I pagamenti digitali sono ovunque

MWC 2019 Tappy

Pagare con dispositivi indossabili. Al Mobile World Congress di Barcellona i pagamenti da mobile sono già una tecnologia antiquata. Ormai si guarda ai wearable.

Verso la maggioranza dei device

L’interesse per i dispositivi smart indossabili è comprensibile. Secondo le previsioni di Mastercard, entro il 2020 il 60% dei dispositivi indossabili integrerà anche le funzioni di pagamento. La sfida è particolarmente interessante perché è trasversale a diversi settori e non riguarda solo il finance e le aziende tecnologiche.

Non solo smartwatch

È facile, infatti, pensare ai wearable limitandosi all’Apple Watch e ai dispositivi smart più noti. Ma nella mattinata di lavoro organizzata durante il Mobile World Congress da Tappy, azienda specializzata nei pagamenti da wearable. Di fatto, grazie all’inserimento di un chip contactless, si può pagare utilizzando orologi, bracciali, potenzialmente quasi qualunque cosa.

Dare più scelta al cliente

Questo consente, secondo il CEO di Tappy Technologies Wayne Leung, di allargare la potenzialità di scelta dei consumatori. A fare la differenza nel mondo degli orologi tradizionali è infatti il design: dal punto di vista funzionale, infatti, tutti gli orologi fanno sostanzialmente la stessa cosa. Indicano l’ora esatta, tutt’al più con qualche funzionalità aggiuntiva come il tachimetro. Gli smartwatch, invece, pur con qualche distinzione sul fronte delle funzioni, sono molto simili l’uno all’altro. Da qui la proposta di allargare l’offerta di dispositivi wearable, integrando in oggetti come custodie per cellulari, portachiavi e bracciali non solo un chip contactless, ma anche un sensore biometrico per l’autenticazione.

Barclays lo fa da 4 anni

Alla mattinata di lavoro organizzata da Tappy è intervenuto anche Robert Morgan, Business Development di Barclays. L’esperienza di Barclays con i pagamenti da wearable è particolarmente importante. Non solo perché nel mercato UK due terzi dei clienti pagano contactless almeno una volta al giorno. Ma soprattutto per i 4 anni di esperienza che Barclays può già vantare in questo ambito.

Dai test del 2012…

Morgan ha raccontato la storia di questa linea di prodotti. Nel 2012 sono stati condotti i primi test: dei braccialetti che integravano un chip e consentivano di accedere a festival musicali e altri eventi, semplicemente avvicinando il polso ai tornelli. Con lo stesso braccialetto si potevano anche pagare bibite o altre consumazioni durante l’evento.

… ai prodotti di terzi nel 2016

Nel 2015 Barclays ha proposto ai clienti una propria linea di dispositivi indossabili. Ma già nell’anno seguente ha modificato la sua strategia, sviluppando partnership con altre realtà. Anziché proporre oggetti realizzati appositamente per la banca, e in cui il focus principale era sulle funzionalità di pagamento, l’attenzione si è spostata sull’oggetto in sé. Che doveva essere in primis bello e funzionale. Per quanto riguarda gli orologi, ad esempio, Barclays ha scelto aziende come Timex e Guess. E desta sicuramente qualche curiosità, per un osservatore italiano, la grossa tazza di caffè riutilizzabile proposta da Costa Coffee. Basta avvicinarla alla cassa per pagare il caffè grazie a un chip integrato. Sono tutti casi in cui il pagamento diventa invisibile, una sorta di commodity all’interno di oggetti che vengono scelti soprattutto per il loro valore estetico.

Un account prepagato, 10 wearable

A tutela della sicurezza dei clienti, i dispositivi wearable sono associati a un wallet prepagato e possono effettuare transazioni fino a 30 sterline di valore, anche all’estero. Ogni cliente può collegare al proprio account fino a un massimo di 10 dispositivi indossabili. Lato merchant c’è la possibilità di analizzare il comportamento di spesa dei clienti e dei visitatori in luoghi chiusi e molto specifici, come le Università e i parchi divertimenti. L’obiettivo è comprendere dove e come spende il cliente per soddisfarne meglio i bisogni.

Modelli comportamentali e prevenzione delle frodi

E si collegano parzialmente al tema dell’evoluzione dei pagamenti anche alcune delle novità che Mastercard ha presentato al proprio stand. Mi riferisco in particolare a meccanismi di sicurezza che si basano non solo sulla biometria ma anche a modelli comportamentali: il modo in cui si tiene in mano il telefono cellulare, ad esempio, cambia da una persona all’altra. L’analisi del modo in cui lo smartphone viene mosso, quindi, aiuta a capire se chi sta effettuando un pagamento è l’effettivo intestatario di una carta o qualcuno che si sta spacciando per lui. Magari per fare scattare, in caso di dubbio, un ulteriore livello di verifica dell’identità.

Il brand diventa sonoro

Sempre nell’ambito dei cosiddetti invisible payments, cioè i pagamenti che diventano praticamente invisibili, integrandosi nelle nostre esperienze quotidiane, Mastercard ha sentito la necessità di trovare un modo per essere sempre riconoscibile anche nelle nuove esperienze di pagamento. Cioè un brand sonoro: in futuro, quando useremo una carta contactless, un mobile wallet o, giustamente, un dispositivo indossabile per effettuare un pagamento, il POS emetterà un suono distintivo, associato al brand Mastercard. Se il pagamento non si vede, insomma, almeno si sente.