Non più così ricchi, ma meno indebitati

L’Italia esce dalla top ten dei Paesi UHNWI, gli Ultra high net worth individual, ovvero le persone con patrimoni netti superiori a 50 milioni di dollari americani.

Non bisogna però scendere molto in basso nella classifica stilata da Credit Suisse per ritrovare il nostro Paese, al tredicesimo posto accompagnato da altre nazioni, come Francia, Svezia, Belgio e Danimarca, che hanno subito una svalutazione a doppia cifra contro l’USD. Paesi che comunque mantengono una ricchezza media per adulto superiore ai 200mila dollari statunitensi.

Tra i vari Paesi, tuttavia, siamo il meno indebitato per quanto riguarda il patrimonio privato: il rapporto debiti/ricchezza nel 2012 si ferma all’11,1%, in crescita per il Bel Paese, patria di grandi risparmiatori, ma il più contenuto rispetto agli altri Paesi in esame. Un dato addirittura sotto la media complessiva globale (pari al 17,7%) e inferiore all’indebitamento registrato in Francia (12,8%), Germania (16,4%) e Giappone (16,6%).

La ricerca del Credit Suisse formula, inoltre, previsioni sull’evoluzione della ricchezza delle famiglie: la ricchezza è destinata ad aumentare di quasi il 50% nei prossimi cinque anni (da 223mila miliardi di dollari del 2012 a 330mila miliardi nel 2017); aumenteranno i milionari in tutto il mondo (raggiungendo quota 46 milioni nel 2017); gli USA permarranno al vertice assoluto nella graduatoria della ricchezza (con 89mila miliardi entro il 2017) e nei prossimi 5 anni la ricchezza totale dell’Eurozona riuscirà soltanto a eguagliare il livello attuale degli USA.

 

 

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