolo. I prodotti e i servizi sono quindi stati arricchiti con innesti specifici, dove la esperienza di consumo è diversa e raccontata in modo efficace. Ma prima abbiamo dovuto lavorare a fondo per portare a un cambiamento di mentalità all’interno dell’azienda».
Alla ricerca di un leader
DATA DRIVEN INNOVATION
Il passo fondamentale nel contesto appena descritto è quindi indirizzare un’efficace strategia di Data Governance e Data Analytics. «Architettura, processi e cultura: sono elementi imprescindibili – sottolinea Marco Cometti, Direttore Finanza Solutions & Services di Engineering – per consentire alla banca un cambio di paradigma verso l’open banking». Dunque, il valore del dato diventa oltremodo prezioso in modo trasversale alle diverse funzioni aziendali. «La nostra struttura di compliance sta adottando un principio di Continuous Monitoring – spiega Gino Giovini, Professionist Compliance di BPER Banca. In questo modo disponiamo in real time di informazioni fondamentali alle attività di controllo». Alessandro Portolano, Partner - Head of the Regulations of Financial Institutions and Financial Activities Department di Chiomenti, ha offerto una precisazione sul perimetro dei dati che rientrano nei servizi PSD2 e sulla liceità del trattamento. «In una visione strategica, è opportuno riflettere su una possibile disciplina contrattuale tra banca e terza parte, con il fine di generare maggior valore nell’analisi dei dati del cliente che, in mancanza di questa, risulterebbe limitata».